9 degli 11 fondatori di OpenAI hanno lasciato l'azienda di ChatGPT: rimangono solo Sam Altman e uno dei ricercatori

Dal momento in cui Sam Altman è stato allontanato dal consiglio di amministrazione di OpenAI e subito dopo riammesso, sembra che qualcosa sia cambiato nell'azienda che si occupa di ChatGPT.
di Rosario Grasso pubblicata il 12 Agosto 2024, alle 09:31 nel canale WebChatGPTOpenAI
Ad inizio agosto due dei co-fondatori originari di OpenAI anno lasciato l'azienda: si tratta di John Schulman, passato ad Anthropic, e Greg Brockman, che si dedicherà alla vita privata. Questi abbandoni si aggiungono a una lista sempre più lunga di addii eccellenti, che ha portato a nove il numero di co-fondatori che oggi non sono più nell'azienda che ha creato ChatGPT.
Dagli 11 manager originari del 2015, solo due restano in OpenAI: il CEO Sam Altman e il ricercatore Wojciech Zaremba. Lo stesso Altman era stato licenziato dal consiglio di amministrazione lo scorso novembre, per poi essere richiamato alla guida dopo cinque giorni. Da quel momento, le dimissioni si sono intensificate.
"Ho preso la difficile decisione di lasciare OpenAI", ha scritto Schulman sui social, spiegando che il suo desiderio di concentrarsi sul miglioramento delle moderne tecniche di IA generativa lo ha portato a unirsi ad Anthropic. Greg Brockman, invece, ha annunciato che si prenderà un anno sabbatico per rilassarsi, in quella che sarà la prima pausa da quando ha co-fondato OpenAI.
L'elenco degli addii da OpenAI parte da lontano. Tra i primi a lasciare c'è stato Elon Musk nel 2018, seguito da altri co-fondatori come Pamela Vagata, Vicki Cheung e Trevor Blackwell. A maggio, anche Ilya Sutskever e Jan Leike hanno lasciato, quest'ultimo in polemica con le priorità dell'azienda e ora anch'egli in Anthropic.
Le dimissioni hanno continuato a susseguirsi, con Tasha McCauley e Helen Toner che hanno abbandonato dopo il licenziamento di Altman, esprimendo preoccupazioni per la direzione dell'azienda e la cultura interna. Nonostante tutto, OpenAI prosegue nella sua missione di sviluppare un'intelligenza artificiale sicura, ma il continuo esodo dei suoi leader solleva interrogativi sul futuro della start-up.
Tra le sfide che OpenAI sta affrontando nel recente periodo anche il rispetto degli obblighi dell'AI Act, la legge che mira a garantire che l'IA sia sviluppata e utilizzata in modo affidabile, sicuro e rispettoso dei diritti fondamentali dell'Unione Europea. "Crediamo in un approccio equilibrato e scientifico in cui le misure di sicurezza sono integrate nel processo di sviluppo fin dall'inizio" si legge in una nota di OpenAI, la quale prevede di "collaborare a stretto contatto" con l'Ufficio europeo per l'IA e con altre autorità durante l'attuazione della legge. A tale scopo, nei prossimi mesi verrà rilasciata una documentazione tecnica e altre indicazioni per i fornitori e gli utilizzatori dei modelli Gpai (intelligenza artificiale a scopi generali) dell'azienda.
4 Commenti
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pps: chiamami scemo
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