Huawei non cede! Rimasta senza Google Play offre 1 miliardo di dollari agli sviluppatori
L'obiettivo è quello di espandere velocemente Huawei AppGallery, l'alternativa al Google Play Store, visto che ad oggi conta solo 45 mila app contro le 3 milioni dello store Google
di Nino Grasso pubblicata il 20 Settembre 2019, alle 20:01 nel canale TelefoniaHuaweiAndroid
La grande scommessa di Huawei per l'ultima parte dell'anno, e probabilmente anche oltre, non è la nuova serie Mate 30. Essendo rimasta priva dei servizi Google e nello specifico di Google Play Store l'azienda deve trovare un'alternativa. E un'alternativa c'è già in casa, ed è AppGallery, lo store di applicazioni proprietario supervisionato dalla stessa Huawei. I nuovi smartphone dell'azienda non hanno i servizi Google preinstallati, ma vengono forniti con AppGallery come unico store nativo.
Se da una parte gli utenti un po' più pratici della norma avranno già in mente decine di metodi per installare i servizi Google senza alcun problema o limitazione di sorta, dall'altra Huawei è ormai un brand di massa con decine di milioni di top di gamma venduti ogni anno. Di contro Huawei AppGallery dispone di 45 mila app al suo interno (un'inezia nei confronti delle quasi 3 milioni presenti su Google Play) e ha bisogno di essere espanso velocemente se vuole rappresentare un'alternativa valida allo store della Grande G.
La prima soluzione al problema potrebbe essere di tipo finanziario: secondo il CEO di Huawei Richard Yu è imminente il nuovo HMS Ecosystem Incentive Program, un programma con il quale l'azienda investirà un miliardo di dollari per incoraggiare e semplificare agli sviluppatori il passaggio all'ecosistema proprietario per gli utenti fuori dalla Cina. Gli sviluppatori riceveranno l'85% dei proventi su AppGallery, quindi più del 70% garantito da Google ed Apple sugli store rispettivamente proprietari.
Un miliardo di dollari agli sviluppatori dell'ecosistema Huawei
I nuovi Mate 30, e probabilmente tutti i successivi smartphone Huawei, vengono proposti con la versione open-source di Android, quindi senza le licenze a pagamento dei servizi di Big, per via del bando di Trump e dell'inserimento del nome dell'azienda cinese all'interno di una cosiddetta "Entity List". Le aziende americane non possono collaborare con Huawei, quindi Google (e anche Microsoft, Qualcomm o ARM, di riflesso) non hanno modo di offrire le licenze alla compagnia che - fin qui - è stata uno dei più prolifici partner.
"Siamo stati costretti a farlo", ha dichiarato Yu durante la presentazione del nuovo programma e dei nuovi smartphone. "Abbiamo un ottimo rapporto con Google, ma il governo americano ci ha costretto a fare ciò e non abbiamo altre opzioni", ha poi concluso il CEO di Huawei.
66 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoSe dalle 3 milioni del play store, togliamo quelle clonate, quelle truffa, quelle piene di bloatware, quelle infette, quelle inutili, ecc ecc ne rimane un decimo.
Direi che non ci vorrà molto a colmare il divario con la giusta spinta economica e con l'enorme massa a cui si rivolge che parte in primis dalla clientela cinese per cui c'è quindi convenienza a sviluppare per poi abbracciare il resto del mondo.
Con la politica del "tirarsi la zappa sui piedi" Trump gli sta mettendo un po' i bastoni tra le ruote ora per fargli un grosso favore per il futuro.
Se dalle 3 milioni del play store, togliamo quelle clonate, quelle truffa, quelle piene di bloatware, quelle infette, quelle inutili, ecc ecc ne rimane un decimo.
Direi che non ci vorrà molto a colmare il divario con la giusta spinta economica e con l'enorme massa a cui si rivolge che parte in primis dalla clientela cinese per cui c'è quindi convenienza a sviluppare per poi abbracciare il resto del mondo.
Con la politica del "tirarsi la zappa sui piedi" Trump gli sta mettendo un po' i bastoni tra le ruote ora per fargli un grosso favore per il futuro.
Si diceva lo stesso di windows. Bisognerebbe vedere la qualita' di ste 45k, potrebbero anche essere al 99% schifezze.
Mi ricorda molto da vicino quella di windows mobile. Alla fine, il risultato è stato deludente oltrechè disastroso.
Certamente, ma a parte le attuali, rimane il discorso che se Huawei diventa indipendente gli sviluppatori non si faranno scappare un mercato che potrebbe diventare anche più grande di quello che è attualmente il play store, dato che in Cina si userà primariamente quello, ed in Cina sono tantini, e Huawei è già un marchio che vende a livello globale, ha tutte le carte in regola per affiancarsi senza troppi problemi.
Certo che se ci riuscissero... ciao Trump (e Google...)
Non vedo il problema ....
Fornite un compilatore ad hoc, promettete qualche soldo di più agli sviluppatori e questi ricompilano il software per il nuovo store SE addirittura non è già compatibile (difficile). E fine del problema.Senza google play services la meta della merda su playstore non gira.
Senza google maps, il 90% delle app che includono mappe non vanno.
Senza google maps, l'utonto medio si domanda "ma ndo stanno google maps"? e si piglia samsung o ifogna.
Un miliardo buttato nel cesso. avrebbero fatto meglio a chiudere la divisione.
Parli di chiudere la divisione smartphone di Huawei come fosse un capanno delgi attrezzi.
E' il settore principale dell'azienda che fattura miliardi.
Secondo te lo chiudono così come fosse acqua fresca?
Comunque i google services, il play store e tutti iservizi google, se ho ben capito, possono essere installati manulamente senza il minimo problema o limitazione. Il che è parecchio confortante.
Adesso per huawei resta lo scoglio di trovare qualche gabola per consentire altrettanto agli utenti "livello zero" che senza dubbio sono tanti.
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