Italia pronta alla guerra digitale: hacker arruolati nelle Forze Armate con il nuovo ddl

Italia pronta alla guerra digitale: hacker arruolati nelle Forze Armate con il nuovo ddl

Un disegno di legge propone di estendere alla Difesa il potere di operare nel cyberspazio, con discrezionalità sull'assunzione di hacker. L'obiettivo è trasformare la sicurezza informatica in un vero fronte militare, al pari di terra, aria e mare

di pubblicata il , alle 13:34 nel canale Sicurezza
 

La sicurezza cibernetica si prepara a diventare un settore ufficialmente sotto il controllo della Difesa. Un nuovo disegno di legge, presentato dal presidente della commissione Difesa alla Camera Nino Minardo, punta a integrare le operazioni digitali tra le competenze delle Forze Armate. L'iniziativa, secondo un resoconto di Repubblica, prevede non solo attività di difesa, ma anche la possibilità di condurre azioni offensive nel cyberspazio, un ambito che viene così riconosciuto come quarto comparto militare al fianco di esercito, marina e aeronautica.

Il provvedimento apre all'impiego di specialisti esterni, compresi hacker e società private, da affiancare al personale militare in missioni che richiedono competenze tecniche di alto livello. L'articolo 4 del ddl stabilisce infatti che, durante le operazioni in ambito digitale, le Forze Armate possano ricorrere al supporto di figure altamente specializzate. Questo ufficializza di fatto l'arruolamento di esperti in sicurezza informatica all'interno della macchina statale.

Un altro aspetto cruciale riguarda l'accesso ai registri delle infrastrutture considerate strategiche, finora gestiti direttamente dalla Presidenza del Consiglio. Con questa norma, la Difesa otterrebbe strumenti operativi per prevenire sabotaggi e per reagire con immediatezza in caso di attacchi contro le reti nazionali. Il ministro Guido Crosetto, che da tempo sottolineava la necessità di ridefinire le regole in materia, ha sostenuto il percorso legislativo indicando l'esempio dei conflitti in cui il cyberspazio è già un campo di battaglia a tutti gli effetti, come nel caso delle operazioni russe a supporto della guerra in Ucraina.

Il ddl stabilisce inoltre meccanismi di controllo parlamentare: il ministro della Difesa sarà tenuto a riferire periodicamente alle commissioni competenti e al Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica. L'obiettivo dichiarato è bilanciare potenziamento delle capacità operative e garanzie di trasparenza, così da non lasciare zone d'ombra nell'utilizzo di strumenti tecnologici con finalità militari.

La crescente centralità del cyberspazio nelle strategie militari evidenzia come la geopolitica contemporanea non si giochi più soltanto su confini fisici. Stati e governi utilizzano ormai le risorse digitali come arma silenziosa per indebolire avversari e proteggere i propri interessi, con un equilibrio sempre più fragile tra difesa e offesa. La cybersicurezza, da tema tecnico, si è trasformata in un terreno di confronto strategico tra potenze, destinato a influenzare la geopolitica gli scenari internazionali dei prossimi anni.

38 Commenti
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giovanni6919 Settembre 2025, 14:08 #1

"specialisti esterni, compresi hacker e società private"

Speriamo che vengano adottate anche le misure di sicurezza operative e reati penali espressamente previsti con pene ben severe nel caso di violazioni, abusi, spionaggio e...corruzione.
Sandro kensan19 Settembre 2025, 15:21 #2
«Volete la Pace o il condizionatore?» (cit.)

Quindi una nuova branca delle forze armate verrà fatta con i miliardi dello Stato italiano che saranno sottratti alla sanità pubblica che oggi ci "costa" 130 miliardi all'anno.

Con il 5% del PIL (sottratto ogni anno) che se ne va per le spese militari, secondo l'accordo con la NATO, ci sono soldi che posso andare a formare un ulteriore ramo della difesa.

Per inciso il 5% del PIL è circa 100 miliardi da prelevare dalle altre voci di bilancio (ogni anno) tra cui la sanità che ci "costa" 130 miliardi (ogni anno).

«Volete la Pace o il condizionatore?» (cit.)
UtenteHD19 Settembre 2025, 15:40 #3
Originariamente inviato da: Sandro kensan
«Volete la Pace o il condizionatore?» (cit.)

Quindi una nuova branca delle forze armate verrà fatta con i miliardi dello Stato italiano che saranno sottratti alla sanità pubblica che oggi ci "costa" 130 miliardi all'anno.

Con il 5% del PIL (sottratto ogni anno) che se ne va per le spese militari, secondo l'accordo con la NATO, ci sono soldi che posso andare a formare un ulteriore ramo della difesa.

Per inciso il 5% del PIL è circa 100 miliardi da prelevare dalle altre voci di bilancio (ogni anno) tra cui la sanità che ci "costa" 130 miliardi (ogni anno).

«Volete la Pace o il condizionatore?» (cit.)


Beh, leggendo quotidianamente i bollettini dai siti di cybersicurezzae non le testate ma anche i red ed altri, questa e' una spesa che serve, soprattutto nell'educazione all'Ingegneria Sociale.
Sandro kensan19 Settembre 2025, 16:25 #4
Originariamente inviato da: UtenteHD
Beh, leggendo quotidianamente i bollettini dai siti di cybersicurezzae non le testate ma anche i red ed altri, questa e' una spesa che serve, soprattutto nell'educazione all'Ingegneria Sociale.


Sicuramente ci sono un sacco di cose che servono ma l'ultimo rinnovo del contratto della sanità pubblica che stabilisce gli stipendi di medici e infermieri ha visto un aumento di stipendio del 50% dell'inflazione ufficiale.

