Google deve aprire Android agli store di terze parti: vittoria per Epic Games

Il colosso tecnologico Google dovrà consentire l'accesso di app store di terze parti al suo Play Store, in seguito a una sentenza del tribunale federale statunitense. Questa decisione potrebbe comportare un importante cambiamento nel panorama delle app per dispositivi Android.
di Nino Grasso pubblicata il 08 Ottobre 2024, alle 15:01 nel canale TelefoniaGoogleEpic Games
Un'ingiunzione permanente emessa dal giudice federale James Donato obbliga Google ad aprire il suo Play Store di Android alla concorrenza per i prossimi tre anni. Una sentenza che rappresenta l'epilogo di una battaglia legale durata quattro anni tra il gigante di Mountain View ed Epic Games, sviluppatore del popolare Fortnite.
L'ordine del tribunale impone a Google di consentire l'accesso all'intero catalogo di app presenti su Play Store agli app store di terze parti. Inoltre, l'azienda dovrà rendere disponibili questi negozi alternativi per il download direttamente dal suo store ufficiale. La decisione del tribunale ha l'obiettivo di promuovere una maggiore competizione nel mercato delle app per dispositivi Android.
Google, sconfitta epica contro Epic Games: Big G farà ricorso
Tra le disposizioni chiave dell'ingiunzione figura il divieto per Google di stipulare accordi esclusivi basati su commissioni o condivisione dei ricavi per il lancio di app unicamente sul Play Store. Allo stesso modo, l'azienda non potrà più preinstallare il proprio negozio su nuovi dispositivi hardware come condizione esclusiva. La sentenza introduce anche modifiche significative nel sistema di fatturazione: la Grande G non potrà più imporre agli sviluppatori l'utilizzo del proprio sistema di pagamento, né impedire loro di informare gli utenti su opzioni di pagamento più convenienti al di fuori del Play Store.
Per garantire il rispetto delle nuove regole, verrà istituito un comitato di supervisione composto da tre membri. Google ed Epic Games contribuiranno alla formazione di questo organismo, che avrà il compito di monitorare la conformità di Google e gestire eventuali questioni tecniche derivanti dall'attuazione della sentenza. La reazione di Google non si è fatta attendere: Lee-Anne Mulholland, vicepresidente degli affari normativi dell'azienda, ha annunciato l'intenzione di presentare appello contro la decisione, sostenendo che il verdetto non tenga conto della natura aperta della piattaforma Android, e sottolineando come gli sviluppatori abbiano sempre avuto molteplici opzioni per distribuire le loro applicazioni senza grandi limitazioni.
Google argomenta che la maggior parte dei dispositivi Android viene fornita con due o più app store preinstallati, citando come esempio la disponibilità di Fortnite su piattaforme alternative come Samsung Galaxy Store ed Epic Games Store, anche quando l'app non era distribuita tramite Play Store. La decisione del tribunale, tuttavia, fa seguito a un verdetto unanime emesso lo scorso dicembre, in cui una giuria aveva stabilito che il Play Store di Google violava le leggi antitrust statunitensi. Il verdetto aveva riconosciuto l'esistenza di un monopolio illegale nella distribuzione di app e nella fatturazione in-app per i dispositivi Android, oltre a giudicare anticoncorrenziali gli accordi di Google con altre società di giochi e produttori di dispositivi.
Ricordiamo che Epic Games ha citato in giudizio Google il 13 agosto 2020, lo stesso giorno in cui ha fatto causa anche ad Apple. L'azione legale è stata una risposta a una strategia premeditata di Epic per eludere la commissione del 30% sugli acquisti in-app, attuata tramite un aggiornamento improvviso del gioco Fortnite. In reazione, sia Google che Apple hanno rimosso Fortnite dai loro app store, scatenando una campagna di protesta #FreeFortnite e ulteriori cause legali contro entrambe le aziende, accusate di pratiche monopolistiche. Nel caso contro Apple, Epic ha subito una parziale sconfitta, con la Corte Suprema che ha respinto il suo appello finale a gennaio. L'unico risultato favorevole per Epic è stato un ordine che ha abolito le "regole anti-steering" di Apple, consentendo agli sviluppatori di informare i clienti su come evitare i sistemi di pagamento di Apple.
Per Google, la decisione di Donato si configura invece come una totale sconfitta. L'apertura forzata di Play Store potrebbe avere ripercussioni significative sull'ecosistema delle app Android, offrendo potenzialmente agli utenti una maggiore scelta e agli sviluppatori nuove opportunità di distribuzione. Vedremo, nel prossimo futuro, quali saranno le reazioni alla volontà di Google di fare ricorso ed, eventualmente, come il colosso implementerà le modifiche e quali saranno le conseguenze a lungo termine per il mercato delle applicazioni mobili.
8 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoquesta cosa di mettere poi store terzi dentro il play store mi sembra senza un senso logico
questa cosa di mettere poi store terzi dentro il play store mi sembra senza un senso logico
Concordo.
Quindi è bene ufficializzare che se uno store alternativo esiste possa essere caricato senza strani giri.
questa cosa di mettere poi store terzi dentro il play store mi sembra senza un senso logico
il senso mi sa che è che ora possono andare a gamba tesa pure su iOS anche in USA..
Quindi è bene ufficializzare che se uno store alternativo esiste possa essere caricato senza strani giri.
già... perchè invece è noto e stranoto che tutto quello che arriva dal google market è roba buona e funzionale
Be dai.... si potrà installare l'Apple Store.... :3 (Apple Revenge !!!)
questa cosa di mettere poi store terzi dentro il play store mi sembra senza un senso logico
Il senso logico c'è perche cosí epic e altri store possono sponsorizzare il proprio store e farsi conoscere.
Poi, visto che la maggior parte del business è sui f2p e con acquisti in app, sarà dura convincere i clienti a scaricare lo stesso gioco da un altra app , a meno di regalie varie.
Quindi è bene ufficializzare che se uno store alternativo esiste possa essere caricato senza strani giri.
Non proprio . L'idea base era quella poi è stata cambiata perche non praticabile .
Adesso hanno in cantiere un sistema che riconosce app cloni non firmate e le disistalla senza chiedere il permesso.
Penso che sia skippabile creando app diverse ma con le solite funzioni , ma è tutto da vedere.
Sto pensano a revanced.
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