Cisco: "Siamo alle porte dell'Internet of Everything"

Cisco: Siamo alle porte dell'Internet of Everything

Il futuro è interconnesso e iper-connesso. Uno scenario dalle enormi opportunità, che richiede però un'evoluzione delle architetture di rete. Cisco Italia illustra i passaggi fondamentali

di pubblicata il , alle 16:24 nel canale TLC e Mobile
Cisco
 

Internet of Things è un concetto non ancora pienamente concretizzatosi ma praticamente già superato: il mondo si sta lanciando a tutta velocità verso l'Internet of Everything. Si tratta di una vera e propria nuova era digitale, che trae le sue origini da una serie di fenomeni già sotto gli occhi di tutti: mobilità, fruizione di strumenti e contenuti mediante la rete, social networking e dall'evoluzione tecnologica che consente ora di portare connettività, potenza di calcolo e "intelligenza" in qualsiasi luogo e dentro qualsiasi cosa. Uno scenario che riserva molte nuove opportunità che Cisco Italia ha cercato di illustrare ed analizzare nel corso di un evento dedicato alla stampa.

Agostino Santoni, Amministratore Delegato di Cisco Italia, ha delineato le dimensioni della situazione: in vent'anni sono approdati al web circa due miliardi di individui e ci vorranno appena cinque anni perché essi raddoppino. Ma attualmente gli oggetti connessi alla rete sono cinque volte tanto, pari a 10 miliardi. Numeri da già da capogiro, ma che rappresentano ancora una parte infinitesima di ciò che potrebbe accadere nei prossimi anni: gli oggetti connessi oggi alla rete sono meno dell'1% del totale potenziale e le stime di Cisco parlano di oltre 15 miliardi di oggetti connessi nel 2015, che arriveranno nel 2020 fino a 50 miliardi.

Si stagliano all'orizzonte grandi opportunità, non solo economiche ma anche di innovazione e di evoluzione della società che va verso un futuro dove persone ed oggetti saranno profondamente interconnessi e iper-connessi. “Per il nostro paese, si tratta abbracciare il futuro, nonostante le difficoltà e la relativa arretratezza tecnologica e infrastrutturale che ancora ci affligge; come evidenziano i nostri studi internazionali sul Valore dell’Internet of Everything, chi adotterà con prontezza questo modello tecnologico e culturale potrebbe ricavare subito, già alla fine di quest’anno, importanti guadagni economici e competitivi” ha spiegato Santoni.

Quantifichiamo queste opportunità: secondo una serie di valutazioni condotte dalla compagnia californiana per i prossimi 10 anni la posta in gioco, a livello globale per il settore privato, è di oltre 14 mila miliardi di dollari. Se a ciò si aggiungono i vantaggi che l'Internet of Everything potrà portare ai cittadini, alle comunità, ai consumatori si comprende come il valore potenziale non sia esprimibile solamente in termini economici ma anche di qualità della vità, ricchezza di esperienze e via discorrendo.

Si tratta ovviamente di un momento particolarmente importante per la stessa Cisco che, con 15 miliardi di dollari di investimenti nelle attività di ricerca e sviluppo, delinea le proprie priorità da seguire per agganciare il treno IoE: il mantenimento e l'espansione della leadership nel settore dei router e degli apparati di rete (che rappresentano il core business della compagnia), una maggior attenzione nel campo datacenter e virtualizzazione, un nuovo impegno nel settore del mondo video e delle soluzioni di collaboration e l'impegno allo sviluppo di nuove architetture che agevolino la trasformazione del business. In questo contesto per la compagnia californiana i partner rappresentano una risorsa strategica: ma interlocutori che vengono ascoltati e sostenuti, dai quali emergono le principali esigenze del mercato e tramite i quali possono essere veicolate le nuove iniziative.

Ma perché l'Internet of Everything possa diventare realtà è necessario che avvengano alcuni cambiamenti nel mondo della rete. Flavio Bonomi, Cisco Fellow e responsabile della divisione Advanced Architecture and Research, parla di una maggiore distribuzione dell'"intelligenza" della rete, ovvero non più semplicemente un'infrastruttura di trasporto dei dati dove la potenza di calcolo sia disponibile solamente ai due capi (per esempio lo smartphone ed il server), ma un insieme di nodi in grado di elaborare i dati in maniera sinergica abilitando così nuove funzionalità che a loro volta consentiranno di combinare in maniera nuova e più efficiente le informazioni, con il valore aggiunto della contestualizzazione. Una distribuzione dell'intelligenza, quindi, che Cisco descrive con il concetto di "Fog Computing" complementare a quello di Cloud Computing.

E' quindi opportuno vedere la rete con occhi diversi, non più una semplice utility ma una piattaforma abilitante in grado di avvicinarsi sempre di più al mondo applicativo. Ciò significa fornire alle applicazioni stesse la capacità di lavorare meglio in un ambiente iper-connesso, in modo più sicuro e ottenendo dalla Rete quello che serve nel momento in cui serve, in termini di qualità, di sicurezza e di velocità.

