Accordo raggiunto sul Dsa: nuovi strumenti per l'Unione Europea per bacchettare le compagnie Big Tech

Nel mirino del nuovo provvedimento ci sono le “piattaforme molto grandi”, quelle con “più di 45 milioni di utenti attivi”: dovranno avere un atteggiamento proattivo nei confronti di contenuti illegali e fake news. Se non lo faranno, multe fino al 6% del fatturato. Amazon, Facebook, Microsoft e Apple sono avvisate
di Roberto Colombo pubblicata il 23 Aprile 2022, alle 17:02 nel canale WebAppleFacebookTwitterAmazonTwitchMicrosoft
Digital Services Act e Digital Markets Act sono due provvedimenti dell'Unione Europea di cui si parla molto negli ultimi tempi. Dopo lunghe discussioni e trattative a vari livelli nelle istituzioni europee (Parlamento, Commissione e Consiglio d'Europa) si è raggiunto l’accordo politico sul Digital Services Act (Dsa): ad annunciarlo la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, in un tweet, definendo l'accordo 'storico'.
Ciò che è illegale offline lo è anche online
Today’s agreement on #DSA is historic.
— Ursula von der Leyen (@vonderleyen) April 23, 2022
Our new rules will protect users online, ensure freedom of expression and opportunities for businesses.
What is illegal offline will effectively be illegal online in the EU.
A strong signal for people, business & countries worldwide.
Le ha fatto eco il commissario europeo per il mercato interno e i servizi, Thierry Breton, che ha dichiarato “Con il Dsa è finito il tempo in cui le grandi piattaforme online si comportano come se fossero ‘troppo grandi per preoccuparsene'".
Yes, we have a deal!
— Thierry Breton (@ThierryBreton) April 23, 2022
With the #DSA, the time of big online platforms behaving like they are “too big to care” is coming to an end.
A major milestone for 🇪🇺citizens.
Congratulations to the European Parliament & Council and thank you to the great EU team working countless hours! pic.twitter.com/jmCoZMQ3lO
Una delle frasi della presidente della Commissione Ue che maggiormente ha suscitato scalpore è quella che recita “Ciò che è illegale offline lo è anche online”.
Chi sono i soggetti coinvolti
Nel mirino del nuovo provvedimento ci sono le “piattaforme molto grandi”, quelle con “più di 45 milioni di utenti attivi” in UE. Parliamo di una ventina di aziende, il cui elenco resta da definire ma che sicuramente includerà il quartetto noto con l'acronimo Gafam (Google, Apple, Facebook, Amazon, Microsoft), spesso al centro di diatribe con la Commissione. Ma probabilmente rientreranno sotto l'influenza del nuovo regolamento piattaforme come Twitter, ma anche eBay, TikTok, Zalando o Booking.
Il nuovo regolamento richiede un approccio più attivo da parte della grandi piattaforme che dovranno valutare essi stessi i rischi associati all’uso dei loro servizi e mettere in atto i mezzi adeguati per rimuovere i contenuti problematici, senza attendere che arrivi qualcuno a 'tirargli le orecchie'.
Dovranno mantenere maggiore trasparenza sui dati e sugli algoritmi di raccomandazione. Ci sarà un meccanismo di verifica una volta all’anno da parte di organismi indipendenti, sotto la supervisione della Commissione Europea, che potrà infliggere sanzioni fino al 6% dei loro ricavi annuali in caso di infrazioni ripetute.
Ad esempio, il nuovo regolamento prevede l’obbligo di rimuovere “prontamente” eventuali contenuti ritenuti illegali secondo le leggi nazionali ed europee non appena una piattaforma ne venga a conoscenza, costringendo i social network a sospendere gli utenti che pubblicano ripetutamente tali tipi di contenuti.
Non solo, anche le piattaforme di vendita e intermediazione online avranno maggiori obblighi nei confronti dei prodotti venduti soprattutto con attenzione a quelli contraffatti, pericolosi o difettosi, come i giocattoli per bambini che non soddisfano gli standard di sicurezza. Con il provvedimento Dsa i siti di vendita online saranno obbligati a verificare l’identità dei loro fornitori prima di permettere loro di offrire in vendita i loro prodotti.
La guerra delle Fake News
Naturalmente grande attenzione è posta anche al tema della disinformazione e delle fake news. “Nel contesto dell’aggressione russa in Ucraina e delle particolari conseguenze sulla manipolazione delle informazioni online, è stato introdotto un nuovo articolo al fine di istituire un meccanismo di reazione in caso di crisi”, ha affermato il Consiglio europeo. Il meccanismo, potrà essere attivato con decisione della Commissione e consentirà di adottare misure “proporzionate ed efficaci” nei confronti di piattaforme molto grandi che contribuirebbero alla diffusione di informazioni false, anche semplicemente non prendendo provvedimenti contro di esse e 'lavandosene le mani'.
11 Commenti
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Traduzione: Tutto quello che non ci piace sarà censurato.
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Premesso che sono contro la disinformazione, credo che nessuno debba avere il suddetto potere ma piuttosto ci si dovrebbe spingere verso la formazione continua e diretta a tutti circa la verifica delle notizie ed al farsi una propria opinione.
E' inutile imporre la verità, chi non la vuole sentire non la sentirà mai (vedi terrapiattisti et similia)
Il giorno storico sara' quando faranno pagare le tasse a questi colossi nei vari paesi in cui operano e impediranno i vari paradisi fiscali all'interno dell'Unione Europea.
Siamo proprio come la rana che viene bollita lentamente nell'acqua bollente senza accorgersene
Spesso la verità è solo quella che viene tollerata/accettata da una parte del mondo.
Si dovrebbe ogni volta fare un fact checking, ma richiederebbe tempo e risorse.
Quindi sarebbe molto più facile e probabile che venga tutto azzerato qualora dovesse rappresentare un fastidio per certe elite.
Il giorno storico sara' quando faranno pagare le tasse a questi colossi nei vari paesi in cui operano e impediranno i vari paradisi fiscali all'interno dell'Unione Europea.
Il problema secondo me è a monte: si può definire "news" un commento di cicciolina69 su Facebook? Trovo paradossale che il controllo sulle fake news non venga applicato alle testate "ufficiali" che però esprimono molto spesso più opinioni, che fatti. Del resto anche spingere su una linea editoriale piuttosto che un'altra è una scelta che influenza enormemente la percezione del pubblico, ed è in grado di focalizzarlo su determinati problemi (immigrazione, covid, guerra..) piuttosto che altri (economia, lavoro, potere d'acquisto, salari, piano di ripresa).
D'altra parte i social sono l'analogo del bar, ma hai il problema di avere una platea estesa, e soprattutto un cospicuo numero di persone che vi perde tempo sopra, per lo più parlando di cazzate.
Ci sarebbe anche il solito problema del "chi controlla il controllore". Trovo molto pericolosa questa china, e rischia di sfociare nella censura di tutto ciò che non piace a qualcuno.
L'altro lato della medaglia è rappresentato dal fatto che i media "main-stream" hanno perso credibilità, essendo ormai assoggettati al potere, e facendo da megafono della propaganda di partito.
In tal senso, penso sia sotto gli occhi di tutti che il giornalismo italiano sia ormai morto da un pezzo. Ma d'altra parte è lo specchio del paese.
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Si tenga presente quanto letto nel regolamento, nel rispetto del "quieto vivere".