SpaceX firma un nuovo accordo con la NSF per la tutela della radioastronomia

I satelliti di Starlink non interferiranno con le attività di ricerca degli astronomi: NSF e SpaceX hanno firmato un accordo nel 2022 per mitigare l'impatto sulle strutture astronomiche terrestri ottiche e infrarosse.
di Giulia Favetti pubblicata il 16 Gennaio 2023, alle 08:31 nel canale Scienza e tecnologiaSpaceXStarlink
Nel 2019 SpaceX, l'azienda di Elon Musk nata con la mission di colonizzare Marte, ricevette alcune critiche, da parte di astronomi, per la luminosità dei suoi satelliti Starlink che avrebbero potuto interferire con le attività di ricerca degli scienziati.
A suo tempo Elon Musk, tramite Twitter, rassicurò la comunità scientifica a riguardo, ma non si limitò solo a quello.
If they help billions of people in remote locations inexpensively access the internet, it's a price I'd be willing to pay.
— Fraser Cain (@fcain) May 27, 2019
Lo stesso anno SpaceX e la National Science Foundation (NSF) degli Stati Uniti stipularono un primo accordo di coordinamento per garantire che la rete satellitare Starlink soddisfasse gli standard internazionali di protezione della radioastronomia per la banda 10,6-10,7 GHz.
Recentemente, l'agenzia statunitense ha rivelato che, lo scorso anno, è stato firmato un nuovo accordo di collaborazione fra l'ente americano e la società di Musk.
In base a quanto concordato, SpaceX continuerà a seguire le raccomandazioni di diverse organizzazioni, come NOIRLab della NSF, volte a ridurre la luminosità ottica dei suoi satelliti Starlink alla settima magnitudine visiva come valore massimo e a non superare i 700 km di altitudini orbitali.
La società privata è inoltre tenuta a rilasciare pubbliche informazioni circa le sue altitudini orbitali, in modo da consentire agli astronomi di pianificare le loro osservazioni intorno alle posizioni dei satelliti. Infine, dovrà utilizzare una vernice nera che riduca al minimo la luminosità e gli scintillii, oltre ad adottare le migliori pratiche durante le operazioni di volo.
SpaceX, dal canto suo, ha anche ricercato mitigazioni specifiche per il suo satellite di seconda generazione e ha accettato di analizzare l'impatto dei laser delle strutture astronomiche sui suoi satelliti, andando oltre ciò che la regolamentazione vigente in materia di protezione per la banda 10,6-10,7 GHz, richiede.
A tale proposito la NSF ha rivelato che, a seguito di tale analisi, il Laser Clearinghouse ha rimosso i requisiti di coordinamento per questi laser e che, per tanto, gli osservatori non dovranno spegnere le loro guide laser quando i satelliti Starlink passano nelle vicinanze.
SpaceX e il NOIRLab della NSF stanno pianificando un workshop che svilupperà linee guida sulle migliori pratiche e raccomanderà processi per le interazioni tra gli operatori satellitari e il Laser Clearinghouse con l'obiettivo di mitigare gli impatti negativi sugli osservatori.
L'azienda si sta anche coordinando con diverse strutture di radioastronomia per impedire ai satelliti Starlink di trasmettere comunicazioni durante le osservazioni, come la National Radio Astronomy Observatory (NRAO) della NSF.
L'NRAO della NSF ha avviato un programma pilota per testare l'impatto dei terminali utente SpaceX in prossimità del Very Large Array (VLA) a seguito dell'elevata domanda di Starlink.
L'azienda di Musk sta collaborando anche l'Ufficio dei programmi polari dell'NSF per lavorare per ridurre al minimo l'impatto dei suoi satelliti sui siti di radioastronomia geografica remota nelle regioni polari.
Il direttore della NSF, Sethuraman Panchanathan, ha rilasciato la seguente dichiarazione:
"Stiamo preparando il terreno per una partnership di successo tra imprese commerciali e pubbliche che consenta a un'importante ricerca scientifica di prosperare insieme alla comunicazione satellitare".
NSF e SpaceX hanno collaborato fin dall'inizio sul modo migliore per raggiungere gli obiettivi di protezione dell'astronomia, fornendo al contempo il massimo accesso a Internet per le comunità di tutti gli Stati Uniti.
Le misure di mitigazione adottate serviranno da modello di coordinamento tra gli operatori satellitari e la comunità astronomica.
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