Addio al dominio .io? Una questione di sovranità britannica potrebbe minacciarne l'esistenza

Addio al dominio .io? Una questione di sovranità britannica potrebbe minacciarne l'esistenza

Il destino di uno dei domini più apprezzati tra le startup tecnologiche è legato ad una questione di sovranità territoriale che si trascina dalla seconda metà degli anni '60

di pubblicata il , alle 17:04 nel canale Web
 

Il web potrebbe presto dire addio ad un dominio popolare e utilizzato da diversi servizi e progetti legati alla tecnologia, e anche sfruttato per campagne di disinformazione, truffa e phishing. Stiamo parlando del dominio .io che, sebbene venga comunemente associato all'abbreviazione per input/output, è in realtà un dominio nato nel 1997 e originariamente assegnato al Territorio Britannico dell'Oceano Indiano.  

Questo territorio comprende solamente le isole e gli atolli dell'arcipelago Chagos, sotto il controllo britannico sin dal 1814. La scorsa settimana, però, il governo di Londra ha firmato un accordo con cui accetta di rinunciare alla proprietà del territorio, segnando sia la fine dell'era coloniale per le isole, ma anche minacciando la sopravvivenza del dominio .io.

Per capire cosa è accaduto, è necessario risalire la storia fino, appunto, al 1814 quando le isole Chagos e Mauritius, allora sotto il dominio francese, furono cedute agli inglesi. Da lì fino al 1965 le isole Chagos sono rimaste una dipendenza di Mauritius: in quell'anno però gli inglesi decisero di concedere la sovranità a Mauritius, tenendosi però le Chagos poiché ritenute un punto strategico sullo scacchiere mondiale: una delle isole, Diego Garcia, è stata designata come sede di una base militare statunitense. La vicenda non è stata priva, purtroppo, di spargimenti di sangue, con l'esercito britannico che ha usato la forza per sgomberare Diego Garcia dalla popolazione locale per far posto alla base USA.

E' in quel momento che alle isole, formalmente Territorio Britannico dell'Oceano Indiano, fu assegnato il codice paese IO. Si arriva quindi al 1997 quando l'Internet Assigned Numbers Authority (IANA) ha concesso la gestione del dominio .io all'imprenditore britannico Paul Kane, esercitata tramite l'entità Internet Computer Bureau, fino al 2017. 

Nel 2021 il Tribunale internazionale del diritto del mare ha stabilito che il Regno Unito non può avere alcuna sovranità sull'arcipelago delle Chagos, che invece appartengono a Mauritius. La sentenza del tribunale rappresenta di fatto il termine dell'esistenza del codice paese IO e di conseguenza anche il ritiro del dominio .io una volta che il riassetto delle sovranità diventerà effettivo.

Si arriva quindi all'accordo stretto tra Londra e Mauritius la scorsa settimana, secondo il quale le isole Chagos diventeranno parte di Mauritius: serve ancora un trattato ufficiale, ma il percorso punta in quella direzione, anche se la popolazione di Chagos accusa di essere stata esclusa dalle trattative tra i due paesi. 

IANA prevede una procedura per la quale la dismissione dei domini corrispondenti a codici paese non più esistenti deve avvenire entro 5 anni. Al momento, è comunque prematuro prevedere il destino del dominio .io poiché IANA ha concesso estensioni ed eccezioni alla procedura: il dominio .yu, assegnato all'allora Jugoslavia, è stato ritirato con tempistiche più graduali mentre i siti web governativi del Paese sono via via passati a nuovi domini. Le Isole Salomone, anch'esse in precedenza sotto sovranità britannica, continuano a mantenere il dominio .sb. Il dominio .gb (Great Britain) è inattivo, ma ancora assegnato al Regno Unito. 

Al momento tuttavia vi sono diverse realtà tecnologiche (Kubernetes.io, ArtList.io, Futurepedia.io, Shodan.io, Itch.io, solo per citarne alcune) che hanno fatto di .io la loro "casa" digitale sul web: non è da escludere che per tutelare i propri interessi queste società cerchino di perorare la propria causa presso IANA per cercare di convincerla a mantenere attivo il dominio .

