Nove fermi a Singapore per esportazione illecita di acceleratori NVIDIA: così le GPU finivano in Cina

Nove fermi a Singapore per esportazione illecita di acceleratori NVIDIA: così le GPU finivano in Cina

Secondo le autorità singaporiane, alcune società distribuivano schede video NVIDIA in Cina violando le restrizioni statunitensi. Nove le persone accusate di associazione per delinquere e frode

di pubblicata il , alle 13:51 nel canale Schede Video
NVIDIAGeForceRTXgaming hardware
 

Non è la prima volta che parliamo di contrabbando di hardware, ma quando si tratta di GPU la questione si fa decisamente seria. A Singapore, nove persone sono in stato di fermo sospettate di associazione per delinquere e frode a causa dell'esportazione illegale in Cina di GPU NVIDIA per l'IA.

Da quando gli Stati Uniti hanno limitato le esportazioni in Cina, inevitabilmente il contrabbando è aumentato con intere nazioni a fare da ponte per aggirare le normative. Non a caso, come ultimo atto del suo governo, l'amministrazione Biden ha emanato un aggiornamento della regolamentazione che riduce ulteriormente il numero di "paesi alleati" a cui è garantito l'acquisto senza limitazioni di GPU, il che esclude buona parte dei paesi del Medio Oriente.

Tra le "nazioni-ponte", a quanto pare, c'è anche la città Stato di Singapore. Il piccolo paese dell'Asia sudorientale ha coperto solo l'1% del fatturato trimestrale di NVIDIA secondo i dati diffusi da Bloomberg, ma 350 milioni di dollari sono comunque una quantità notevole di acceleratori che, secondo le prima indagini, sono in parte finiti nel mercato cinese.

Sono 22 le sedi in cui hanno fatto irruzione le autorità singaporiane, le quali ritengono che le società, fornitrici di server, abbiano venduto illegalmente le GPU. In sostanza, sarebbero stati indicati diversi paesi di destinazione mentre, in realtà, le schede venivano esportate in Cina.

Tra i fermati, come riportano i media locali, ci sarebbe anche un cittadino cinese che probabilmente aveva un ruolo di intermediazione. Le autorità stanno ancora accertando se le restrizioni statunitensi siano state violate o meno. Nel caso in cui le accuse venissero confermate, gli imputati rischiano fino a 20 anni di carcere e una multa piuttosto salata. Nel frattempo, NVIDIA non ha voluto rilasciare alcun commento sulla vicenda.

6 Commenti
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Gringo [ITF]03 Marzo 2025, 14:34 #1
Pure con la prima crisi finivano in Cina, direttamente dalla fabbrica
...e lo "shortage"...
supertigrotto03 Marzo 2025, 15:59 #2
Huang sarà furioso.....
Gringo [ITF]03 Marzo 2025, 16:04 #3
Huang sarà furioso.....

...si sta piangendo perchè non sa dove mettere le pile di Renminbi e Yuan.
supertigrotto03 Marzo 2025, 17:48 #4
Originariamente inviato da: Gringo [ITF]
...si sta piangendo perchè non sa dove mettere le pile di Renminbi e Yuan.


Le avessi io le pile di Renminbi e Yuan.....
Purtroppo a Huang (ma anche agli altri) aver limitato il mercato Cinese,significa perdere una montagna di soldi,difatti cercava in qualche modo di vendere al mercato cinese con la serie 800.
Non ci metto la mano sul fuoco ma penso che Huang sapesse che veniva venduto alla Cina il suo materiale usando un "gioco di scatole cinesi"
alexfri03 Marzo 2025, 21:42 #5
Balordi (Huang e la su cricca), non gli basta mai, se siamo nel casino globale in cui siamo lo dobbiamo a personacce di questa caratura.
Unrue04 Marzo 2025, 08:25 #6
Originariamente inviato da: supertigrotto
Huang sarà furioso.....


Direi di si, perché rischia una sanzione. Deve fare attenzione a chi le vende.

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