Sandisk ExtremeFFS cambia il metodo di gestione della memoria flash
presentato un nuovo metodo di gestione della memoria per SSD, in grado, secondo il produttore, di migliorare prestazioni e affidabilità
di Gabriele Burgazzi pubblicata il 06 Novembre 2008, alle 09:08 nel canale StorageSandisk
È stato Rich Heye, senior vice president e general manager della Solid-state drive business unit di Sandisk, a parlare per primo, nel corso del WinHEC 2008, di ExtremeFss, il nuovo sistema di gestione della memoria in grado di migliorare performance e affidabilità delle unità a stato solido.
La nuova tecnologia si basa su di un algoritmo page-based, che non associa alla locazione fisica quella logica: in questo modo, i dati scritti, vengono posizionati làddove risultano essere più comodi da raggiungere, migliorando, di fatto, l'efficienza dell'unità SSD. L'architettura su cui si basa la nuova tecnologia è di tipo non-blocking, consentendo così ai moduli flash di operare in modo completamente indipendente e ottimizzando le sessioni di scrittura e cancellazione anche se eseguite contemporaneamente. ExtremeFFS è in grado inoltre di "apprendere" le abitudini dell'utente, ottimizzando così la localizzazione dei file all'interno della memoria, un po' come la tecnologia prefetch che troviamo in Windows. “Questa caratteristica potrebbe non mostrarsi nei benchmark, ma crediamo che sia la cosa migliore da fare per i consumatori finali” ha dichiarato Heye.
Nel corso della presentazione Heye ha inoltre introdotto vRPM (Virtual Revolution per minutes) e LDE (Long-Term data endurance), rispettivamente, un nuovo metro di riferimento per valutare le performance degli SSD, rendendo così più semplice la comparazione tra memorie statiche e hard disk tradizionali e uno strumento in grado di memorizzare il numero di dati scritti e memorizzati su ogni singola cella, ottimizzando così l'utilizzo di tutto lo spazio dell'SSD a rotazione.
Joseph Unsworth, research director di Gartner, parlando di vRPM ha dichiarato: "C’è stata una inondazione di prodotti SSD con diversi livelli di qualità che hanno creato inutili aspettative e grande confusione sia nei consumatori sia nelle aziende. Il mercato si basa su comuni metodi di valutazione che possono articolare in modo chiaro il valore di una memoria SSD. Simili basi strumentali sono l’ideale nel guidare la comprensione degli utenti finali e facilitano la conseguente adozione di tali prodotti, grazie anche ad un inevitabile calo di prezzo”
18 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoPreferisco un SSD che ha 130MB/s in lettura e 110 in scrittura piuttosto che uno che ha 150 in lettura e 60 in scrittura ...
ciao
sbaglio o nel caso degli SSD la frammentazione non peggiora le performance di lettura?
mi sembra che la velocità di lettura di una cella sia indipendente dalla sua posizione, non essendoci una parte meccanica che si sposta sulla cella da leggere.
mi sembra che la velocità di lettura di una cella sia indipendente dalla sua posizione, non essendoci una parte meccanica che si sposta sulla cella da leggere.
teoricamente una ssd frammentata e una con tutti i file continui dovrebbero avere le stesse performance
ma generalmente i controller tendono a caricare nel buffer oltre alla cella richiesta anche le successive (una solta di predizione di utilizzo) quindi in definitiva dovrebbe andare di meno
Era questo, che ci interessava.
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