Huawei punta a ritornare sul trono degli smartphone

Guo Ping, presidente di Huawei, si mostra fiducioso del ritorno dell'azienda ai vertici del mercato consumer nei prossimi anni; resta solo da capire in che modo ci riuscirà visti gli effetti del ban americano
di Paolo Corsini pubblicata il 19 Agosto 2021, alle 08:41 nel canale TelefoniaHuaweiSamsungTSMC
Nonostante il ban ricevuto dall'amministrazione Trump nel 2019 e il mantenimento di questa condizione anche negli anni seguenti pur con il cambio di presidente, Huawei continua ad impegnarsi nel settore consumer ferma nell'obiettivo di ritornare primo produttore di smartphone a livello globale.
Lo riporta Reuters nel pubblicare le parole del Presidente dell'azienda Guo Ping, che ha affermato che "Tutti sanno che i chip dei telefoni hanno bisogno di una tecnologia avanzata di piccole dimensioni con un basso consumo energetico. Huawei può progettarlo, ma nessuno può aiutarci a realizzarlo: siamo bloccati". E' evidente quindi come il ban e l'impossibilità di far produrre a fonderie terze i propri chip rappresenti un enorme ostacolo allo sviluppo per Huawei.
D'altro canto Ping si mostra fiducioso per il futuro: "Huawei continuerà ad esistere nel campo dei telefoni cellulari e con i continui progressi nella produzione di chip, il trono degli smartphone alla fine tornerà". Non ha però elaborato in che modo Huawei potrà vedere le proprie soluzioni costruite da qualche produttore di semiconduttori, visto il ban in atto.
Queste affermazioni, fatte durante una sessione di Q&A interna all'azienda, portano a immaginare che la strategia di Huawei possa essere quella di dotarsi al proprio interno di una capacità produttiva di semiconduttori che sia autonoma da partner esterni, o comunque delegata ad un'azienda cinese che non sfrutti tecnologie di matrice americana a lei bloccate.
Questo scenario teorico richiederà però molto tempo prima di poter venire implementato da Huawei, sempre che sia possibile. La Cina possiede della propria capacità produttiva interna ma non al punto da poter avvicinare la complessità tecnologica dei chip richiesti per il mercato dei device mobile, come quelli prodotti al momento da aziende quali TSMC e Samsung.
Non dobbiamo in ogni caso dimenticare che Huawei non è solo business e attività consumer: l'azienda cinese è infatti uno dei principali player di mercato nel settore delle soluzioni di connettività, fortemente impegnata nel settore delle trasmissioni 5G. Nel corso del 2021 e del 2022 Huawei lavorerà direttamente nell'espansione del network 5G in Cina, attività che porterà a un notevole impatto economico e che permetterà all'azienda quantomeno di bilanciare la difficile situazione che vive da oltre 2 anni a questa parte nel mercato dei dispositivi mobile.
In ogni caso le ambizioni dell'azienda non sono mutate: ritornare ad essere un produttore di riferimento anche nel mondo dei device consumer a dispetto dei ban ricevuto dall'amministrazione USA.
6 Commenti
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Mi sfugge qualcosa.
è tutta colpa del 5G... #noncelovoglionodire
scherzi e coMBlotti a parte, in effetti, è un paradosso. Il problema è iniziato indubbiamente con il 5G, ma in teoria, doveva estendersi al resto. Non è che posso usare i processori Intel ma non i Qualcomm .. il ban era indetto per l'intera tecnologia di provenienza americana, mentre adesso, sembra ristretto ai soli servizi GOOGLE... ovviamente è chiaro come il solo che sono solo giochi politici...
Mi sfugge qualcosa.
Si anch'io ho questo dubbio, per gli smartphone sarebbe una questione strategica, come mai i computer no?
Perché nel 5G Huawei stava per arrivare a controllare il grosso dell'infrastruttura e pure la maggior parte degli smartphone in circolazione.
Per gli USA era un rischio strategico inaccettabile.
Per quel che riguarda i computer invece, la maggior parte di essi è basata su tecnologia statunitense o prodotta da alleati e Huawei non ha una posizione così dominante.
Senza contare che l'IME ed altre cosucce presenti nei core Intel ed AMD non è che mi lasciano tranquillo sul lato cybersecurity ... e penso nemmeno il governo cinese.
Aspè, il corrispondente Amd dell'intel IME si chiama AMD Secure Technology (psp) e, a differenza di IME, è disattivabile sulle cpu amd da fine 2017 circa.
non capisco cosa ci azzecchi l'infrastruttura con uno smartphone client (e con i servizi google!)
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