Vuol dire che gli stipendi *reali* sono stati tagliati del 50% dell'inflazione. Visto che il carrello della spesa ha una inflazione che è circa doppia di quello generale su cui si basa il Governo per la Pubblica Amminisrtazione, ne consegue che il taglio *reale* degli stipendi della sanità è molto oltre al 50% dell'inflazione standard.

Le conseguenze per la mia Regione è che molti infermieri si licenziano per andare o all'estero o nella sanità privata e gli Ospedali rimangono nella c@cc@.

Quindi concludendo, la salute di ogni uno di noi è una cosa superflua mentre una nuova branca del Ministero della Difesa è una cosa che serve. Anche perché il salvadanaio dello Stato è un sistema a vasi comunicanti: se togli da una parte allora lo dai a un'altra.
dr-omega19 Settembre 2025, 16:36 #5
Originariamente inviato da: Sandro kensan
«Volete la Pace o il condizionatore?» (cit.)

Quindi una nuova branca delle forze armate verrà fatta con i miliardi dello Stato italiano che saranno sottratti alla sanità pubblica che oggi ci "costa" 130 miliardi all'anno.

Con il 5% del PIL (sottratto ogni anno) che se ne va per le spese militari, secondo l'accordo con la NATO, ci sono soldi che posso andare a formare un ulteriore ramo della difesa.

Per inciso il 5% del PIL è circa 100 miliardi da prelevare dalle altre voci di bilancio (ogni anno) tra cui la sanità che ci "costa" 130 miliardi (ogni anno).

«Volete la Pace o il condizionatore?» (cit.)


Mi piacerebbe sapere quanto ci costano ogni anno le regioni autonome e quanto potremmo risparmiare rimuovendo "l'autonomia", perché ho il sospetto che potremmo avere in cambio sanità e difesa gratis.

Poi comunque possiamo anche lasciare stare la cybersicurezza, tanto al peggio i cyberterroristi ci possono solo bloccare strutture pubbliche come Comuni oppure ospedali, quindi niente di importante.
giovanni6919 Settembre 2025, 16:42 #6
Bella affermazione.
Le regioni autonome nacquero per esigenze e situazioni che oggigiorno, almeno in parte, sono anacronistiche.
Al contrario, in più di qualche caso sono in posizione strategica privilegiata nello schema europeo dei commerci e transiti dell'EU.
megamitch19 Settembre 2025, 16:43 #7
Ma con esercito si intende anche carabinieri ?

perchè se gli hacker vengono impiegati nella lotta al crimine organizzato potrebbero fare la differenza e permettere di sequestrare ingenti somme di denaro e dunque "ripagarsi da soli".

Ho sentito un pò di interventi di Gratteri su questo argomento e in questo caso avremmo anche un ritorno di investimento diretto, in quanto sequestrare "denaro" e non "beni" permette di renderlo disponibile allo stato più velocemente che ad esempio rivendere una villa sequestrata alla mafia.
Sandro kensan19 Settembre 2025, 17:08 #8
Tenete conto che il PIL è grossomodo di 2200 miliardi. Questo per mettere gli ordini di grandezza in gioco.

Il bilancio dello Stato è circa il 50% del PIL:
[LIST]
[*]Pensioni: 16% del PIL
[*]Sanità: 6% del PIL
[*]Istruzione: 3.6% del PIL
[*]Difesa: 1.4% del PIL
[*]Trasferimenti alle Regioni: 2.3% del PIL
[*]Debito pubblico: 3.8% del PIL
[*]ecc, ecc.
[/LIST]

Quando si arriva al 50% del PIL è game over ed occorre tagliare da altre parti.

Attualmente la Difesa è aumentata al 2.0% se non erro e quindi altre parti sono state tagliate. Quando si arriverà al 5% vuol dire una bella sforbiciata al resto dove i tagli alla sanità la faranno da padrone perché è l'unica spesa che è stata taglia da 10 anni a questa parte, quindi è probabilòe si continuerà su questa linea e non si taglieranno le pensioni.

Per il Veneto il bilancio è di:

Sanità: 26,8 miliardi
che sono il ~71% dei soldi che arrivano da Roma. Il resto (29%, 7.8 miliardi) se ne va per strade, opere pubbliche, autostrade, vasi di laminazione per le alluvioni, personale della Regione, ecc, ecc.

Quindi se si vuole tagliare le regioni il 71% non si può toccare perché va alla sanità comunque, si può tagliare le spese del personale regionale ma le strade e le opere pubbliche non si possono tagliare.

Se tagli le regioni forse risparmi 1 miliardo su 7.8 miliardi per il Veneto? forse meno, 500 milioni.

Visto che il Veneto ha 5 milioni di abitanti e conta come 1/12 della popolazioni dell'Italia, diciamo che tagliando tutte le regioni puoi risparmiare 12 volte 500 milioni = 6 miliardi.

Che poi ogni taglio ha gli effetti collaterali e il risparmio netto è poi una frazione: 3 miliardi? Se fosse è il 0.1% del PIL nazionale. Praticamente è nulla.
ninja75019 Settembre 2025, 17:09 #9
beh i sabotatori sono sempre esistiti

si stanno solo adeguando alla modernizzazione dei tempi
Ripper8919 Settembre 2025, 17:18 #10
Originariamente inviato da: Sandro kensan
Il bilancio dello Stato è circa il 50% del PIL
Il bilancio reale dello stato noi non lo conosciamo, ci può essere il dato ufficiale, ma nessuna inchiesta a porte aperte per la verifica.
Non conosciamo nemmeno il reale costo delle forniture che stiamo dando all'Ucraina e Israele ( poco o tanto che sia ) quindi figurati.

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