'Avvisi sui danni causati dai social media come sui pacchetti delle sigarette'

Il Chirurgo Generale degli Stati Uniti, Vivek Murthy, ha esortato il Congresso a introdurre un avviso simile a quelli che si vedono sui pacchetti delle sigarette per gli utenti delle piattaforme di social media.
di Rosario Grasso pubblicata il 17 Giugno 2024, alle 16:31 nel canale WebMeta
In un editoriale pubblicato sul New York Times, Vivek Murthy, Chirurgo Generale degli Stati Uniti, ha evidenziato come le crisi di salute mentale stiano diventando un problema sempre più pressante nelle fasce più giovani della popolazione, con i social media che contribuirebbero in maniera significativa al fenomeno.
Secondo Murthy, le istituzioni politiche dovrebbero valutare l'introduzione di avvisi che informino gli utenti sui potenziali danni alla salute mentale causati dai siti web e dalle app di social media. "Un'etichetta di avviso approvata dal Chirurgo Generale e che richiede l'azione del Congresso ricorderebbe regolarmente ai genitori e agli adolescenti che i social media non possono essere considerati sicuri," ha scritto il Chirurgo Generale.
Per quanto riguarda gli avvisi sui pacchetti delle sigarette a cui Murthy si riferisce, questi vennero introdotti nel 1965 dopo una pubblicazione dell'allora Chirurgo Generale, Luther L. Terry. In questo articolo si stabiliva una connessione tra il fumo delle sigarette e il cancro ai polmoni e le malattie cardiache. Al punto che il Congresso stabilì l'introduzione di avvisi sui pacchetti del tipo: "Il fumo può nuocere gravemente alla tua salute".
Murthy sottolinea inoltre nell'articolo che "le etichette sul tabacco che mostrano gli avvisi del Chirurgo Generale possono aumentare la consapevolezza e cambiare i comportamenti." Tuttavia, ha riconosciuto anche i limiti di un approccio del genere, perché non basterebbe a rendere i social media più sicuri. Ha inoltre suggerito che il Congresso, le aziende che si occupano di social media, i genitori e altri soggetti possono adottare misure per mitigare i rischi e proteggere i bambini da potenziali danni.
Nel suo articolo, Murthy collega il tempo trascorso sui social media all'aumento del rischio per i bambini di manifestare sintomi di ansia e depressione. Secondo l'American Psychological Association, gli adolescenti trascorrono quasi cinque ore al giorno su piattaforme come YouTube, TikTok e Instagram. Uno studio del 2019 ha rilevato che la percentuale di giovani adulti con pensieri riconducibili al suicidio è aumentata del 47% dal 2008 al 2017, periodo in cui l'uso dei social media è aumentato vertiginosamente. Il dato, inoltre, sarebbe con ogni probabilità ancora più preoccupante se si prendesse in considerazione il periodo post-2021 e le conseguenze innescate dalla pandemia.
Inoltre, durante un'audizione del Comitato Giudiziario del Senato a gennaio, riguardo all'impatto dei social media sui giovani, il CEO di Meta, Mark Zuckerberg, si è scusato con i genitori che hanno dichiarato che Instagram ha contribuito ai suicidi o al malessere dei loro figli. "Mi dispiace per tutto quello che avete passato," ha detto. "È terribile. Nessuno dovrebbe dover affrontare i traumi che le vostre famiglie hanno sofferto."
L'esposizione a contenuti violenti e sessuali, il bullismo, le molestie e il body shaming sarebbero alcuni degli aspetti più pericolosi nell'interazione delle fasce di età sensibili con i social media. "Per troppi bambini, l'uso dei social media sta compromettendo il sonno così come il tempo che normalmente si passerebbe con la famiglia e gli amici" ha dichiarato Murthy in una comunicazione dello scorso anno. In una conferenza sulla crisi della salute mentale giovanile il mese scorso, ha anche affermato: "Non è più nella cultura delle persone parlare tra di loro."
Tuttavia, le ricerche sul tema non sono conclusive e non è possibile stabilire una relazione di causa-effetto diretta tra uso dei social e conseguenze negative nei più giovani. "Sono necessarie ulteriori ricerche per comprendere appieno l'impatto dei social media," ha dichiarato sempre Murthy, il quale ha anche riconosciuto che sotto alcuni punti di vista i social media possono aiutare gli adolescenti a trovare connessioni e luoghi in cui esprimersi.
4 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - info"Ma sei stato avvertito"...
La vera paura qui sono le class actionChi tra i fumatori incalliti davvero smette di fumare perchè guarda quelle immagini e legge quei messaggi fortemente dissuasivi?...
Forse i genitori (spesso anch'essi fumatori) fanno ragionare i propri figli adolescenti che prendono in mano la sigaretta sulla base di quegli avvertimenti...per il loro bene? ..
Qui la preoccupazione sono i potenziali danni di immagine ed economici a carico delle società di social media. E magari dello Stato che non ha tutelatio la salute dei suoi cittadini.
In ogni caso, gli unici a guadagnarci, sarebbero gli avvocati.
Sono utili solo alle società produttrici di sigarette e più in generale tabacco perché con tali avvisi le società medesime si tutelano da eventuali futuri contenziosi con consumatori di tabacco/sigarette affetti da patologie strettamente correlate con il consumo di tabacco
Ma diciamolo pure, sono utili anche allo stato italiano che detiene il monopolio delle sigarette e in generale del tabacco, con tali avvisi lo stato italiano oltre a fare cassa sulle sigarette e tabacco e nello stesso tempo si scrolla di dosso la responsabilità delle conseguenze derivanti dal consumo di sigarette e tabacco
La medesima cosa vale per i social network anche se credo che gli avvisi e gli avvertimenti nell'utilizzo di un social network non sollevano da responsabilità, nei social network cci sono i moderatori che devono appunto filtrare i messaggi e bannare quelli inopportuni, offensivi, lesivi della dignità delle persone ecc ecc.
E anche le app di dating fanno male, tinder, badoo, ecc...minano l'autostima, si viene giudicati solo in base all'apparenza, a nessuno interessa come sei dentro.
Per non parlare dei videogiochi: fanno malissimo e bisognerebbe smettere perché provocano dipendenza.
Purtroppo nella società consumistica e capitalistica, queste grandi multinazionali hanno creato solo bisogni indotti che creano dipendenza: il fumo, le merendine e i cibi dolci, le bibite zuccherate, i videogiochi, i social media, le app di dating, il gioco d'azzardo online. Lo scopo è provocare quanta più dipendenza possibile per garantirsi profitti nel tempo generati dai loro beni e servizi.
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