La NASA aveva perso la comunicazione con la capsula Orion di Artemis I
Secondo quanto riportato nelle scorse ore, la NASA aveva perso la comunicazione con la capsula Orion per circa 47 minuti. I dati non sono andati perduti ma salvati in locale mentre ora tutto funziona correttamente.
di Mattia Speroni pubblicata il 24 Novembre 2022, alle 16:02 nel canale Scienza e tecnologiaNASAESA
Recentemente abbiamo scritto degli aggiornamenti della missione Artemis I che ha portato la capsula Orion in orbita intorno alla Luna e che la riporterà sulla Terra entro la metà di dicembre (l'11 dicembre è previsto l'ammaraggio vicino alle coste californiane). Si tratta del primo test di questo genere di tecnologia ed è dalle missioni Apollo che una capsula certificata per il trasporto umano raggiunge questa distanza. Il tutto in preparativa (nel 2024) per la seconda missione che vedrà a bordo un equipaggio senza però l'allunaggio (che avverrà durante la terza missione, prevista ufficialmente nel 2025).
In generale la missione sta procedendo regolarmente restituendoci video e immagini di grande impatto (il suo scopo non è comunque direttamente quello). Non è mancato però l'imprevisto. Secondo quanto riportato la capsula Orion ha perso la comunicazione con il centro di controllo in maniera inaspettata. Grazie al lavoro degli addetti ai lavori i sistemi sono tornati operativi nel minor tempo possibile e non sono stati riscontrati problemi successivi. Ecco quello che sappiamo.
Artemis I: la capsula Orion ha perso la comunicazione per 47 minuti
Secondo quanto riportato dalla NASA, alle 7:09 del 23 novembre 2022 (ora italiana) il Centro di Controllo Missione dell'agenzia spaziale statunitense ha perso la comunicazione dei dati tra la capsula Orion e la Terra in maniera inaspettata. Non era quindi un fenomeno previsto e questo potrebbe essere un problema nel caso sulla navicella ci sia un equipaggio umano.
La connessione è stata poi ristabilita 47 minuti dopo. Il momento del "blackout" è stato quando il Deep Space Network era in una fase di riconfigurazione, procedura che però era già stata eseguita diverse altre volte dal lancio di Artemis I (avvenuto il 16 novembre), senza causare problemi. La soluzione è stata riconfigurare il DSN dal lato di Terra risolvendo il problema.
Le cause precise di quanto accaduto non sono ancora state rese note, ma gli ingegneri sono al lavoro per capirle ed evitare che possa succedere nuovamente in futuro. Nonostante questo imprevisto, la capsula rimane in ottime condizioni e la missione sta proseguendo come previsto (nelle prossime conferenze potrebbero essere dati nuovi dettagli in merito). Anche i dati che erano in corso di trasmissione al momento del mancato collegamento sono stati salvati a bordo e inviati successivamente.
Nel frattempo sono state rilasciate le foto in alta definizione del passaggio ravvicinato della capsula Orion durante il settimo giorno della missione Artemis I (il 22 novembre). In particolare la minima distanza rilevata dalla superficie del satellite naturale è stata pari a 130,5 km. Da lì è iniziato il percorso per l'orbita retrograda che la riporterà verso la Terra nei prossimi giorni.
Non sono le fotografie migliori che abbiamo della superficie lunare ma questo perché gli orbiter (come LRO) sono specializzati in questo compito. La navicella invece utilizza le proprie fotocamere per rilevare immagini che servono alla navigazione e devono essere provate sul campo per validarne la capacità di ripresa in diverse condizioni di luce. Durante l'ottavo giorno (23 novembre) ha visto l'ingresso nell'orbita retrograda distante dove la capsula si sposta in direzione opposta rispetto a come la Luna orbita intorno alla Terra e si trova a una distanza elevata rispetto alla superficie del satellite. Alle 4:49 di oggi (24 novembre) ora italiana, la capsula Orion si trovava a quasi 65 mila km dalla superficie mentre la massima distanza sarà raggiunta intorno al 26 novembre.
In ultimo, per quanto riguarda le fotocamere montate sui pannelli solari che hanno catturato le immagini a colori viste negli scorsi giorni, si tratta di prodotti realizzati da Redwire Space (un altro produttore è Pixelink). Pur non essendo ancora disponibili le specifiche complete sappiamo che si tratta di prodotti che inviano i dati wireless al sistema di controllo (ma ce ne sono anche di cablate in altre parti della capsula). Come spiegato da David Melendres, a capo del sistema di fotocamera di Orion, si tratterebbe di soluzioni basate sulle GoPro ma completamente riviste per quanto riguarda struttura esterna, software e ottica così da poter resistere all'ambiente spaziale e al lancio. Se le immagini in diretta sono sembrate di bassa qualità è dovuto principalmente alla distanza con la Luna che non permette un'ampiezza di banda elevata e devono essere inviati e ricevuti anche altri dati nel frattempo. In parte i video in alta definizione sono arrivati successivamente mentre molti altri sono stati salvati nei sistemi di bordo e saranno recuperati quando la capsula sarà ammarata.
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