Cina, giro di vite all'informazione basata sui social media

Cina, giro di vite all'informazione basata sui social media

Stop alle notizie false, nate da sulla base delle informazioni diffuse tramite social media. Questo l'obiettivo dichiarato dalla Cyberspace Administration. I siti di notizie che operano nel mercato cinese dovranno predisporre appositi meccanismi interni di verifica delle fonti per evitare la censura delle autorità governative.

di pubblicata il , alle 10:55 nel canale Web
 

La Cina intensifica ulteriormente i controlli sui contenuti diffusi in rete tramite siti di informazioni con lo scopo di contenere la circolazione di notizie false. Con una recente pronuncia, la Cyberspace Administration, il principale ente cinese per la vigilanza del 'cyberspazio', ha invitato siti e agenzie di stampa nazionali ad adottare meccanismi interni di verifica delle fonti, con specifico riferimento a quelle rappresentate dai social media. 

I soggetti interessati non potranno utilizzare come fonte report diffusi tramite i social media, senza una rigorosa verifica dei fatti. L'ente di vigilanza cinese punta quindi l'indice verso reti social molto popolari in Cina, come Weibo e Wechat che offrono, spesso, lo spunto per diffondere e (talvolta) costruire da zero notizie che non sempre corrispondono al vero. L'ente cinese afferma espressamente: E' vietato utilizzare voci e pettegolezzi per creare notizie o utilizzare congetture e immaginazione per distorcere i fatti. 

Il tenore letterale della recente pronuncia della Cyberspace Administration riafferma in primo luogo alcuni principi indubbiamente validi in ogni contesto: assicurarsi che la notizia sia vera, oggettiva, sufficientemente contestualizzata e proveniente da una fonte verificata. Il nuovo intervento dell'ente cinese non contiene riferimenti ad un meccanismo preventivo e generalizzato per autorizzare la pubblicazione di notizie che si basano su informazioni diffuse tramite reti social, ma afferma in maniera chiara che i soggetti che non adotteranno i meccanismi di controllo interni citati in apertura potranno andare incontro a sanzioni. Al tempo stesso, i controlli esterni, portati avanti dagli ispettori che operano per conto dell'ente di vigilanza, saranno intensificati. 

La circolare, al tempo stesso, afferma, come evidenzia il South China Morning Post: A nessun sito web è consentito riportare notizie pubblice senza specificare le fonti, o riportare notizie che citano fonti false. Stando a quanto riportato dalla fonte citata, diversi importanti portali cinesi di notizie, compresi Sina.com, Ifeng.com, Caijing.com.cn, Qq.com e 163.com sarebbero stati già sanzionati per non aver rispettato le nuove direttive. 

Il giro di vite sui siti di informazione cinesi tocca ancora una volta un tema molto dibattuto a livello internazionale. Da un lato l'ente di vigilanza cinese rivendica il diritto di controllare l'informazione per combattere le minacce alla sicurezza nazionale (ad. esempio movimenti terroristici che si rafforzano e fanno opera di propaganda anche sfruttando le reti social) e per contenere i danni derivanti dalla diffusione di notizie false, dall'altra la comunità internazionale mal digerisce quella che viene percepita come un'attività di censura del diritto di informazione. 

La verità, come spesso accade, sta nel mezzo. Se il concetto di censura è di per sé deprecabile in senso assoluto, al tempo stesso, il principio della verifica delle fonti dovrebbe rappresentare una regola base seguita da chi si occupa di informazione in maniera professionale. Capita anche in occidente, purtroppo, che l'informazione nata e diffusa tramite reti social sia considerata sufficientemente attendibile ed utilizzata senza particolari verifiche dai siti di informazione. Ovviamente, tra affermare il principio e l'utilizzo del medesimo come strumento per giustificare forme di censura il passo non dovrebbe essere breve.

