Epic Games ha vinto la causa contro Google: esercita un monopolio illegale sulle app Android
Una giuria ha stabilito che Google sta abusando della sua posizione nel mercato delle app Android applicando commissioni esorbitanti, soffocando la concorrenza e riducendo l'innovazione. Un vero e proprio monopolio. Esulta Epic Games, mentre Google si prepara all'appello.
di Manolo De Agostini pubblicata il 12 Dicembre 2023, alle 07:31 nel canale TelefoniaFortniteEpic GamesGoogle
Epic Games ha vinto la sua battaglia contro Google per "pratiche monopolistiche" e "concorrenza sleale" nel campo degli app store. La vicenda parte 3 anni fa, quando Epic Games forzò la mano proponendo in Fornite un metodo di pagamento diretto che aggirava le politiche di App Store e Google Play, portando i due colossi a rimuovere il titolo dai rispettivi negozi digitali.
Epic Games intentò subito cause legali contro i due colossi con l'obiettivo di scardinare quello che riteneva un monopolio nella distribuzione dei contenuti e negli incassi sulle transazioni in app. Al centro dei procedimenti, ma non solo, la trattenuta del 30% su tutti gli acquisti fatti tramite le piattaforme, mediati da sistemi di fatturazione proprietari.
Nelle scorse ore la giuria del tribunale distrettuale degli Stati Uniti per il distretto settentrionale della California ha emesso un verdetto (all'unanimità) con il quale ha stabilito che Google Play e il servizio di pagamento in-app integrato sono dei monopoli illegali che violano le leggi antitrust e, di conseguenza, Epic Games, gli sviluppatori in generale e i consumatori hanno subito dei danni. Anche "Project Hug" / "Games Velocity", il programma per attrarre gli sviluppatori di giochi, nonché gli accordi stretti con OEM sono stati tutti ritenuti anticoncorrenziali.

"Abbiamo intenzione di contestare il verdetto", ha dichiarato Wilson White, vicepresidente di Google per affari governativi e politiche pubbliche. "Android e Google Play offrono più scelta e apertura rispetto a qualsiasi altra importante piattaforma mobile. Il processo ha chiarito che competiamo ferocemente con Apple e il suo App Store, nonché con gli app store su dispositivi Android e console di gioco. Continueremo a difendere il modello di business Android e resteremo profondamente impegnati nei confronti dei nostri utenti, dei partner e dell'ecosistema Android nel suo complesso".
La casa madre di Fortnite, in un post sul proprio sito, ha dichiarato: "Il verdetto di oggi è una vittoria per tutti gli sviluppatori di app e i consumatori di tutto il mondo. Dimostra che le pratiche dell'app store di Google sono illegali e che abusano del loro monopolio per ottenere commissioni esorbitanti, soffocare la concorrenza e ridurre l'innovazione".
"Nel corso del processo abbiamo avuto la prova che Google era disposta a pagare miliardi di dollari per soffocare app store alternativi, pagando gli sviluppatori affinché abbandonassero i propri sforzi per negozi e piani di distribuzione diretta e offrendo accordi altamente redditizi con i produttori di dispositivi in cambio dell'esclusione degli app store concorrenti".
Così facendo Google controlla il 95% delle app distribuite su Android e può mantenere "una tassa del 30%" perché nessun altro competitor può emergere e offrire accordi più vantaggiosi. "E i dirigenti di Google hanno riconosciuto in tribunale che la loro offerta di una tassa del 26% sulle opzioni di pagamento di terze parti è una scelta falsa per gli sviluppatori".
"Le prove presentate in questo caso dimostrano l'urgente necessità di leggi e regolamenti che affrontino la stretta mortale di Apple e Google sugli smartphone", aggiunge Epic Games.
Al momento non è chiaro quali saranno gli sviluppi di questo verdetto emesso dalla giuria, sarà il giudice James Donato a dover stabilire i rimedi appropriati. Epic Games non ha richiesto risarcimenti economici, ma si è battuta per poter introdurre app store e servizi di pagamento alternativi su Android.
Le parti incontreranno il giudice Donato nella seconda settimana di gennaio per discutere dei possibili rimedi. Il giudice ha già fatto sapere che non accoglierà l'ulteriore richiesta di Epic di un provvedimento antielusione che impedisca a Google di reintrodurre gli stessi vincoli con soluzioni creative alternative, né stabilirà di suo pugno la percentuale trattenuta su ogni acquisto che Google dovrà fissare.
Diversamente è andata la causa parallela intentata da Epic Games contro Apple, con strascichi presso la Corte Suprema che sono ancora in corso. L'impianto accusatorio di Epic Games non passò due anni fa, con il giudice Yvonne Gonzalez Rogers che fondamentalmente diede ragione a Apple, con piccole vittorie marginali per Epic. In molti ritengono che quel processo sarebbe andato diversamente se a stabilire il verdetto vi fosse stata una giuria e non un giudice.










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11 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoApple, ad oggi, non è in posizione dominante (grazie anche al fatto che iOS gira solo su smartphone, mentre Android di Google è "ovunque"
In pratica Epic venne buttata fuori da Apple Store ma Apple fu costretta a fare quello che Epic chiedeva.
Questa sentenza, non solo riprende le leggi che sono state successivamente introdotte ma ne rafforza la validità.
android qualsiasi produttore lo può modificare, esistonore stoee alternativi, chiunque può installare app di terzi senza problemi. tutte cose che si iOS non esistono e non si possono fare. quindi il problema esiste solo in casa Apple e non in casa Google.
Però tu credo stia ragionando a livello globale ma qui si parla degli USA dove ad una ricerca veloce In the US, iPhone has a 57.93% market share mentre tutti i produttori Android messi assieme fanno il 41%
credo tu non possa togliere il playstore e non possa usare sistemi di pagamento che non paghino la fee a google (che è il problema di epic che voleva non pagare l'extra fee per i pagamenti interni a fortnite)
credo, ma siamo sempre nell'ambito delle ipotesi, che con android di google si includano non solo smartphone e quindi il numero vada a favore di google
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