7 Commenti
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s0nnyd3marco10 Ottobre 2024, 17:35 #1
l'esercito britannico che ha usato la forza per sgomberare Diego Garcia dalla popolazione locale per far posto alla base USA.


In questo caso non c'era un aggressore ed un aggredito a cui dare i missili himars vero?
WarSide10 Ottobre 2024, 18:52 #2
Ci sono migliaia di startup che usano il dominio .io, molto più probabile che lo facciano diventare un gTLD a questo punto.

Comunque c'è poco da fare, se hai un business meglio "o8gf92eghigo42.com" che "vattelapesca.estenzioneDiDominioDiUnPaeselloSconosciuto".

Tra l'altro proprio i NS autoritativi dell'intera zona .io avevano avuto ore di downtime qualche anno fa.
AlPaBo10 Ottobre 2024, 19:05 #3
Va citato, tra i domini nazionali di primo livello assegnati a nazioni non più esistenti, il dominio .su (Unione Sovietica). Il dominio è sopravvissuto quasi trent'anni.
Un'altra eccezione interessante è il dominio .eu, che non è assegnato a una nazione.

Originariamente inviato da: WarSide
Ci sono migliaia di startup che usano il dominio .io, molto più probabile che lo facciano diventare un gTLD a questo punto.

Possibile. Dovranno valutare se un gTLD con solo due lettere possa o no creare confusione con i ccTLD. Inoltre, chi lo dovrebbe gestire?
Dato che da quanto scritto (e da quanto riportato su Wikipedia) sembra di proprietà privata, immagino possano esserci problemi legali.
AlPaBo10 Ottobre 2024, 19:10 #4
Originariamente inviato da: s0nnyd3marco
In questo caso non c'era un aggressore ed un aggredito a cui dare i missili himars vero?


Anch'io mi chiedo quale sarà la fine della base americana su Diego Garcia. È un problema assai delicato, in quanto è una delle basi più protette da accessi indesiderati: secondo alcuni viene utilizzata dalla CIA per interrogare prigionieri fuori del territorio USA, in modo da non sottostare alle leggi interne che vietano la tortura. Un po' come Guantànamo.
WarSide10 Ottobre 2024, 19:18 #5
Originariamente inviato da: AlPaBo
Possibile. Dovranno valutare se un gTLD con solo due lettere possa o no creare confusione con i ccTLD. Inoltre, chi lo dovrebbe gestire?
Dato che da quanto scritto (e da quanto riportato su Wikipedia) sembra di proprietà privata, immagino possano esserci problemi legali.


C'è già confusione adesso. Quante gente sa che .tv, .ai o .co sono ccTLD? La gente è fondamentalmente ignorante

In merito a chi dovrebbe gestire la zona, potrebbero fare una gara d'appalto o lasciarlo all'azienda attuale che gestisce anche .org.
Tedturb010 Ottobre 2024, 22:47 #6
Originariamente inviato da: AlPaBo
Anch'io mi chiedo quale sarà la fine della base americana su Diego Garcia. È un problema assai delicato, in quanto è una delle basi più protette da accessi indesiderati: secondo alcuni viene utilizzata dalla CIA per interrogare prigionieri fuori del territorio USA, in modo da non sottostare alle leggi interne che vietano la tortura. Un po' come Guantànamo.


non credo che succedera proprio niente alla base, almeno finche esistera' ancora guantanamo.
Unrue11 Ottobre 2024, 12:03 #7
Originariamente inviato da: s0nnyd3marco
In questo caso non c'era un aggressore ed un aggredito a cui dare i missili himars vero?


Stiamo parlando degli anni 60 e dell'Impero Britannico, ovvero quello che ha fatto più colonie in assoluto e ancora di queste sono ancora esistenti.

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