Immuni torna disponibile su alcuni HUAWEI. Problema risolto? I dettagli
L'applicazione di tracciamento dei contagi da COVID-19 che non funzionava sugli smartphone HUAWEI è tornata disponibile sul Play Store anche per questi device. Nel contempo l'azienda dell'app Immuni spiega perché alcuni smartphone non sono compatibili con il sistema.
di Bruno Mucciarelli pubblicata il 06 Giugno 2020, alle 09:01 nel canale TelefoniaHuaweiGoogle
28 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoTenuto conto che funziona da Android 5 in avanti, che c'è chi come me è contrario, chi non la sa scaricare, chi non usa il cellulare (bambini) forse sarebbe il caso di insistere nello spendere meglio i ns. soldi in tamponi,esami sierologici e reagenti.
Poi magari una bella riforma del SSN sarebbe un bel film da realizzare ma un paese che ha più premura di riaprire il calcio che le scuole non ha futuro.
Siete sicuri che non avrete conseguenze poi con il lavoro ? E per cosa ? Per una notifica arrivata per il "contatto" con uno in coda dietro qualche metro con cui neanche avete mai parlato ?
Sicuri che l'app sia per noi e non invece uno scarica responsabilità di qualcun'altro?
Si
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Questa app ha accesso a:
- Accesso completo alla rete
- Impedire al dispositivo di andare in sospensione
- Eseguire all'avvio
- Vedere connessioni di rete
- Accoppiarsi con dispositivi Bluetooth
Non consuma nulla...
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Siete sicuri che non avrete conseguenze poi con il lavoro ? E per cosa ? Per una notifica arrivata per il "contatto" con uno in coda dietro qualche metro con cui neanche avete mai parlato ?
Sicuri che l'app sia per noi e non invece uno scarica responsabilità di qualcun'altro?
Quindi, se per caso diventi positivo al Covid-19, preferisci rimanere all'oscuro, evitando così i tamponi di verifica e rinunciando a eventuali terapie preventive, e nei successivi quindici giorni senza sintomi infettare nel frattempo i tuoi nonni, i tuoi genitori, i tuoi fratelli, il tuo partner, i tuoi figli e i tuoi amici.
Quindi sei disposto ad avere una prognosi peggiore e a causare pericolo a tutti quelli che conosci perché preferisci "non sapere".
Un po' come quelli che non si fanno gli esami in quanto "preferisco non sapere se ho il tumore", andando di conseguenza a finire dalla parte sbagliata del tasso di mortalità (ah, ma eviti un mese in casa!).
Mi sembra una posizione, come posso dire, diversamente intelligente.
Quindi sei disposto ad avere una prognosi peggiore e a causare pericolo a tutti quelli che conosci perché preferisci "non sapere".
Un po' come quelli che non si fanno gli esami in quanto "preferisco non sapere se ho il tumore", andando di conseguenza a finire dalla parte sbagliata del tasso di mortalità (ah, ma eviti un mese in casa!).
Mi sembra una posizione, come posso dire, diversamente intelligente.
Ma la app non ti dice se sei positivo... Il tuo ragionamento si basa su premesse sbagliate.
L'app ti dice solo se sei stato vicino a uno dei pochi positivi che hanno installato a loro volta l'app.
Quindi mette in allarme molta gente per nulla (soprattutto ipocondriaci), mentre non ti dice nulla se sei stato più probabilmente a stretto contatto con un positivo della categoria più debole, gli anziani.
Se vogliamo parlare di esperimento, va bene, ma non di effettiva utilità dell'app...
L'app ti dice solo se sei stato vicino a uno dei pochi positivi che hanno installato a loro volta l'app.
Quindi mette in allarme molta gente per nulla (soprattutto ipocondriaci), mentre non ti dice nulla se sei stato più probabilmente a stretto contatto con un positivo della categoria più debole, gli anziani.
