L'incendio del primo stadio di un razzo spaziale SpaceX Falcon 9 è stato causato da una perdita di propellente

Secondo quanto riportato dalla società statunitense SpaceX, l'incendio del primo stadio di un razzo spaziale Falcon 9 ha avuto origine durante il decollo ed è stato causato da una perdita di propellente RP-1 da uno dei motori.
di Mattia Speroni pubblicata il 10 Marzo 2025, alle 11:13 nel canale Scienza e tecnologiaSpaceXStarlink
All'inizio del mese di marzo avevamo riportato della perdita di un primo stadio di un razzo spaziale Falcon 9 di SpaceX che, dopo aver completato il lancio e l'atterraggio sulla droneship JRTI (Just Read the Instructions) sarebbe andato distrutto a causa di un incendio che non è stato possibile estinguere rapidamente. Le fiamme hanno indebolito uno dei supporti per l'atterraggio rendendo instabile il primo stadi che si sarebbe ribaltato.
Essendo una droneship non sono presenti persone a bordo durante le operazioni di atterraggio e quindi non sono riportati feriti o danni diversi rispetto a quelli del primo stadio del Falcon 9. SpaceX, attraverso i suoi dirigenti ha rilasciato alcune informazioni aggiuntive così da spiegare i motivi dell'incendio che ha poi portato alla distruzione di questo componente.
La missione era quella Starlink 12-20 che è comunque stata completata correttamente e i satelliti hanno raggiunto l'orbita come previsto. Secondo Julianna Scheiman (direttrice delle missioni scientifiche della NASA in SpaceX) l'incendio è iniziato 48" dopo un atterraggio che sembrava nominale confermando che sarebbe questa la causa del cedimento strutturale del supporto.
William H. (Bill) Gerstenmaier (vice presidente per la costruzione e dell'affidabilità in volo in SpaceX) ha poi aggiunto in un'altra conferenza che la perdita di propellente è iniziata 85" dopo il decollo da uno dei motori Merlin 1D. Il propellente RP-1 si sarebbe quindi vaporizzato a causa del calore dei motori e non avrebbe innescato subito un incendio per la carenza di ossigeno a causa della quota raggiunta del primo stadio. Poco dopo l'atterraggio però la quantità di ossigeno presente e la continua perdita di propellente in un ambiente ancora caldo hanno dato il via all'incendio.
A causa della distruzione di buona parte dell'hardware i tecnici avranno difficoltà a capire qual è stata l'effettiva origine del problema ma si cercherà comunque di approntare soluzioni correttive. La parte interessante è legata al fatto che il booster B1086 avesse all'attivo solamente 5 missioni (considerando anche quella nella quale è andato distrutto) e non era quindi tra i primi stadi più utilizzati. Questo incidente non fermerà comunque l'utilizzo dei vettori con SpaceX che intende mantenere un'elevata cadenza di lancio per completare le varie missioni già programmate.
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