ULA e Blue Origin mostrano i progressi della realizzazione del razzo Vulcan Centaur

ULA e Blue Origin hanno mostrato negli scorsi giorni l'avanzamento della realizzazione del primo razzo Vulcan Centaur atteso per il lancio dimostrativo entro la fine del 2022. I motori BE-4 sembrano sempre più vicini al debutto.
di Mattia Speroni pubblicata il 06 Maggio 2022, alle 13:06 nel canale Scienza e tecnologiaULABlue Origin
Mentre i Falcon 9 di SpaceX continuano a volare con una cadenza impressionante (per fine anno potrebbero essere 52 i lanci), altre società guardano ai vettori di nuova generazione. Tra queste troviamo Arianespace con Ariane 6 ma anche ULA con il nuovo Vulcan Centaur.
Questo modello andrà a sostituire gli attuali Atlas V che sono ormai a fine vita operativa. Tutte le missioni sono già assegnate (una per il test OFT-2 di Starliner) per le ultime unità rimanenti e poi si passerà al nuovo sistema. Nonostante i ritardi sembra che la possibilità di vedere il lancio inaugurale di questo vettore entro la fine del 2022 non sarà impossibile anche grazie all'arrivo dei motori BE-4 (unità di volo) di Blue Origin. Questi ultimi permetteranno di chiudere completamente i rapporti con il produttore russo (NPO Energomash) e puntare solo su società statunitensi.
ULA Vulcan Centaur: nuove immagini di serbatoio e motori BE-4
In questi giorni Tory Bruno (CEO di ULA) ha voluto mostrare due immagini dei serbatoi del nuovo razzo spaziale con la verniciatura "standard" (con delle fiamme) per questo vettore. Il dirigente sembra quindi voler sottolineare come la produzione e l'assemblaggio siano ora in linea con le aspettative di un lancio di Vulcan Centaur entro la fine del 2022.
Pochi giorni prima che Bruno pubblicasse la foto del primo stadio sono arrivati anche una serie di tweet da parte di Blue Origin per mostrare i motori BE-4 che equipaggeranno sia New Glenn ma anche il razzo di ULA. Tory Bruno aveva anticipato parzialmente la novità con un tweet precedente a fine aprile mentre la società di Jeff Bezos ha aggiunto diverse informazioni.
A differenza delle unità precedenti, questi sono motori configurati come quelli che saranno impiegati per il volo e che saranno integrati alla base di Vulcan Centaur per il lancio inaugurale. Stando alle informazioni ufficiali fornite da Blue Origin, l'unità conosciuta come PQE-602 è la prima pensata con la configurazione di volo. Questa è riuscita a funzionare complessivamente per 2500" (41 minuti) con accensioni e spegnimenti ripetuti.
PQE-900 invece ha raggiunto il traguardo di 5000" di test e 36 accensioni con alcune prove aggiuntive (controllo della combustione, gimbal, riaccensione). Ora questa unità sta venendo controllata e successivamente verrà provata al Marshall Space Flight Center della NASA. C'è poi l'unità PQE-802 che è riuscita a reggere una potenza del 104%. All'inizio dell'anno un altro motore in configurazione di volo era riuscito a gestire l'inclinazione di 8° al 100% della sua potenza nominale.
Il riutilizzo dei motori, solo nei prossimi anni
Ricordiamo che lo scopo ultimo di ULA con Vulcan Centaur è quello di renderlo parzialmente recuperabile. Nei prossimi anni infatti si punterà a quello che viene definito come "SMART reuse" (Sensible Modular Autonomous Return Technology).
A differenza dei Falcon 9 non si cercherà di recuperare tutto il razzo (escluso secondo stadio) con un atterraggio su droneship o zone di atterraggio sulla terraferma. Solamente la parte inferiore con i due motori BE-4 sarà quella interessata dal recupero, questo perché i motori sono la parte più complessa e costosa di un razzo. Il recupero dei motori in discesa verso l'oceano potrebbe avvenire in maniera simile a quanto fatto da Rocket Lab. Dopo la separazione dai serbatoi, i motori scenderanno verso terra protetti da uno scudo termico, successivamente si aprirà un paracadute per rallentarne la discesa e saranno catturati a mezz'aria con un elicottero.
Secondo la roadmap ufficiale (che non prevedeva gli ultimi ritardi), questa fase potrebbe compiersi nel 2024 anche se probabilmente slitterà almeno al 2025. Si tratta di un approccio diverso rispetto a quello di SpaceX (che nel frattempo punterà su Starship) ma seguendo la stessa logica di riutilizzo e riduzione dei costi.
Sempre in ottica futura Vulcan Centaur passerà a una configurazione più potente per le missioni da lanciatore pesante dedicate anche alle missioni lunari o interplanetarie. Il secondo stadio, Centaur, sarà sostituito dall'Advanced Cryogenic Evolved Stage (ACES). Se una configurazione con Centaur può arrivare a 20 tonnellate di carico utile ed è quindi inferiore a Delta IV Heavy (30 tonnellate), con ACES e sei booster si potranno raggiungere le 40 tonnellate. ACES funziona con idrogeno e ossigeno liquidi e ha serbatoi con tre volte le capacità di Centaur. Lo scopo è quello di utilizzare un razzo Vulcan (nelle varie declinazioni) fino al 2035 o oltre.
Idee regalo,
perché perdere tempo e rischiare di sbagliare?
REGALA
UN BUONO AMAZON!
Iscriviti subito al nostro canale Instagram! Perché? Foto, video, backstage e contenuti esclusivi! |
2 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoRiuso parziale
In questo caso mi sembra più intelligente la scelta di Musk.Ma il corpo del razzo rimane in orbita o viene bruciato dal rientro in atmosfera ?
Devi effettuare il login per poter commentare
Se non sei ancora registrato, puoi farlo attraverso questo form.
Se sei già registrato e loggato nel sito, puoi inserire il tuo commento.
Si tenga presente quanto letto nel regolamento, nel rispetto del "quieto vivere".