Se vogliamo parlare di esperimento, va bene, ma non di effettiva utilità dell'app...
Immuni ti dice se sei stato in contatto con positivi. Tu dici: se sei un ipocondriaco preferisci non saperlo (! in realtà gli ipocondriaci _vogliono_ fare gli esami: uno che conosco va al pronto soccorso una volta al mese convinto di avere un infarto; se non vuoi saperlo sei solo uno che ha paura di affrontare la malattia).
Ora, normalmente si consiglia di andare dal proprio medico almeno una volta all'anno.
Usare immuni è come andare dal medico: ti farà delle domande per capire se potresti avere delle malattie: «mi sembri pallido: ti senti sempre stanco? hai degli ematomi?» Il medico si fa un'idea di come stai (attenzione: non lo sa, esattamente come quando Immuni ti dice che hai avuto contatti con un positivo) e ti propone degli esami, che tu puoi liberamente scegliere di non fare (se sei stupido, ma la gente è libera di essere stupida).
Tu stai dicendo, davvero, che non vai dal medico perché preferisci non sapere se sei positivo, perché se lo fossi dovresti stare a casa un mese. In questo modo peggiori potenzialmente i tuoi esiti (in medicina prima si interviene meglio è e metti a rischio le persone che conosci. Perché non vuoi stare a casa un mese. Geniale.
Ora, normalmente si consiglia di andare dal proprio medico almeno una volta all'anno.
Usare immuni è come andare dal medico: ti farà delle domande per capire se potresti avere delle malattie: «mi sembri pallido: ti senti sempre stanco? hai degli ematomi?» Il medico si fa un'idea di come stai (attenzione: non lo sa, esattamente come quando Immuni ti dice che hai avuto contatti con un positivo) e ti propone degli esami, che tu puoi liberamente scegliere di non fare (se sei stupido, ma la gente è libera di essere stupida).
Tu stai dicendo, davvero, che non vai dal medico perché preferisci non sapere se sei positivo, perché se lo fossi dovresti stare a casa un mese. In questo modo peggiori potenzialmente i tuoi esiti (in medicina prima si interviene meglio è e metti a rischio le persone che conosci. Perché non vuoi stare a casa un mese. Geniale.
Non è una questione di non voler sapere se si ha il virus, è una questione di quantitativi di falsi positivi e falsi negativi in rapporto a veri positivi e negativi.
Una persona positiva va in giro, viene in contatto con cinquanta persone al giorno per una settimana, tutti usano i dispositivi di protezione, il virus si diffonde pochissimo, ma 200/300 persone ricevono allarme di possibile contagio. Probabilità piuttosto alta di inutili conseguenze, sia concrete che psicologiche
Nello stesso momento un positivo senza app va in giro, magari senza protezioni, il virus si diffonde molto e nessuno sa niente, supportati inoltre dal falso senso di sicurezza che l'app non ha dato alcun allarme.
Abbiamo quindi uno spostamento e concentrazione delle attenzioni verso casi di bassa probabilità di contagio, a discapito di situazioni dove la diffusione è invece più facile.
Se l'app si diffonde poco, allora il suo funzionamento viene a mancare.
E niente fa pensare che l'app si diffonderà molto.
Come ogni misura, bisogna valutare pro e contro. Dal mio punto di vista, con le condizioni attuali, i contro sono maggiori dei pro. Al limite di diventare inutile.
a ma allora siete de coccio, anzi di granito.
in Android il GPS DEVE essere attivo, dicono che non lo usano,
ma Immuni lo attiva di default.
ho appena fatto la prova ad attivare il solo BT e il servizio
risulta NON ATTIVO
Geolocalizzazione non significa GPS, sono due tecnologie diverse. In ogni caso è una limitazione di Android (quindi di Google), non c'è bisogno di sparare sull'informatica italica (che per una volta ha scelto un'eccellenza del settore e ha fatto un ottimo lavoro).
