Novità per la sonda spaziale New Horizons diretta verso la parte esterna del Sistema Solare

Novità per la sonda spaziale New Horizons diretta verso la parte esterna del Sistema Solare

La sonda spaziale New Horizons continua il suo viaggio nelle zone esterne del Sistema Solare. La missione (che dovrebbe durare fino al 2040) potrebbe proseguire per cercare di incontrare nuovi oggetti nella fascia di Kuiper.

di pubblicata il , alle 21:47 nel canale Scienza e tecnologia
NASA
 

Nella giornata di ieri abbiamo scritto della (possibile) buona notizia riguardante NASA Voyager 1. Più o meno nelle stesse ore è stato pubblicato anche un aggiornamento sulla sonda spaziale New Horizons nota per il passaggio ravvicinato al pianeta nano Plutone nel 2015, anche grazie a hardware che attualmente è superato ma che riesce ancora a gestire correttamente i sistemi di bordo. Dopo Plutone la sonda si è diretta verso la fascia di Kuiper per investigare l'oggetto inizialmente chiamato Ultima Thule e poi ribattezzato Arrokoth.

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Nonostante sia stata lanciata nel 2006 e gli scopi principali siano stati raggiunti, la missione sta continuando e si concentrerà sullo studio dell'eliofisica ma ci potrebbero essere ulteriori novità grazie all'impiego di strumenti sempre più avanzati tra i quali un nuovo telescopio spaziale e un nuovo telescopio terrestre. Grazie all'utilizzo di un generatore termoelettrico a radioisotopi (RTG) la missione potrebbe durare ancora per diverso tempo.

Le novità sulla sonda New Horizons

Secondo quanto riportato da Alan Stern (astronomo e ideatore della missione, New Horizons è in buone condizioni e si trova a una distanza pari a circa 60 au. Grazie alla presenza di strumenti di bordo ancora attivi, i dati sull'eliosfera vengono raccolti costantemente fornendo informazioni utili agli scienziati che studiano il Sistema Solare (e in particolare le zone esterne).

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Lo stesso Stern ha scritto che i dati raccolti dallo strumento che misura le particelle di polvere presenti nello Spazio, chiamato Student Dust Counter (SDC), sono stati inseriti in uno studio dal titolo New Horizons Venetia Burney Student Dust Counter Observes Higher than Expected Fluxes Approaching 60 AU. I dati mostrerebbero la presenza di molta più polvere di quanto previsto inizialmente che potrebbero far ipotizzare un'estensione maggiore della fascia di Kuiper o la presenza di una seconda fascia di Kuiper.

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Entrambe le ipotesi sembrerebbero valide anche stando ai dati raccolti da Terra con altri sistemi. Una conclusione su quale sia quella corretta oppure se ci sia un'altra possibile versione è ancora però oggetto di studio e bisognerà attendere ulteriori dati.

Il team che segue la sonda spaziale New Horizons ha proposto alla NASA di continuare la ricerca di oggetti che si trovano nella fascia di Kuiper, con la sonda che potrebbe essere programmata per eseguirne il flyby tra la seconda metà degli anni '20 fino agli anni '30, dove entrerà anche nella zona precorritrice dell'eliopausa e quindi dello Spazio interstellare. L'agenzia non ha ancora approvato la proposta (ma potrebbe essere accolta in futuro).

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L'unione dei dati del telescopio giapponese Subaru con quelli dell'Osservatorio Vera Rubin (a partire dal 2025) e infine con il futuro Roman Space Telescope fornirebbero una lista di oggetti da poter far sorvolare a New Horizons, anche se sarà una ricerca non priva di difficoltà nonostante i nuovi strumenti.

Stern indica come la sonda spaziale abbia ancora autonomia di propellente ed energia almeno fino al 2040, consentendo così un'estensione della missione. Nei prossimi mesi sarà anche caricata una versione aggiornata del software di gestione di New Horizons che dovrebbe consentire di ridurre l'insorgenza di guasti e aumentarne l'autonomia il più possibile.

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