E', in altri termini, necessario abbracciare il concetto di reti programmabili e definite dal software (SDN - Software Defined Networking), un approccio evolutivo alla progettazione delle reti, dove il controllo dei flussi di traffico può avvenire tramite funzioni software accessibili mediante API, rendendo il linguaggio delle reti più simile al linguaggio delle applicazioni e le reti stesse più flessibili, semplificando allo stesso tempo la complessità operativa.

Ci sono tre passi fondamentali da compiere per avvicinarsi al concetto SDN, ovvero separare il piano di intelligenza (controllo e routing) da quello del trasporto dei dati, quindi astrarre la complessità della rete per esporla e rappresentarla in modo semplice verso chi sviluppa le applicazioni ed infine rendere la rete programmabile mediante, appunto, le API. La risposta di Cisco alle esigenze SDN si concretizza in Cisco ONE (Open Network Environment), una serie di API, agent, controller e tecnologie di rete che mettono a disposizione quattro livelli di astrazione e programmabilità: dispositivo, rete virtualizzata, orchestrazione rete/datacenter e applicazioni. Cisco ONE permette inoltre di completare la rete programmabile SDN con gli elementi di gestione e analitica che consentono di estrarre le informazioni per creare business ma anche ottimizzare la rete in modo automatizzato.

7 Commenti
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NoX8311 Luglio 2013, 16:46 #1
E vedrete le risate quando inietteranno dei virus nella lavatrice
gd350turbo11 Luglio 2013, 16:49 #2
Originariamente inviato da: NoX83
E vedrete le risate quando inietteranno dei virus nella lavatrice


Mi pare che ci siano gia stati casi di virus su stampanti in rete...
Tasslehoff11 Luglio 2013, 17:34 #3
Saremo anche alle soglie dell'internet of everything, ma non certo per merito di Cisco viste le sue folli politiche commerciali...

Magari su infrastrutture di livello enterprise o carrier avranno fatto la loro parte e avranno la loro fetta di mercato, ma se siamo arrivati a questo punto lo dobbiamo soprattutto ai produttori low cost tipo Realtek o simili che hanno guidato la diffusione a tutti i livelli di strumenti e infrastrutture.
cino111 Luglio 2013, 17:55 #4
Originariamente inviato da: Tasslehoff
Saremo anche alle soglie dell'internet of everything, ma non certo per merito di Cisco viste le sue folli politiche commerciali...

Magari su infrastrutture di livello enterprise o carrier avranno fatto la loro parte e avranno la loro fetta di mercato, ma se siamo arrivati a questo punto lo dobbiamo soprattutto ai produttori low cost tipo Realtek o simili che hanno guidato la diffusione a tutti i livelli di strumenti e infrastrutture.


Cisco declina gran parte del suo business sulle infrastrutture di grandi dimensioni, che stanno "dopo" le componenti a basso costo presenti sui dispositivi degli utenti finali. Senza Cisco (ma anche senza altre realtà paragonabili, Cisco non è di certo l'unica) i dispositivi a basso costo non sapreppero a cosa connettersi.
Tasslehoff11 Luglio 2013, 18:55 #5
Originariamente inviato da: cino1
Cisco declina gran parte del suo business sulle infrastrutture di grandi dimensioni, che stanno "dopo" le componenti a basso costo presenti sui dispositivi degli utenti finali. Senza Cisco (ma anche senza altre realtà paragonabili, Cisco non è di certo l'unica) i dispositivi a basso costo non sapreppero a cosa connettersi.
Certamente, sta di fatto che spesso e volentieri i competitor di Cisco anche su dispositivi enterprise offrono lo stesso livello di servizio a condizioni migliori, a prezzi inferiori oppure a parità di prezzo ma con molte più features (che generalmente Cisco abilita solo dietro sottoscrizione di subscription o licenze separate).

E' proprio questa propensione al limitare le features appositamente a scopo commerciale che rende odioso questo produttore, anche perchè si tratta di una pratica che i suoi competitor non usano (oppure usano in modo molto più moderato).
djfix1312 Luglio 2013, 09:40 #6
Cisco dimentica i milioni di utenti che non hanno la connessione a internet e quelli che la vorrebbero avere ma sono serviti con striminzite bande di 2MB...se va bene perchè io ho 0,8 MB a 45 euro al mese!
SharpEdge12 Luglio 2013, 11:01 #7
E' abbastanza chiara la strada che Cisco ha voluto prendere, vendendo Linksys (che forniva prodotti consumer) alla Belkin, l'idea è quella di dedicarsi al mondo enterprise e lasciare il resto alla Netgear, Belkin o D-Link di turno.
Questo per potersi dedicare completamente ad un settore che come hanno previsto (e secondo me stanno vedendo giusto) sta per esplodere poichè tra non molto avremo la necessità di nodi con velocità esponenzialmente superiori a quelle attuali per gestire la mole di dati che transiterà.

Oppure si arriverà ad avere (come avevo letto qualche hanno fa) una grande rete dove i nodi stessi saremo noi con i nostri stessi dispositivi mobili a fare da ponte e da ripetitori, questo vorrebbe dire una rete dinamica in continuo cambiamento che in qualsiasi caso necessità della possibilità di essere programmata come descrtto nell'articolo.

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