16 Commenti
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al13505 Luglio 2016, 11:12 #1
incredibile, la cina che vietando ne combina una giusta!
ci vorrebbe in Italia, nel nostro social network, pero' invece che una sanzione proporrei una decapitazione.
kamon05 Luglio 2016, 11:20 #2
Il principio può avere un senso, ma quando è il governo Cinese a giudicare l'attendibilità delle fonti, significa che saranno ritenute attendibili solo quelle che lodano il suo operato XD.
bio.hazard05 Luglio 2016, 11:50 #3
Originariamente inviato da: kamon
Il principio può avere un senso, ma quando è il governo Cinese a giudicare l'attendibilità delle fonti, significa che saranno ritenute attendibili solo quelle che lodano il suo operato XD.


un po' come le reti televisive in Italia, insomma...
Cfranco05 Luglio 2016, 12:50 #4
Originariamente inviato da: bio.hazard
un po' come le reti televisive in Italia, insomma...

Diciamo che in itaglia ti fanno fuori in maniera mediatica, in Cina ti fanno fuori e basta
Non è un caso se nelle classifiche per la libertà di stampa stiamo al 77esimo posto
kamon05 Luglio 2016, 13:02 #5
Originariamente inviato da: bio.hazard
un po' come le reti televisive in Italia, insomma...


Esattamente
Originariamente inviato da: Cfranco
Diciamo che in itaglia ti fanno fuori in maniera mediatica, in Cina ti fanno fuori e basta
Non è un caso se nelle classifiche per la libertà di stampa stiamo al 77esimo posto


Esattamente³
Sandro kensan05 Luglio 2016, 14:10 #6
Originariamente inviato da: Cfranco
Diciamo che in itaglia ti fanno fuori in maniera mediatica, in Cina ti fanno fuori e basta
Non è un caso se nelle classifiche per la libertà di stampa stiamo al 77esimo posto


Aggiungi al fatto che siamo al 77 esimo posto, quello che la corte di Cassazione ha sentenziato negli ultimi giorni ovvero che una notizia che ha 2 anni e mezzo e che racconta in modo veritiero un fatto di cronaca ma che danneggia una persona, va eliminata da Internet.

La censura cinese non è bella ma nemmeno la nostra è molto carina.

P.S. Da noi la censura si declina con il diritto all'oblio.
pabloski05 Luglio 2016, 16:00 #7
Originariamente inviato da: al135
incredibile, la cina che vietando ne combina una giusta!
ci vorrebbe in Italia, nel nostro social network, pero' invece che una sanzione proporrei una decapitazione.


Vero. Leggendo il titolo pensavo tutt'altro, poi ho letto che si tratta di un invito alle agenzie di stampa a verificare le fonti.

Beh, cari amici di hwupgrade, non lo sapete che le fonti vanno verificate? Questo e' fare giornalismo, mica scopiazzare tutte le balle che compaiono su Twitter.
kamon05 Luglio 2016, 17:38 #8
Originariamente inviato da: pabloski
Vero. Leggendo il titolo pensavo tutt'altro, poi ho letto che si tratta di un invito alle agenzie di stampa a verificare le fonti.

Beh, cari amici di hwupgrade, non lo sapete che le fonti vanno verificate? Questo e' fare giornalismo, mica scopiazzare tutte le balle che compaiono su Twitter.


Il punto non è il contenuto della circolare, quanto chi andrà ad applicare questa norma, come e a chi... Parliamo di governo cinese, non esattamente il massimo del garantismo.
AleLinuxBSD05 Luglio 2016, 18:33 #9
L'ipocrisia regna sovrana, ed esiste subito qualcuno che nella sua beata ignoranza, gioisce di simili iniziative.
Ora lasciando pure perdere che parliamo della Cina, perfino negli Stati "democratici", sebbene molto spesso più di nome che di fatto, occorrerebbe pensare che questo tipo di approcci fà più male che bene e di fatto lede, in modo più o meno mascuerato, alla notizia ufficiale manipolata di Stato, ed alla censura.
pabloski05 Luglio 2016, 19:37 #10
Originariamente inviato da: kamon
Il punto non è il contenuto della circolare, quanto chi andrà ad applicare questa norma, come e a chi... Parliamo di governo cinese, non esattamente il massimo del garantismo.


Le norme vengono applicate secondo la lettera delle stesse. Non e' che un giudice puo' inventarsi le cose.

Senza contare che in Cina la stampa mainstream e' in mano al governo, quindi se avessero voluto censurare, avrebbero potuto farlo informalmente, senza leggi e senza il relativo clamore.

A me pare piuttosto un tentativo di bloccare l'instupidimento dei media, ormai piu' orientati a fare spettacolo che ad informare.

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