Class action da 5 miliardi contro Google per il tracciamento in modalità incognito
Google deve affrontare un processo per rispondere dell'accusa di aver tracciato i dati degli utenti anche durante la navigazione in incognito. L'azienda si difende: "Incognito non significa invisibile".
di Lorenzo Tirotta pubblicata il 15 Marzo 2021, alle 14:41 nel canale WebGoogleChrome
Google ha raccolto i dati personali degli utenti anche con la modalità di navigazione in Incognito attiva: è questa l'accusa che l'azienda di Mountain View dovrà affrontare in tribunale. Si parla di una causa da almeno 5 miliardi di dollari. Come riporta Bloomberg, lo scorso giugno tre utenti hanno avviato una class action che accusa il gigante dei motori di ricerca di monitorare illegalmente la privacy dei suoi utenti attraverso browser come Chrome nonostante l'uso della cosiddetta "modalità privata". La denuncia, presentata al tribunale federale di San Jose in California, riporta come Google raccolga i dati attraverso Google Analytics, Google Ad Manager, altre applicazioni e plug-in di siti web così da ottenere le informazioni personali dei suoi utenti.
"Grazie alla sua pervasiva attività di monitoraggio dei dati, Google sa chi sono i tuoi amici, quali sono i tuoi hobby, cosa ti piace mangiare, quali film guardi, dove e quando ti piace fare acquisti, quali sono le tue destinazioni preferite per le vacanze, qual è il tuo colore preferito è, e anche le cose più intime e potenzialmente imbarazzanti che navighi su Internet, indipendentemente dal fatto che tu segua il consiglio di Google per mantenere le tue attività private", hanno affermato gli avvocati dei querelanti.
La risposta del colosso di Mountain View non si è fatta attendere. Infatti, la società ha risposto dichiarando che: "Incognito non significa invisibile e l'attività dell'utente durante quella sessione può essere visibile ai siti web visitati e a qualsiasi servizio di analisi o pubblicità di terze parti".
Venerdì scorso, il giudice distrettuale degli Stati Uniti Lucy Koh ha respinto il tentativo di Google di archiviare il caso, spiegando come la società non abbia informato gli utenti della raccolta dei dati personali anche durante la modalità di navigazione in Incognito.
"Né l'informativa sulla privacy di Google né qualsiasi altra divulgazione a cui fa riferimento Google afferma che la società si impegna nella presunta raccolta di dati mentre gli utenti sono in modalità di navigazione privata. Al contrario, le divulgazioni di Google presentano la navigazione privata come un modo in cui gli utenti possono gestire la loro privacy e omette Google dall'elenco di entità a cui potrebbe essere visibile l'attività di navigazione privata di un utente", ha scritto il giudice Koh.
Il giudice distrettuale sembra aver alzato un muro di fronte ai tentativi di difesa di Google. In attesa di una sentenza definitiva, è paradossale come questa battaglia legale arrivi proprio quando Google ha dichiarato che non supporterà più i cookie di terze parti su Chrome in favore di una soluzione più attenta alla privacy dei propri utenti.
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23 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoEppure Google lo dice chiaro e tondo...
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Non si capisce bene, c'è un po' di ambiguità anche nell'articolo.
Che Google raccolga dati sugli utenti durante le navigazioni in incognito di un qualsiasi browser, è normale. Incognito significa che il browser non salva in locale i dati di navigazione.
Se invece Google utilizza direttamente il suo browser per raccogliere dati locali in modalità incognito, allora potrebbe essere un comportamento scorretto.
Dipende da che dati si intenda...
Io, perché?
Eh, vogliono usare Google ma senza che Google sappia quello che fanno... Come andare al ristorante senza che il cuoco ed il cameriere sappiano quello che uno mangia.
Poi magari sono le stesse persone che stanno su Facebook a scrivere in pubblico tutti i fatti loro ed a mettere 100 mi piace al giorno senza stare a badare che Facebook li traccia...
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