Apocalisse frodi online: UE dichiara guerra alle Big Tech che 'non fanno abbastanza'

Apocalisse frodi online: UE dichiara guerra alle Big Tech che 'non fanno abbastanza'

La Commissione europea ha avviato richieste di informazioni formali verso Apple, Google, Microsoft e Booking Holdings per verificare l'adeguatezza dei loro sistemi di prevenzione delle truffe finanziarie online, che causano danni per oltre 4 miliardi di euro annui.

di pubblicata il , alle 11:31 nel canale Web
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La Commissione europea ha deciso di intensificare la vigilanza sulle piattaforme digitali avviando una serie di richieste formali di informazioni a quattro giganti della tecnologia. Apple, Google, Microsoft e Booking Holdings, in particolare, dovranno fornire spiegazioni dettagliate sui loro sistemi di controllo e prevenzione delle frodi finanziarie online.

Le verifiche, annunciate dalla Vicepresidente esecutiva per le tecnologie digitali Henna Virkkunen, si basano sui poteri concessi dal Digital Services Act e rappresentano un approccio più deciso nell'applicazione della normativa europea sui servizi digitali. L'impatto economico delle truffe online ha raggiunto dimensioni preoccupanti, con perdite che superano i 4 miliardi di euro all'anno in tutta l'Unione Europea.

L'UE dichiara guerra ancora più fitta alle Big Tech

L'indagine europea si concentrerà su aree specifiche dove le frodi proliferano con maggiore facilità. Apple e Google dovranno rispondere sul controllo delle applicazioni fraudolente nei loro app store, in particolare quelle che si spacciano per servizi bancari legittimi. Parallelamente, i motori di ricerca Google e Bing di Microsoft saranno esaminati per valutare come gestiscono i risultati di ricerca falsi che conducono a truffe finanziarie.

Booking Holdings, unica azienda europea tra le quattro sotto esame attraverso la sua filiale Booking.com con sede ad Amsterdam, dovrà spiegare il suo approccio nella gestione degli annunci di alloggi falsi. Le autorità europee hanno evidenziato come l'intelligenza artificiale abbia reso sempre più difficile rilevare queste pratiche fraudolente, aumentando il rischio per i consumatori.

La decisione di Virkkunen si inserisce in un contesto più ampio di tensioni transatlantiche sul regolamento digitale europeo, considerando le minacce del Presidente Donald Trump di punire i paesi che "discriminano" le aziende statunitensi con tariffe più elevate. Tuttavia, la Commissione europea ha chiarito che l'esame riguarda le operazioni delle singole società piuttosto che la loro nazionalità.

Secondo quanto dichiarato dalla Vicepresidente finlandese al Financial Times, "sempre più azioni criminali si svolgono online" e diventa necessario "assicurarsi che le piattaforme online facciano davvero tutti i loro sforzi per rilevare e prevenire questo tipo di contenuti illegali". Le truffe finanziarie non causano solo danni economici ma possono provocare anche problemi di salute mentale nelle vittime, con le prime richieste formali che fungono da passaggio preliminare che potrebbe evolversi in indagini ufficiali e potenziali sanzioni contro le società coinvolte. Il DSA, lo ricordiamo, prevede penalità fino al 6% del fatturato globale annuo per le aziende che non riescono a contrastare adeguatamente contenuti illegali e disinformazione.

La priorità data alle truffe finanziarie rappresenta un cambiamento di focus per il DSA, che negli ultimi due mesi si era concentrato sulla protezione dei minori, sullo shopping online e sull'integrità delle elezioni. Parallelamente, sono in corso altre indagini sui social media di Meta e sulle piattaforme cinesi Temu e Shein per potenziali violazioni della normativa europea sui servizi digitali.

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