Modem libero: gli operatori non sempre informano correttamente i clienti
Secondo un'inchiesta di Altroconsumo, nei negozi i clienti non sempre ricevono informazioni corrette rispetto alle loro richieste di informazioni sul modem libero
di Rosario Grasso pubblicata il 17 Aprile 2019, alle 15:01 nel canale TelefoniaAltroconsumo è andato a verificare nei negozi come gli operatori informano i loro clienti a proposito di modem libero. Servendosi di una telecamera nascosta, infatti, sono state poste delle domande sul modem libero agli addetti dei negozi fisici e le loro risposte sono state montate nel video che vedete in calce alla news. Come noto, con la delibera 348/18/CONS l’AGCOM ha confermato il diritto degli utenti di scegliere liberamente i terminali di accesso ad Internet da postazione fissa, fissando al contempo specifici obblighi sugli operatori, finalizzati a garantire scelte consapevoli e informate ai consumatori finali.
Guida per la configurazione del modem liberoL'inchiesta ha voluto dare una risposta a una semplice domanda: come gli operatori si interfacciano con i potenziali clienti quando questi ultimi si recano nei negozi fisici per attivare un contratto? La risposta è in parte allarmante visto che alcuni operatori non informano correttamente sulla possibilità di utilizzare un modem di proprietà rispetto a quello fornito dall'operatore stesso.
Tre
Tre è l'operatore che ha fornito le informazioni più discordanti secondo l'inchiesta di Altroconsumo: in questi negozi, infatti, i commessi hanno sempre indirizzato il potenziale nuovo cliente a prendere il modem dell’operatore in 48 rate mensili da 5,99 euro per un totale di 287 euro.
Vodafone
Nel caso di Vodafone, in due negozi su tre si è data apertamente l'opportunità di propendere per il modem libero, mentre nel terzo è stata addotta una scusa circa le inferiori prestazioni legate alla scelta di un modem differente da quello dell'operatore.
Wind
Anche in Wind i giornalisti di Altroconsumo hanno ricevuto risposte similari: in ogni caso il modem è incluso nell'offerta e va preso obbligatoriamente. "È un modem libero, che può essere installato dappertutto" è stato detto.
TIM
I negozi TIM sono gli unici in cui, in tutti i casi, è stato comunicato che ci sarebbe comunque stata libertà nella scelta di un modem differente rispetto a quello fornito dall'operatore, in due casi su tre senza un'esplicita domanda da parte del finto cliente.
Fastweb
Fastweb fornisce un modem all'interno del proprio contratto, ma consente l'utilizzo di un altro dispositivo di proprietà. Le informazioni nei negozi fisici date ai clienti, come ha rilevato Altroconsumo, però sono anche in questo caso frammentarie, e comunque si tende a scoraggiare l'acquisto di un modem perché sarebbe non conveniente economicamente.
Tiscali
Situazione molto simile al caso precedente, con la possibilità di utilizzare un modem di proprietà anche se il modem in comodato rimane obbligatorio.
In nessun caso è stato comunicato che sul sito di ogni operatore è possibile trovare tutte le informazioni necessarie per configurare un modem differente da quello in comodato, come abbiamo visto qui.
Altroconsumo è un'associazione italiana di consumatori senza fini di lucro, la prima e la più diffusa, con oltre 396.000 soci. È nata nel 1973 sotto il nome di Comitato Difesa Consumatori. Per combattere le ingiustizie legate alla questione del modem libero ha aderito all’alleanza Modem libero, della quale fanno parte anche AIRES, Assoprovider, VTKE, AllnetItalia, Aiip, e Movimento Difesa del Cittadino.
49 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoPer quella che è la mia esperienza vi posso dare delle spiegazioni. Io ho un negozio di telefonia e sono rivenditore di 3 dei 6 nomi elencati, non li specifico per correttezza. Di questi, 2 mi OBBLIGANO a dare al cliente il modem in comodato d'uso, pena la non percezione di nessun tipo di compenso. In parole povere, significa che se io attivo una linea fissa ad un cliente e quest'ultimo mi dice "no, il modem non lo voglio" io avrò perso mezz'ora per inserire il contratto ed il gestore mi darà 0€. Noi ci facciamo un "cuore" così per cercare di portarci a casa un abbonamento di un fisso che ci da qualcosa ma non pensate che ci paghino 1000€. Capirete bene che ovviamente, sia io che qualsiasi rivenditore, è portato per forza a dire cose inventate o cose astruse pur di inserire il modem all'interno del contratto.
Quindi Altroconsumo, invece di additare i rivenditori come scorretti e poco chiari, dovrebbe portare alla luce questi fatti e far presente ad AGCOM la cosa. Quest'ultima poi dovrebbe termine quello che ha cominciato con il modem libero:
1- OBBLIGARE al 100% i gestori a fornire i parametri di configurazione per un modem generico (Vodafone li da a metà, che io sappia anche Fastweb e non so chi altri).
2- OBBLIGARE i gestori a dare il medesimo compenso ad un rivenditore che attivi un abbonamento fisso, che sia presente o meno il modem in comodato.
