NVIDIA ha fatto causa alla Commissione europea sul 'caso Run:ai'

NVIDIA ha fatto causa alla Commissione europea sul 'caso Run:ai'

NVIDIA ha portato l'antitrust UE in tribunale per l'acquisizione di Run:ai, contestando l'uso dell'Articolo 22 che regola il potere d'intervento su fusioni di carattere minore. L'acquisizione, comunque, è stata approvata lo scorso dicembre.

di pubblicata il , alle 06:59 nel canale Schede Video
NVIDIA
 

Sebbene la Commissione Europea abbia approvato lo scorso dicembre l'acquisizione da parte di NVIDIA della startup israeliana Run:ai, resta un ulteriore strascico in tribunale. Stavolta, però, nessuno cerca di bloccare l'operazione: è NVIDIA stessa ad aver denunciato gli organi antitrust dell'UE.

La società guidata da Jensen Huang ha citato in giudizio le autorità antitrust europee per aver accettato la richiesta italiana di esaminare l'acquisizione, sostenendo che tale decisione viola una precedente sentenza che limitava i loro poteri in materia di fusioni per le operazioni minori.

Al centro della disputa c'è l'Articolo 22, che consente all'UE di valutare acquisizioni e fusioni di piccole dimensioni anche quando non superano determinate soglie di fatturato che attiverebbero un'analisi automatica. L'UE sostiene di ricorrere a questa norma per monitorare le cosiddette acquisizioni "killer", in cui le grandi aziende acquistano startup per poi chiuderle. Tuttavia, molte imprese considerano tale pratica un eccesso di burocrazia che ostacola il mercato.

Secondo Reuters, il Tribunale dell'UE ha stabilito nel settembre dello scorso anno che la Commissione "non può incoraggiare o accettare rinvii di operazioni prive di una dimensione europea da parte delle autorità nazionali di controllo quando queste ultime non hanno i poteri per esaminarle in base alle proprie leggi nazionali".

La Commissione si è pronunciata dopo che l'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM) italiana aveva notificato l'operazione utilizzando i suoi poteri di "call-in", come previsto dalla legge italiana sulla concorrenza.

Ed è proprio a quella sentenza del Tribunale dell'UE che NVIDIA fa riferimento per contestare quanto accaduto, secondo un documento depositato su EUR-Lex.

"La decisione ha illegittimamente accettato una richiesta di rinvio da parte dell'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM), in merito a una transazione che non rientrava nelle soglie di controllo delle concentrazioni previste dal Regolamento UE sulle concentrazioni e dagli Stati membri, sulla base dell'esercizio da parte dell'AGCM di poteri di richiamo discrezionali, ex post, definiti in modo poco preciso", ha dichiarato NVIDIA.

Secondo la società statunitense, l'accoglimento della richiesta italiana violerebbe i principi di equilibrio istituzionale, certezza del diritto, proporzionalità e parità di trattamento. Inoltre, NVIDIA sostiene che la richiesta dell'AGCM sia stata presentata fuori tempo massimo.

Nella documentazione si legge, oltre alla richiesta di annullamento della decisione della Commissione di accettare il caso il 31 ottobre 2024, l'invito a "condannare la Commissione a sostenere le proprie spese e a pagare le spese legali e gli altri onorari e spese sostenuti da NVIDIA in relazione al presente ricorso".

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