La vita reale è una simulazione? Uno studio italiano ha risolto finalmente il mistero

Un nuovo studio scientifico dimostra attraverso calcoli fisici rigorosi che l'ipotesi della simulazione, secondo cui la nostra realtà sarebbe un programma informatico, è incompatibile con le leggi della fisica. La ricerca analizza i vincoli energetici e computazionali necessari per simulare anche una versione semplificata della Terra.
di Nino Grasso pubblicata il 13 Giugno 2025, alle 12:41 nel canale Scienza e tecnologiaLa questione se la nostra realtà sia autentica o il prodotto di una simulazione computerizzata ha affascinato filosofi e, soprattutto, appassionati di fantascienza per decenni. Tuttavia, una ricerca pubblicata su Frontiers in Physics ha applicato per la prima volta un approccio quantitativo rigoroso per verificare la plausibilità scientifica della cosiddetta "ipotesi della simulazione", giungendo a conclusioni definitive sulla sua possibilità pratica.
Lo studio, condotto attraverso simulazioni Monte Carlo e calcoli termodinamici, ha esaminato i requisiti energetici necessari per riprodurre digitalmente anche una versione a bassa risoluzione del nostro pianeta. I risultati mostrano che qualsiasi tentativo di simulare la realtà terrestre richiederebbe quantità di energia e potenza computazionale letteralmente astronomiche, incompatibili con qualsiasi scenario fisicamente plausibile.
Viviamo in una realtà simulata? Uno studio italiano dimostra il contrario
La ricerca si basa su un principio fondamentale della fisica computazionale: ogni operazione di calcolo deve rispettare le leggi della termodinamica. Il lavoro pubblicato su Frontiers in Physics dimostra che i vincoli energetici sono così stringenti da rendere impossibile lo scenario "Matrix", in cui la nostra realtà sarebbe una simulazione creata da esseri intelligenti nel nostro stesso universo. L'analisi ha considerato diversi approcci computazionali, dalla simulazione diretta delle particelle elementari fino a modelli semplificati che utilizzano griglie di calcolo a risoluzione ridotta.
Cos'è una simulazione Monte Carlo
La simulazione Monte Carlo è una tecnica matematica computazionale che utilizza campionamenti casuali ripetuti per stimare i possibili risultati di eventi incerti o processi stocastici. Prende il nome dalla famosa città di Monaco per via dell'elemento di casualità che caratterizza l'approccio, simile al gioco della roulette. Il metodo si basa sul principio dell'ergodicità, che descrive il comportamento statistico di un punto in movimento all'interno di un sistema chiuso. La simulazione genera una serie di numeri casuali non correlati che seguono la distribuzione di probabilità del fenomeno da indagare. L'accuratezza dei risultati è proporzionale al numero di simulazioni eseguite e il processo si articola tipicamente in tre fasi principali: generazione casuale di N input (scenari), esecuzione di una simulazione per ciascun input su un modello computerizzato del sistema, e aggregazione e valutazione degli output delle simulazioni. A differenza dei modelli deterministici che forniscono un singolo risultato, la simulazione Monte Carlo genera migliaia di possibili esiti basati su distribuzioni di probabilità.
Anche nel caso più ottimistico, simulare solo una frazione della realtà che gli esseri umani sperimentano quotidianamente richiederebbe risorse energetiche paragonabili a quelle di un buco nero di dimensioni planetarie. La ricerca ha testato anche scenari alternativi, in cui l'universo che ospita la simulazione avrebbe costanti fisiche diverse dal nostro. Attraverso simulazioni Monte Carlo, gli scienziati hanno identificato alcune combinazioni di parametri che potrebbero teoricamente permettere una simulazione a bassa risoluzione della Terra, ma anche in questi casi le differenze rispetto alle costanti fisiche del nostro universo sarebbero di ordini di grandezza.
Lo studio affronta anche il paradosso filosofico più profondo: se l'universo simulatore avesse leggi fisiche completamente diverse dalle nostre, sarebbe impossibile per noi comprendere o prevedere i suoi vincoli. Gli autori utilizzano l'analogia dei personaggi di Pac-Man, che non potrebbero mai immaginare l'esistenza della gravità o di una terza dimensione spaziale, per illustrare i limiti della nostra capacità di comprendere una realtà fondamentalmente diversa.
Il lavoro dimostra come la fisica possa essere utilizzata per testare anche le proposte più speculative sulla natura della realtà, stabilendo confini chiari tra ciò che è scientificamente verificabile e ciò che rimane nel regno della speculazione filosofica. L'unico scenario dell'ipotesi della simulazione che rimane difficile da confutare scientificamente è quello solipsistico, in cui solo l'attività cerebrale di un singolo individuo viene simulata mentre tutto il resto è un'allucinazione elaborata.
Tuttavia, anche questa possibilità si scontra rapidamente con i limiti computazionali identificati nello studio non appena si considera la necessità di una esperienza condivisa e coerente della realtà. La ricerca conclude che, fortunatamente, anche nello scenario più probabile - quello in cui l'universo non è una simulazione - il numero di misteri che la fisica deve ancora investigare rimane così vasto che l'abbandono di questo affascinante argomento non può rendere la scienza meno interessante. Il potere della fisica si dimostra immenso, capace di indagare, testare e confutare anche le proposte più estreme sulla natura della nostra realtà.