Se i gestori ci dicessero: guarda noi ti paghiamo X sia con il modem che senza il modem noi non diremmo nessuna frottola a nessuno ed il cliente, solo in questo caso, sarebbe davvero libero di scegliere.
recedere per riattivare una nuova offerta mi sembra che non convenga, o sbaglio?
ftth a 33 e rotti €
E si ritorna sempre in quel discorso: al consumatore viene sempre proposto ciò che conviene al rivenditore, che tra l'altro per voce di francesco.ascione (iscrittosi proprio per dire la sua in data odierna) racconta candidamente pure "frottole" per giustificare il suo interesse economico a raccontarle .
Tuttavia concordo sul fatto che l'AGCOM non tiene conto di queste distorsioni tra gestori e rivenditori quando dovrebbe invece affrontarle seriamente.
Cioè che è una questione tra gestori e rivenditori dovrebbe essere affrontata nella opportune sedi e non farla ricadere in modo pretestuosi sul consumatore, violando la trasparenza delle informazioni trasmessegli.
In Italia se il consumatore non conosce il propri diritti, difficilmente può contare sul fatto che la controparte si comporti eticamente in modo onesto. La correttezza commerciale è un optional.
E ne abbiamo appena letto una testimonianza.
Al contrario, [U]per responsabilizzare il negoziante[/U], il consumatore dovrebbe poter firmare un contratto in cui afferma in modo espresso che gli è stato offerta una soluzione "con" e "senza" il modem. E questa cosa dovrebbe essere scritta a caratteri leggibili, separatamente da tutto il resto (anche se ovviamente parte integrante del contratto), in modo semplice chiaro ed immediato. Ed il cliente sarebbe tenuto a spuntare con due crocette separate (come minimo) entrambe, [U]in quanto doveroso per il negoziante di averle presentate entrambe[/U]. A quel punto se il consumatore non si rendesse conto di ciò che sta spuntando, perchè non legge, sarebbe altra questione. Ed il negoziante non avrebbe alcuna colpa ( a meno di moduli pre-compilati furbescamente in automatico per travisare la volontà del consumatore).
Per quella che è la mia esperienza vi posso dare delle spiegazioni. Io ho un negozio di telefonia e sono rivenditore di 3 dei 6 nomi elencati, non li specifico per correttezza. Di questi, 2 mi OBBLIGANO a dare al cliente il modem in comodato d'uso, pena la non percezione di nessun tipo di compenso. In parole povere, significa che se io attivo una linea fissa ad un cliente e quest'ultimo mi dice "no, il modem non lo voglio" io avrò perso mezz'ora per inserire il contratto ed il gestore mi darà 0€. Noi ci facciamo un "cuore" così per cercare di portarci a casa un abbonamento di un fisso che ci da qualcosa ma non pensate che ci paghino 1000€. Capirete bene che ovviamente, sia io che qualsiasi rivenditore, è portato per forza a dire cose inventate o cose astruse pur di inserire il modem all'interno del contratto.
Quindi Altroconsumo, invece di additare i rivenditori come scorretti e poco chiari, dovrebbe portare alla luce questi fatti e far presente ad AGCOM la cosa. Quest'ultima poi dovrebbe termine quello che ha cominciato con il modem libero:
1- OBBLIGARE al 100% i gestori a fornire i parametri di configurazione per un modem generico (Vodafone li da a metà, che io sappia anche Fastweb e non so chi altri).
2- OBBLIGARE i gestori a dare il medesimo compenso ad un rivenditore che attivi un abbonamento fisso, che sia presente o meno il modem in comodato.
Se i gestori ci dicessero: guarda noi ti paghiamo X sia con il modem che senza il modem noi non diremmo nessuna frottola a nessuno ed il cliente, solo in questo caso, sarebbe davvero libero di scegliere.
Perdonami, ma se non deve essere un tuo problema deve diventare mio? Non dovrebbe essere proprio di tuo interesse cercare di contattare AGCOM e qualche associazione di esercenti per tentare di fare presente il problema?
Oltre a quello che ti è stato già risposto aggiungerei che ovviamente TU che sei il diretto interessato e ne hai le prove hai denunciato questo comportamento vero?
Anche perchè ti stanno obbligando a commettere un illecito e se TU lo fai poi sei TU a pagarne le conseguenze.
Anche perchè ti stanno obbligando a commettere un illecito e se TU lo fai poi sei TU a pagarne le conseguenze.
Loro non ti obbligano affatto ad un illecito, è il negoziante che lo fa.
Il problema che il grosso mangia ed il piccolo a volte trova le briciole.
Per quanto riguarda la questione economica, come detto sopra, secondo voi un negozio che dovrebbe fare? Combattiamo tutti i giorni per guadagnare qualcosa, non vogliamo metterlo in quel posto a nessuno come molti di voi credono... Purtroppo mi rendo conto che però voi ci vedete sempre come i nemici. Semplicemente siamo "costretti", non detto esplicitamente, a comportarci così. Paghiamo oltre il 50% in tasse di quello che guadagniamo...e sono convinto che molti di voi nemmeno a questo credono. Ditemi voi se possiamo anche lavorare per niente...
Il problema che il grosso mangia ed il piccolo a volte trova le briciole.
L'ha detto lui che lo obbligano...
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