L'olio da cucina usato per muovere i treni: il test di Lineas per un trasporto sostenibile

L'operatore ferroviario belga Lineas ha testato una locomotiva alimentata da olio da cucina esausto (FAME). Il carburante, che potrebbe sostituire il diesel nei binari non elettrificati, emette l'84% di CO2 in meno. La società punta a ridurre le emissioni dirette del 42% entro il 2030 usando questo e altri biofuel.
di Manolo De Agostini pubblicata il 08 Aprile 2024, alle 09:21 nel canale Scienza e tecnologiaLineas, il più grande operatore privato di trasporto merci ferroviario in Europa, ha testato l'olio da cucina usato per muovere una locomotiva. Più precisamente, la società belga ha usato un biofuel chiamato FAME, Fatty Acid Methyl Ester, che viene ottenuto - tra gli altri - da materie prime non alimentari come l'olio da cucina usato. Sebbene sia già impiegato nelle imbarcazioni e in sistemi di combustione semplici, il FAME non era ancora stato utilizzato nelle locomotive.
"Siamo attualmente nella fase di test finale, che dovrebbe durare fino a giugno di quest'anno. Questi test, condotti in collaborazione con Cargill, sono fondamentali per convalidare le prestazioni e l'affidabilità delle locomotive alimentate da FAME prima che vengano messe in servizio", spiega la società.
Daan Schalck (North Sea Port), Krzysztof Szmidt (Cargill), Kurt Coffyn (Lineas)
Il FAME, alternativo al diesel, potrebbe trovare impiego sulle linee ferroviarie non elettrificate come quelle dei porti fiamminghi. Secondo i test di Lineas, un FAME adeguatamente processato permette significative riduzioni delle emissioni: fino all'84% rispetto al diesel tradizionale.
"Grazie all'utilizzo di FAME e di altri biocarburanti, Lineas punta a ridurre le proprie emissioni Scope 1 del 42% entro il 2030", si legge in una nota stampa. Con "emissioni Scope 1" s'intendono quelle dirette generate da un'azienda.
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"I test attualmente condotti con FAME evidenziano i nostri sforzi per implementare soluzioni di trasporto sostenibili", ha dichiarato Bernard Gustin, Presidente esecutivo di Lineas. "Ci impegniamo a ridurre il nostro impatto ambientale garantendo al contempo l'efficienza e l'affidabilità dei nostri servizi".
Il problema è che servono infrastrutture che garantiscano un uso diffuso di questi combustibili: attualmente non esiste alcuna infrastruttura di rifornimento per la fornitura di biocarburanti, il che ne ostacola la diffusione immediata. Per questo motivo, "Lineas chiede la cooperazione di tutte le parti interessate per sviluppare questa importante infrastruttura e accelerare la transizione verso carburanti per trasporti sostenibili".
17 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoL unico aspetto negativo è che è vietato dalla legge perché "si evade la tassa sul carburante"
In pratica inquiniamo perché ci obbligano a inquinare
L unico aspetto negativo è che è vietato dalla legge perché "si evade la tassa sul carburante"
In pratica inquiniamo perché ci obbligano a inquinare
non sono sicuro che l'olio di Colza non inquini... sicuramente con quello evadi il fisco e non ingrassi le 7 sorelle... però è pur sempre un olio pur proveniendo da fonti, teoricamente, naturali.
Sono ignorante l'ammetto
Aspetto qualcuno che ne sa più di me
L unico aspetto negativo è che è vietato dalla legge perché "si evade la tassa sul carburante"
In pratica inquiniamo perché ci obbligano a inquinare
Le coltivazioni ad uso energetico fanno concorrenza a quelle ad uso alimentare: poche in genere sono più convenienti, ci si trova ad avere carburanti da fonte vegetale ma si rimane senza cibo. I paesi ricchi possono pagare leggermente di più per avere comunque cibo, il problema maggiore è nei paesi poveri, dove la gente si trova a morire di fame perché non ha più accesso al cibo.
Per questo non si usano più.
E non evadono il fisco perché, in genere, non puoi mettere direttamente l'olio ma devi lasciarlo per renderlo un biocarburante.
I biocarburanti da "scarti" superano questo problema ma non ce n'è abbastanza per coprire tutti gli usi che al momento si fanno dei combustibili tradizionali.
Ma perchè la legna ad alte temperature si autoalimenta, trasformando la legna in gas conbustibili. (non conoscevo questo processo) Ho sempre pensato che era la legna a bruciare, e non che si trasformasse in gas.
Ma cmq la legna è a impatto zero con la co2 come hai detto tu.
Nella seconda metà del 1800 c'era in Europa la paura che le miniere di carbone "nazionali" presto si sarebbero esaurite e quindi c'era molta ricerca sull'uso del solare termico o di combustibili e carburanti alternativi al carbone.
I motori diesel recenti invece hanno problemi se si prova ad alimentarli con oli vegetali (filtro che si intasa) o con biodiesel (molecole più corte rispetto al diesel che sciolgono alcuni tipi di plastica e gomma ... attualmente usate anche per guarnizioni, canne del carburante, ecc).
Mi sa che i test che hanno fatto riguardavano principalmente rimappature delle centraline, che filtri usare e che componenti sostituire con equivalenti parti metalliche plastiche/gomme che non si sciolgono.
a volte io mi domando chi riesce a fare questi ragionamenti se realmente pensa a quello che dice..
un albero che in 40 anni ha assorbito CO2 viene bruciato in poche settimane e riemette in poche settimane tutto quello che aveva accumulato oltre ad una marea di PM2,5 e PM10..
se il ragionamento che si fa è questo allora anche la benzina, il petrolio e il gasolio sono a bilancio 0 perchè erano piante, alghe etc che milioni di anni fa hanno accumulato co2 e adesso la riemettono.. quindi siamo a posto.. basta NON pensare al fattore temporale e non pensare che in pochi istanti riemettiamo anni di co2 sottratta.
premesso poi che la CO2 non è il problema dell'inquinamento ma nel caso della legna le Polveri Sottili che crea e che sono dannose per l'uomo..
ma basta fare finta che bruciare legna sia a bilancio 0, pure l'Europa non ci crede da anni e ha chiesto di vietare le biomasse
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