Il futuro degli smartwatch Garmin: tecnologia e design in funzione della salute

Il futuro degli smartwatch Garmin: tecnologia e design in funzione della salute

L'evoluzione degli smartwatch Garmin passa sempre più verso una espansione dell'utenza, con la tecnologia che è a disposizione non solo di chi fa sport ma più in generale di chi vuole tenere traccia della propria salute

di pubblicata il , alle 12:01 nel canale Wearables
GarminFenix
 

All'edizione 2019 di IFA Garmin ha annunciato importanti novità, seguite di qualche giorno dal debutto ufficiale della serie di smartwatch Fenix 6. Accanto alla nuova serie di sportwatch per gli appassionati di montagna troviamo i modelli Venu, Vivomove 3 e Vivoactive 4 a comporre una famiglia di soluzioni che risponde alle esigenze tipiche dei più diversi utenti.

Abbiamo avuto la possibilità di discutere con Chris Pemble, Presidente e CEO dell'azienda americana, sull'evoluzione che Garmin ha registrato e su quale sia la direzione verso la quale si sta indirizzando. E' infatti parso evidente, sia dagli annunci dell'IFA sia dalla storia recente dell'azienda, come l'evoluzione sviluppata da Garmin passi anche attraverso la creazione di prodotti che si adattino non necessariamente al pubblico dei più appassionati.

Spicca in questo Vivomove 3, un prodotto smart che può essere facilmente confuso con un tradizionale orologio da polso ma che integra al proprio interno tutta una serie di funzionalità avanzate legate sia al tracciamento delle attività in movimento, sia al monitoraggio dello stato di salute. Un ruolo fondamentale di tutto questo è legato al sensore di battito cardiaco integrato nella parte posteriore, responsabile non solo di analizzare il battito cardiaco ma anche strumento base per eseguire avanzate analisi legate alla propria efficienza energetica, alla qualità del sonno e al livello di stress. La tecnologia implementata in questo prodotto, come negli altri della gamma Garmin, è funzionale all'analisi dell'attività sportiva ma riveste un ruolo ancora più importante nel tenere traccia della qualità di vita di chi lo indossa.

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"Garmin is a company with a strong sense of adventure": questa è la definizione fornita dal CEO sulla propria azienda. E dobbiamo riconosere che le parole sono ben scelte, in quanto Garmin è da molti anni sinonimo di tempo passato all'aria aperta nello svogere un qualche tipo di attività sportiva. D'altra parte Garmin guarda anche al futuro, fatto di una progressiva espansione della propria base di clienti: scelta di business più che legittima, ma che in questo caso abbina anche considerazioni legate alla volontà di fornire a tutti strumenti in grado di monitorare al meglio il proprio benessere fisico. La tecnologia sviluppata dall'azienda diventa quindi una via attraverso la quale affiancare la storica parte sportiva e di attività all'aria aperta con quella della salute e del benessere fisico.

Non sorprende quindi vedere non solo prodotti di fascia media pensati per un pubblico diverso da quello tipico degli smartwatch, come la gamma Vivomove 3 poco sopra citata, ma anche vedere Garmin spostarsi verso l'alto andando nella direzione dei prodotti di orologeria più tradizionali sia per design che per costo. Cambia la struttura commerciale, che si deve adeguare ad un pubblico che non è quello dello sportivo o del tipico acquirente di uno sportwatch.

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E' un percorso di espansione commerciale non semplice che ha richiesto di operare su canali che non trattano tipicamente gli smartwatch, ma che sta progressivamente permettendo a Garmin di presentare e offrire i propri prodotti ad una clientela differente. La gamma di prodotti MARQ, presentata da Garmin la scorsa primavera, ne è un esempio chiaro: si tratta di smartwatch che fanno leva sulla tecnologia implementata nei prodotti delle famiglie Fenix offrendo una finitura di qualità ancora più elevata, il tutto abbinato a funzionalità specifiche per ben definiti target di utenti. Pemble vede una futura espansione di Garmin verso questa categoria di prodotti, fermo restando ovviamente il focus principale che rimane quello di offrire prodotti e tecnologie che possano rispondere al più ampio spettro di utenti alla ricerca di uno smartwatch.

Sono sempre più numerose le funzionalità che i moderni smartwatch integrano al proprio interno, ma tutte sono pensate per guardare all'interno dell'utente: tracciarne le attività, fornire indicazioni su messaggi e notifiche provenienti dal proprio smartphone, monitorarne il bttito cardiaco e i parametri di funzionamento vitali. L'evoluzione futura porterà sicuramente a nuove funzionalità parallele a quanto già implementato, ma viene da domandarsi se gli smartwatch tenuti al polso e non necessariamente collegati ad uno smartphone potranno diventare anche una porta per la comunicazione verso l'esterno.

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Garmin è al lavoro in questa direzione e già ora, con la diffusione di Garmin Pay all'interno dei propri smartwatch più recenti, offre un servizio che sfrutta lo smartwatch come strumento di trasmissione verso l'esterno. Non è tutto qui: Chris Pemble non ci ha potuto (e voluto) fornire dettagli specifici ma è evidente come Garmin stia già lavorando, anche attraverso accordi e collaborazioni con altre aziende, per offrire strumenti e servizi che vadano in questa direzione. Il CEO si è sbilanciato immaginando un futuro vicino con il quale uno smartwatch potrà permettere di essere riconosciuti dalla propria automobile, che si aprirà avviando il motore. Uno scenario non così futuristico, ma che lascia intendere come potranno evolvere gli smartwatch nel futuro diventando sempre più complessi, indipendenti da altri dispositivi e perché no anche belli da indossare e mostrare.

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