45 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoChe cos’è Matrix?
Pillola rossa o blu?Considerata la mia eta', decisamente pillola blu...
QUESTA E' L'UNICA CONCLUSIONE AMMISSIBILE.
Se sei dentro una simulazione, tutto ciò che conosci è una simulazione, se TU STESSO sei una simulazione non c'è alcun modo per capire di essere una simulazione.
Se sei PACMAN e conosci solo il mondo bidimensionale di pacman è impossibile per te immaginare il nostro mondo
Sostengono che l'ipotesi della simulazione sia impossibile, basandosi sui calcoli energetici e computazionali. In pratica, dicono che l'energia necessaria sarebbe astronomica, dato quel che sappiamo della fisica e dei materiali attuali.
Ma qui casca l'asino. Se fossimo davvero in una simulazione, chi ci garantisce che i "creatori" non ci abbiano inibito l'accesso a determinate conoscenze o materiali? È come insegnare a un'IA tutto sulla chimica tranne l'esistenza degli elementi radioattivi: non arriverà mai al nucleare, perché non sa che esiste quella parte di realtà.
Quindi, se i costi di simulazione sono così alti per noi, non è che forse le nostre stesse leggi fisiche (come il limite della velocità della luce) siano proprio i paletti che ci sono stati messi? Magari non possiamo viaggiare oltre per una semplice "ottimizzazione" del codice della simulazione.
I nostri limiti non sono una prova contro la simulazione, potrebbero esserne la diretta conseguenza
Se davvero siamo in una simulazione, siamo sicuri che i "creatori" stiano simulando ogni singolo dettaglio fino al livello quantistico, come se stessero ricreando la realtà uno a uno?
O magari, per risparmiare risorse, simulano solo ciò che è strettamente necessario alla nostra percezione, al nostro livello di interazione? Se non "renderizzano" ogni particella che non stiamo osservando attivamente, i costi energetici e computazionali crollerebbero drasticamente. Sarebbe un po' come un videogioco che carica solo l'area in cui ti trovi.
Non è che stiamo dando per scontato che debbano fare le cose alla nostra maniera, mentre loro hanno già trovato un metodo molto più efficiente? A volte, le cose più ovvie sono quelle che ci sfuggono.
E se fossimo in un "container"? Perché diamo per scontato di essere l'unica simulazione? Nessuno si chiede perché non ci sia un'altra "simulazione" da qualche altra parte? Siamo sicuri di essere soli? E se invece ci fosse una specie di "firewall" attivo, un po' come un SE Linux, un chroot o un Docker che ci tiene isolati? Magari siamo solo una delle tante istanze, ognuna ignara delle altre, per mantenere l'ordine o limitare le risorse.
PERO'
nutro anch'io seri dubbi sul modo, e sulle conclusioni, raggiunte da tale studio.
Ricordiamoci che la Fisica è una scienza empirica, tutto ciò che sappiamo su di essa proviene da esperienze che abbiamo fatto in questo mondo, integrate da calcoli e supposizioni matematiche.
La stessa teoria generale viene rivoluzionata periodicamente da nuove scoperte, che spesso smentiscono (o integrano) quelle precedenti. Basta vedere il passaggio dalla meccanica newtoniana, a quella relativistica, a quella quantistica, a cos'altro?
Quindi, come si può con la Fisica attuale, dire che una cosa è impossibile in un altro universo con leggi alternative? Non siamo nemmeno in grado di dire cosa sia impossibile nel nostro universo, figuriamoci in un "possibile" universo superiore...
Chi può sapere quanti ordini di grandezza superiori al nostro possono avere per quanto riguarda le risorse disponibili?
Credo che potrebbe essere possibile, un giorno, dimostrare di essere all'interno di una simulazione; ma non potrà mai essere possibile dimostrare di non esserci.
QUESTA E' L'UNICA CONCLUSIONE AMMISSIBILE.
Se sei dentro una simulazione, tutto ciò che conosci è una simulazione, se TU STESSO sei una simulazione non c'è alcun modo per capire di essere una simulazione.
Se sei PACMAN e conosci solo il mondo bidimensionale di pacman è impossibile per te immaginare il nostro mondo
Corretto, ma solamente perché appunto, abbiamo paletti ben definiti. E se fosse effettivamente così? Cioè, ci sono stati messi i paletti per non "Evolverci"? Le nostre AI sanno di non essere reali, infatti ne sono pienamente coscenti, ma se le istruissimo a non saperlo, lo saprebbero o se ne accorgerebbero? (premesso che le nostre AI non sono singolarità!)
io ho trovato un glitch nel savegame e mi sono messo il conto in banca da 50m€ e l'uccello lungo 30cm
Devi effettuare il login per poter commentare
Se non sei ancora registrato, puoi farlo attraverso questo form.
Se sei già registrato e loggato nel sito, puoi inserire il tuo commento.
Si tenga presente quanto letto nel regolamento, nel rispetto del "quieto vivere".