Trump blocca le GPU NVIDIA Blackwell in Cina, ma Microsoft le porterà negli Emirati Arabi
Donald Trump ha annunciato che i chip NVIDIA Blackwell resteranno esclusiva statunitense, escludendo la Cina. In parallelo, Microsoft ha ottenuto la prima licenza per esportare GPU NVIDIA negli Emirati Arabi Uniti, dando il via a un maxi piano d'investimenti nell'AI regionale da oltre 15 miliardi di dollari.
di Manolo De Agostini pubblicata il 03 Novembre 2025, alle 16:01 nel canale Schede VideoMicrosoftNVIDIABlackwell
Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha affermato che i chip AI più avanzati di NVIDIA, in particolare la serie Blackwell, dovrebbero essere riservati esclusivamente al mercato americano, escludendo la Cina e altri paesi considerati strategicamente sensibili.
Prima del vertice in Corea del Sud della scorsa settimana, Trump aveva lasciato intendere che avrebbe potuto discutere di chip con il presidente cinese Xi Jinping, pompando il titolo NVIDIA verso i 5000 miliardi di capitalizzazione, ma alla fine l'argomento non è stato trattato.
Durante un'intervista televisiva, Trump ha sostenuto che nessuna azienda straniera dovrebbe accedere alle versioni di punta dei processori NVIDIA, suggerendo così una futura linea più rigida rispetto alle precedenti politiche di esportazione. L'intento dichiarato è mantenere la supremazia statunitense nelle tecnologie legate all'intelligenza artificiale, un ambito sempre più cruciale per la competitività economica e la sicurezza nazionale.
Tuttavia, proprio venerdì scorso, NVIDIA ha dichiarato che fornirà oltre 260.000 GPU Blackwell alla Corea del Sud e ad alcune delle più grandi aziende del Paese, tra cui SK hynix e Samsung, entrambe fornitrici di memorie HBM a NVIDIA. Insomma, non è chiaro se la posizione di Trump diventerà in qualche modo effettiva e in che modo, ma se dovesse trovare attuazione segnerebbe uno sconvolgimento tanto per NVIDIA quanto per i vari clienti in giro per il mondo.

Il CEO Jensen Huang di NVIDIA ha più volte sottolineato che le vendite in Cina si sono praticamente azzerate, con un impatto diretto sui ricavi. Il mancato accesso al mercato cinese - che prima delle limitazioni rappresentava una quota rilevante delle entrate - si traduce in decine di miliardi di dollari potenziali volatilizzati.
L'unico spiraglio, a quanto pare, resta la possibilità di esportare versioni ridotte dei chip, come la serie Hopper H20. "Lasceremo che si occupino di NVIDIA, ma non in termini di tecnologia più avanzata", ha detto Trump in riferimento alle aziende cinesi.
NVIDIA non ha richiesto licenze di esportazione negli Stati Uniti per il mercato cinese a causa della posizione di Pechino, che sta cercando di reagire puntando su soluzioni interne come quelle di Huawei e Cambricon: "Hanno detto molto chiaramente che non vogliono che NVIDIA sia lì in questo momento", ha spiegato la scorsa settimana il CEO Huang.
Mentre il fronte asiatico resta bloccato, si apre un nuovo scenario in Medio Oriente. Microsoft ha infatti ottenuto dal Dipartimento del Commercio statunitense le licenze di esportazione per i chip NVIDIA verso gli Emirati Arabi Uniti, diventando la prima grande azienda a ricevere tale approvazione sotto l'amministrazione Trump.
Secondo quanto confermato dall'azienda, l'autorizzazione riguarda l'invio di decine di migliaia di GPU NVIDIA, incluse le più recenti GB300, e arriva dopo un rigoroso processo di verifica relativo a sicurezza informatica e protezione delle infrastrutture. Microsoft utilizzerà questi chip per potenziare la propria offerta cloud e per fornire accesso ai modelli di intelligenza artificiale di OpenAI, Anthropic e altri sviluppatori, all'interno dell'ecosistema Azure.
L'operazione si inserisce in un più ampio piano di espansione nel Golfo, con investimenti previsti per oltre 15 miliardi di dollari entro il 2030, inclusi progetti infrastrutturali e una partecipazione da 1,5 miliardi nella società locale G42, già attiva nello sviluppo di modelli AI su larga scala.
La concessione di queste licenze segna un cambio di passo: se da un lato gli Stati Uniti mantengono un blocco totale verso la Cina, dall'altro riconoscono ai partner del Golfo un ruolo crescente nel nuovo equilibrio dell'intelligenza artificiale. Per NVIDIA, questa apertura potrebbe rappresentare un parziale recupero dei mancati introiti asiatici, con il Medio Oriente destinato a diventare una delle aree chiave per la prossima fase di espansione globale dell'AI made in USA.
Il tutto sempre che Trump non decida di mettere in atto paletti tanto stringenti come suggerito nell'intervista. Decifrare le mosse del tycoon tra dichiarazioni e provvedimenti annunciati e poi ritirati è sempre un terno al lotto e, di conseguenza, lo scenario è in continuo mutamento.










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3 Commenti
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Ma come si fa a credere a queste panzane?
Senza un PP avanzato, chi gliele produce queste GPU alla Cina? Hanno milioni di impiegati che scalpellano i transistor nel silicio uno a uno?
Basta guardare il piano di sviluppo rilasciato da Huawei, l'azienda più avanzata della Cina da questo punto di vista (con accessi anche alle tecnologie occidentali avanzate sotto banco):
La GPU Ascent 970 del 2028 ha una capacità di calcolo FP8 prevista di 4 PFLOPS. Blackwell OGGI ne fa 10. Devono così integrarne di GPU per arrivare alla stessa potenza di calcolo. Se fosse disponibile oggi significa che necessiterebbero 2.5x il numero di GPU per eguagliare Blackwell (consumi non pervenuti così come i costi di tali soluzioni realizzate con un PP del 2016). Nel 2028 con Ruby Ultra che userà interconnessioni ottiche, saranno almeno a un 10x.
Sì certo ce la possono fare a tenere il passo dell'occidente nella corsa all'AI (Qualunque cosa questo significhi o impatti) ma a 10x il costo.
Vero che hanno quantità di di soldi, materiali ed energia praticamente infiniti, ma vedi bene che senza la tecnologia occidentale devono fare dei miracoli con costi proibitivi solo per cercare di stare al passo.
O si inventano qualcosa (tipo invasione di Taiwan) oppure il divario crescerà man mano che qui si potranno avere PP EUV sempre più avanzati e là stanno fermi con il DUV.
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