La capsula Orion di Artemis I ha superato la distanza raggiunta da Apollo 13

Passano i giorni mentre la capsula Orion della missione Artemis I sta proseguendo il suo viaggio in orbita lunare. Nelle scorse ore è stata superata con successo la distanza raggiunta da Apollo 13 mentre continuano i test sui sistemi di bordo.
di Mattia Speroni pubblicata il 28 Novembre 2022, alle 15:54 nel canale Scienza e tecnologiaNASAESA
La missione Artemis I (senza equipaggio) sta continuando come previsto così da provare i sistemi di bordo per le future spedizioni che avranno a bordo un equipaggio umano. Si inizierà con la seconda missione dove troveremo astronauti statunitensi e uno canadese che arriveranno fino all'orbita lunare ma senza allunare. Ci sarà poi la terza missione che sarà il culmine del progetto con il ritorno dell'essere umano sulla Luna. L'anno ufficialmente previsto è il 2025 ma un'indiscrezione punterebbe più al 2028 come possibile anno dell'allunaggio.
Nel frattempo bisognerà condurre tutti i test necessari, come nel caso di questa prima missione, affinché tutto possa procedere senza problemi e riducendo i rischi connessi a questo genere di operazioni. Anche per questo la prima missione avrà una durata di circa 25,5 giorni così da consentire di raccogliere tutti i dati necessari per il futuro. Ricordiamo ancora una volta che il programma Artemis punterà a stabilire una presenza (quasi) permanente in orbita lunare attraverso il Lunar Gateway e a diverse missioni sul suolo del satellite naturale.
Orion di Artemis I ha superato la distanza dalla Terra di Apollo 13
Alle 22:52 del 25 novembre 2022 (ora italiana) la capsula Orion è entrata ufficialmente nell'orbita retrograda distante (distant retrograde orbit o DRO) che permette di utilizzare una minor quantità di propellente essendo più stabile di altre orbite. Come ricordato da Mike Sarafin (mission manager) in passato "senza un equipaggio a bordo per la prima missione, la DRO consente a Orion di trascorrere più tempo nello Spazio profondo per una missione rigorosa così da garantire che i sistemi del veicolo spaziale, come guida, navigazione, comunicazione, alimentazione, controllo termico e altri siano pronti a mantenere gli astronauti al sicuro nelle future missioni con equipaggio".
La durata complessiva di permanenza di Orion in quest'orbita è pari a 6 giorni dopodiché la capsula inizierà il suo viaggio di ritorno verso la Terra con un ammaraggio previsto l'11 dicembre al largo delle coste della California. Una volta terminata la permanenza nella DRO ci sarà un altro flyby ravvicinato della Luna (anche se a una distanza superiore rispetto al primo) dove potrebbero essere fotografati i siti dell'allunaggio delle missioni Apollo che in questo passaggio saranno illuminati dal Sole. Le fotocamere a bordo di Orion sono pensate per altri scopi e quindi le immagini ottenute dal Lunar Reconnaissance Orbiter o da Chandrayaan-2 rimarranno le migliori ma si tratterà comunque di un passaggio simbolico in vista dell'allunaggio.
Proprio riguardo alle missioni Apollo e in particolare ad Apollo 13 e dal suo modulo Odyssey (missione che non allunò a causa di un guasto), la capsula di Artemis I ha superato la massima distanza raggiunta da una navicella certificata per il volo umano alle 14:42 del 26 novembre (ora italiana) arrivando a circa 400.171 km dalla Terra. La sua "corsa" non è comunque terminata considerando che oggi dovrebbe arrivare e superare i 434.000 km.
I motori ausiliari sono stati accesi negli scorsi giorni per assicurarsi il loro corretto funzionamento (in caso di bisogno). Nella giornata di ieri sono stati provati gli star tracker che servono alla capsula per orientarsi nello Spazio. I dati raccolti nel corso dei vari giorni serviranno a caratterizzarne il funzionamento in diverse condizioni. Anche l'unità di misura inerziale (costituita da ruote di reazione e accelerometri) è stata sottoposta ad alcuni test e insieme agli star tracker sono alla base del sistema di guida e controllo della navicella Orion di Artemis I.
Gli ingegneri hanno anche attivato nuovamente l'esperimento Callisto realizzato in collaborazione tra Lockheed Martin, Amazon e Cisco e che integra anche la tecnologia Alexa. Per chi volesse seguire la missione può utilizzare lo strumento messo a disposizione dalla NASA ma anche lo streaming in diretta che potete vedere nella finestra poco sopra. Inoltre le immagini ad alta risoluzione si trovano nell'album del Johnson Space Center su Flickr.
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