Spiegate le cause dell'errata apertura dei paracadute della missione NASA OSIRIS-REx
Durante il rientro della capsula di NASA OSIRIS-REx contenente i preziosi campioni prelevati dall'asteroide Bennu tre anni prima un imprevisto con parafreno e paracadute principale avrebbe potuto far fallire la missione.
di Mattia Speroni pubblicata il 06 Dicembre 2023, alle 16:44 nel canale Scienza e tecnologiaNASA
La missione NASA OSIRIS-REx che ha riportato dei campioni di regolite dall'asteroide Bennu è stata un successo con la capsula che è stata consegnata correttamente nelle mani di ingegneri e scienziati alla fine di settembre. In generale la missione si è svolta correttamente ma ci sono stati almeno tre momenti particolarmente "delicati" che avrebbero potuto (o che potranno) modificarne l'esito.
Il primo è avvenuto nel 2020 quando la sonda stava eseguendo le operazioni di raccolta dei campioni dell'asteroide Bennu. A causa di una situazione imprevista la testa campionatrice avrebbe potuto rimanere aperta non permettendo l'immagazzinamento corretto delle rocce e polvere raccolte. Fortunatamente dopo alcuni giorni e operazioni aggiuntive è stato possibile assicurare la chiusura della capsula in maniera da preservarne il carico.
Un altro momento importante e attualmente in corso è l'impossibilità di aprire la sezione più interna della TAGSAM (Touch-and-Go Sample Acquisition Mechanism). Per farlo sarà necessario studiare un nuovo strumento in grado di lavorare all'interno della cappa che preserva i campioni da contaminazione esterna e che possa comunque dare il risultato sperato: accedere a buona parte dei campioni raccolti su Bennu. Novità in questo senso dovrebbero arrivare a gennaio 2024, secondo un nuovo aggiornamento.
L'errata apertura dei paracadute della capsula di OSIRIS-REx
Il terzo momento critico si interpone tra gli altri due ed è avvenuto durante il rientro della capsula di NASA OSIRIS-REx con i campioni a settembre 2023. Nonostante il risultato sia stata la consegna corretta della capsula senza contaminazioni l'apertura dei paracadute che avrebbero dovuto rallentarne la discesa verso la superficie della Terra non è andata come previsto. Che ci fosse stato un imprevisto era stato chiaro in tempo reale durante lo streaming, ma ora c'è stata la conferma oltre a una spiegazione più estesa.
Stando al blog ufficiale della NASA la sequenza di dispiegamento dei paracadute (con un parafreno e un paracadute principale) non è stata corretta. In particolare la problematica sarebbe legata a un'errata etichettatura dei cablaggi nelle fasi di progettazione che hanno poi portato gli ingegneri a collegare in maniera errata i sistemi dei paracadute e modificando la sequenza delle operazioni.
La sequenza prevedeva che a circa 30 km di quota il parafreno si dispiegasse per iniziare a rallentare la capsula stabilizzandone il rientro per circa cinque minuti. Il paracadute principale si sarebbe dovuto aprire a circa 3 km di quota portando alla definitiva decelerazione e preparazione al contatto con il suolo. Invece a 30 km di quota la sequenza automatica ha comandato il taglio del parafreno mentre era ancora all'interno della capsula (anziché la sua apertura). Quando sono stati raggiunti i 2,7 km di quota il parafreno si è dispiegato ma con il cavo di ritenzione già tagliato dal precedente comando e questo ha fatto in modo che il parafreno si separasse.
Fortunatamente il paracadute principale si è aperto poco dopo e la sua struttura ha retto al dispiegamento a una velocità superiore al previsto (tanto che l'atterraggio è avvenuto un minuto prima di quanto calcolato). La NASA ha voluto ribadire che "non c'è stato alcun impatto negativo sui campioni di Bennu di OSIRIS-REx a seguito dell'inaspettato dispiegamento del parafreno".
Ancora più nel dettaglio l'agenzia ha spiegato che la parola "principale" (main nell'originale) è stata utilizzata in maniera incoerente tra il dispositivo elettronico che invia i comandi e il dispositivo che invece li riceve. Da un lato "principale" indicava il paracadute principale, dall'altro invece "principale" indicava una carica esplosiva che avrebbe dovuto rilasciare il contenitore che conteneva i due paracadute e iniziare così il dispiegamento del parafreno. Un collegamento errato ha quindi portato a una sequenza errata nella procedura e, potenzialmente, al fallimento della missione. Ora la NASA proverà comunque a ripetere la procedura come ulteriore test per essere certa degli avvenimenti ed evitare che problemi di questo tipo possano accadere in futuro.
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