Siete sicuri che non avrete conseguenze poi con il lavoro ? E per cosa ? Per una notifica arrivata per il "contatto" con uno in coda dietro qualche metro con cui neanche avete mai parlato ?
Sicuri che l'app sia per noi e non invece uno scarica responsabilità di qualcun'altro?
Ma che senso ha?
Questa app ha accesso a:
- Accesso completo alla rete
- Impedire al dispositivo di andare in sospensione
- Eseguire all'avvio
- Vedere connessioni di rete
- Accoppiarsi con dispositivi Bluetooth
Per forza di cose deve stare in background, altrimenti come fa a scambiare gli identificativi dei telefoni che incontra? Accesso completo alla rete perché deve scaricare la lista di ID positivi al Covid. Usando il BLE (Bluetooth Low Energy) la quantità di batteria consumata è veramente irrisoria.
Tenuto conto che funziona da Android 5 in avanti, che c'è chi come me è contrario, chi non la sa scaricare, chi non usa il cellulare (bambini) forse sarebbe il caso di insistere nello spendere meglio i ns. soldi in tamponi,esami sierologici e reagenti.
Poi magari una bella riforma del SSN sarebbe un bel film da realizzare ma un paese che ha più premura di riaprire il calcio che le scuole non ha futuro.
L'app Immuni è stata sviluppata in modo totalmente gratuito. I nostri soldi pubblici e le tasse sono al sicuro.
Una persona positiva va in giro, viene in contatto con cinquanta persone al giorno per una settimana, tutti usano i dispositivi di protezione, il virus si diffonde pochissimo, ma 200/300 persone ricevono allarme di possibile contagio. Probabilità piuttosto alta di inutili conseguenze, sia concrete che psicologiche
Nello stesso momento un positivo senza app va in giro, magari senza protezioni, il virus si diffonde molto e nessuno sa niente, supportati inoltre dal falso senso di sicurezza che l'app non ha dato alcun allarme.
Abbiamo quindi uno spostamento e concentrazione delle attenzioni verso casi di bassa probabilità di contagio, a discapito di situazioni dove la diffusione è invece più facile.
Se l'app si diffonde poco, allora il suo funzionamento viene a mancare.
E niente fa pensare che l'app si diffonderà molto.
Come ogni misura, bisogna valutare pro e contro. Dal mio punto di vista, con le condizioni attuali, i contro sono maggiori dei pro. Al limite di diventare inutile.
Quindi fammi capire, dato che hai paura che l'app non funzioni perché la installeranno in pochi, tu non la installi? Meglio avere falsi positivi, che altri due mesi in lockdown, imho. Non sostengo l'idea dell'app Immuni che risolverà questa crisi, e non è neanche detto che funzioni veramente, ma se nn le diamo neanche questa possibilità allora ci diamo la zappa sui piedi.
Più che altro lo scandalo è come mai così tante persone comprino Huawei, data la nota qualità software di questo marchio. Certo farà anche delle belle foto, ma il software fa schifo. Il problema non è di Immuni per gli Huawei, ma è una questione tra Google e Huawei, dato che hanno litigato succedono dei casini, non tutti gli smartphone hanno l'ultima versione dei Google Play Services (necessaria al funzionamento) e se ce l'hanno funziona male. E poi ripeto ancora una volta. Avere attiva la geolocalizzazione non significa che Immuni usa il GPS, Android classifica il BLE come fonte potenziale di geolocalizzazione, quindi per attivarlo deve avere accesso a quello. Se siete preoccupati che le altre app accedano alla geolocalizzazione, togliete l'autorizzazione alla geolocalizzazione a quelle app. Sempre che abbiate un sistema operativo che ve lo permetta, e non quella ciofeca di EMUI. "Da come è stata sviluppata", il sorgente è su GitHub, la documentazione è super puntuale. È fatta bene, per una volta. Molto bene.
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