Il retroscena sul maxi accordo NVIDIA-OpenAI: come Huang ha salvato la partnership
Secondo un'inchiesta del Wall Street Journal, il maxi accordo tra NVIDIA e OpenAI da 100 miliardi di dollari ha rischiato di saltare durante le trattative iniziali. Dopo l'interesse di OpenAI verso i chip Google TPU, Jensen Huang sarebbe intervenuto personalmente per riavviare le negoziazioni e preservare la posizione dominante di NVIDIA nell'AI.
di Manolo De Agostini pubblicata il 21 Ottobre 2025, alle 09:01 nel canale Schede VideoGoogleOpenAINVIDIA
Emerge un retroscena attorno al colossale accordo tra NVIDIA e OpenAI, valutato in circa 100 miliardi di dollari. Secondo quanto riportato dal Wall Street Journal, l'intesa - che prevede la fornitura di milioni di GPU per un consumo complessivo di dieci gigawatt - avrebbe rischiato di naufragare nella fase iniziale delle trattative partite in estate.
A far vacillare il negoziato sarebbe stato l'interesse di OpenAI verso le TPU di Google, utilizzate in diversi progetti di calcolo avanzato. Ne avevamo parlato a fine giugno, anche se poi è arrivata una smentita nel giro di una settimana, con tanto di stoccata di NVIDIA a Google via social.

La possibilità che Sam Altman potesse diversificare l'infrastruttura hardware, adottando anche chip rivali, avrebbe spinto Jensen Huang a intervenire direttamente per evitare un cambio di rotta potenzialmente critico per NVIDIA.
Secondo le fonti citate, il CEO dell'azienda di Santa Clara avrebbe contattato personalmente Altman per riaprire i canali di dialogo e proporre un modello di investimento diretto da parte di NVIDIA. In cambio del supporto finanziario, OpenAI avrebbe avuto accesso prioritario a nuove forniture di GPU, inclusi sistemi di prossima generazione come quelli basati sull'architettura Vera Rubin.
L'obiettivo di Huang, secondo il report, era duplice: garantire a OpenAI la potenza di calcolo necessaria per sostenere la crescita di ChatGPT e dei modelli multimodali futuri, ma soprattutto preservare il ruolo dominante di NVIDIA nel mercato AI, prevenendo una possibile migrazione verso le soluzioni ASIC custom di Google.
Con questa mossa, NVIDIA non solo si è assicurata un cliente strategico di primo piano, ma ha anche rafforzato la propria posizione: anche nei prossimi anni, quindi, OpenAI rimarrà fortemente dipendente dal suo ecosistema hardware e software - pur, comunque, aprendosi maggiormente anche alle proposte di AMD e perseguendo un percorso di sviluppo di acceleratori custom insieme a Broadcom.










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2 Commenti
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Rafforzando come?
Nvidia aveva già minacciato diversi clienti di ritardare di molto le forniture se avessero avuto anche solo contatti con la concorrenza,questo è capitato diverso tempo fa,il lupo perde il pelo ma non il vizio, comunque l'inchiesta su questa cosa è ancora aperta.
Nvidia è la nuova Microsoft degli anni passati,forse pure più aggressiva,prima o poi l'antitrust,se non è corrotto, farà il suo lavoro.
Tipico atteggiamento mafioso da oltre oceano
"the more you buy, the more you save"
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