Spotify contro Apple e Google: 'Se volete essere arbitri non potete anche competere'
L'amministratore delegato di Spotify Daniel Ek ha nuovamente criticato Apple e Google per il loro dominio sui mercati digitali, chiedendo una legge nel Regno Unito che regoli la concorrenza
di Nino Grasso pubblicata il 03 Ottobre 2023, alle 11:31 nel canale TelefoniaSpotifyAppleGoogle
Il CEO di Spotify, Daniel Ek, ha nuovamente rilasciato dichiarazioni molto dure contro Apple e Google, accusandole di soffocare la concorrenza nei mercati digitali attraverso la loro posizione dominante. In un'intervista al Financial Times, Ek ha definito "folle" il controllo di Apple e Google su come miliardi di consumatori accedono a internet e ha invocato una legge nel Regno Unito che ponga limiti chiari al dominio di queste big tech.
Il riferimento è al Digital Markets, Competition, and Consumers Bill (DMCC), attualmente in discussione nel parlamento britannico, che darebbe maggiori poteri all'autorità garante della concorrenza per imporre regole di condotta alle grandi aziende tecnologiche, ed eventualmente sanzionarle anche con multe miliardarie. Secondo Ek, la nuova legge dovrebbe assicurare che un'azienda che fa da arbitro in un mercato digitale non possa essere anche un giocatore: "Non solo dettano le regole, ma competono anche con gli stessi provider", le sue parole.
Spotify contro Apple e Google, invoca norme più dure anche in Regno Unito
Il CEO di Spotify punta il dito in particolare contro Apple e il suo App Store, accusandola di dettare regole svantaggiose per i concorrenti pur competendo con la propria app Apple Music. La disputa tra le due società va avanti da anni e si è riaccesa di recente quando Apple ha bloccato un aggiornamento di Spotify relativo agli audiolibri. Già nel 2019 Spotify aveva presentato un esposto alla Commissione Europea denunciando le politiche considerate anticoncorrenziali di Apple via App Store. Ora Ek chiede che la nuova legge britannica sia davvero efficace, dando all'antitrust poteri effettivi di sanzionare e imporre cambiamenti strutturali ai colossi digitali.
Un po' come il Digital Markets Act, l'approvazione del DMCC obbligherebbe le big tech a maggiore trasparenza sul funzionamento delle loro piattaforme e al tempo stesso aprirebbe alla concorrenza mercati specifici come gli app store. La diatriba tra Spotify e Apple va inserita nel contesto più ampio del dibattito, presente un po' in tutto l'Occidente, su come regolamentare il potere dei giganti tech, che controllano interi ecosistemi digitali e raccolgono una quantità enorme di dati degli utenti. Spotify è solo una delle tante aziende che lamentano una concorrenza distorta da parte di questi colossi, e in questo contesto è finita nel mirino di Ek anche Google, accusata di approfittare della sua posizione dominante nella ricerca online e nella pubblicità digitale.
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