Google analizza i dischi rigidi dei propri server

Molto interessanti i dati raccolti da Google nel corso di uno studio condotto sui dischi rigidi utilizzati sui propri server, che hanno riservato non poche sorprese
di Alessandro Bordin pubblicata il 20 Febbraio 2007, alle 12:15 nel canale StorageSorprendenti informazioni giungono da Google, anche se questa volta non nella forma di lista di link del più celebre fra i motori di ricerca. Google ha infatti tratto le somme di un'indagine condotta sui dischi rigidi utilizzati nei propri server dal 2001 all'agosto 2006. I dati risultano di grande importanza anche per il grande campione utilizzato per i test, ovvero ben 100.000 unità disco variamente assortite fra modelli da 5400 e 7200 giri, da 80 a 400 GB, sia ATA che SerialATA.
Google, per non fare della pubblicità all'uno o all'altro marchio, non ha reso noto, in questo documento riassuntivo in formato PDF, quale sia il brand più affidabile; non mancano in ogni caso risultati molto interessanti e per certi versi "rivoluzionari". A stupire è prima di tutto un dato extra-indagine, ovvero che Google non utilizzi sui propri server dischi SCSI o SAS, prediligenteo evidentemente lo spazio di archiviazione alle prestazioni pure dei dischi.
L'indagine è nata con il preciso intento di stabilire un rapporto fra il danneggiamento dei dischi rigidi e le cause che lo hanno causato, ed in che misura la tecnologia S.M.A.R.T. possa aiutare a prevenire il failure di una unità, magari grazie al monitoraggio della temperatura. Ebbene, quello che emerge è che i dati S.M.A.R.T. risultano pressoché inutili, così come viene smentita la credenza generale che ad una unità più calda corrisponda un maggiore rischio di rottura.
I dati possono essere considerati i più attendibli in assoluto, in quanto condotti su un campione che non ha precedenti, nemmeno nel testing effettuato dalle case produttrici. Altro dato interessante riguarda la scoperta che dischi utilizzati in maniera intensiva nell'arco di tre anni siano risultati più affidabili di dischi identici utlizzati con meno frequenza.
Assolutamente in controtendenza rispetto a quanto si crede, a parità di modello sono risultati più affidabili dischi operanti a temperature leggermente sopra la media rispetto alle unità raffreddate, mentre viene confermata una correlazione danno/temperatura solo a temperature davvero molto elevate.
Vero indice di problema in arrivo è risultato essere la segnalazione di un errore rilevato da uno scandisk (molto spesso un settore danneggiato): in questo caso, la possibilità che l'unità si danneggi irrimediabilmente entro due mesi aumenta di ben 39 volte rispetto ad unità prive di problemi. Nessuna delle informazioni S.M.A.R.T. dunque ha permesso di capire in anticipo quale unità potesse presentare problemi. Secondo Google, dunque, non fornirebbero alcuna informazion utile.
Morale: i dischi si sono rivelati più affidabili se stressati, con una temperatura di esercizio superiore alla media ed il tutto indipendenetemente dall'età dell'unità e dalle informazioni fornite dalla tencologia S.M.A.R.T. Non resta che leggere con calma tutte le 13 pagine del documento, e meditare attentamente.
65 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoAlla faccia di tutte le fisime che ci stanno rincorrendo su ventole sempre più mastodontiche davanti ai nostri HDD, che se superano i 40°C il commento generale è
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Chissa' che i risultati possano essere d'aiuto alle case produttrici di dischi (in primis) e possano anche costituire una base per rivedere i parametri della tecnlogia SMART per avere questa volta un valore MTTF (stima del tempo al prossimo guasto) che abbia un senso.
se non altro hanno confermato quello che già si sapeva almeno come voce popolare... se un disco si rompe in un settore... è meglio cambiarlo subito...
ps.. sono contento di aver pagato la tecnologia smart...
avevo soldi che mi impicciavano in tasca..
certo che se pubblicassero i loro dati relativi alle marche...................
oltre ai dati + clamorosi emersi, sorprendente anche che google non usi scsi/sas... avevo sempre pensato che, oltre a maggiori prestazioni per la maggiore vel. di rotazione, vista la fascia di mercato pro a cui le unità con tali interfacce sono rivolte, ed i prezzi, i dischi scsi/sas fossero costruti in modo da fronire anche affidabilità sensibilmente maggiore... se ad un colosso dell'it come google,il quale ha un core-business in cui proprio gli hdd sono cosa fondamentale, scsi/sas proprio non interessa, forse ci sono d afare serie rivalutazioni anche su questo tipo di prodotti ...
poi, con "scandisk" (fa molto win 9x
c'è anche un modo win-indipendente, significativo, ma semplice e rapido, per verificare l'insorgere dei problemi ? inoltre, ci sono altri test affidabili e magari ancor più dcisivi alla portata di tutti ?
(so che eventualmente anche altri os hanno tools analoghi, ma intendevo senza stare a installare un os solo per testare un disco...)
per esempio, le utilities di diagnostica e test, di cui non si parla, che tutti i produttori di hdd forniscono, sono vagamente affidabili o si basano sui dati SMART per la loro diagnosi dopo che hanno "testato" il disco ?
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