L'Event Horizon Telescope ha rilevato i campi magnetici del buco nero della Via Lattea

L'Event Horizon Telescope ha rilevato i campi magnetici del buco nero della Via Lattea

Grazie a una nuova ricerca dell'Event Horizon Telescope (EHT) è stato possibile rilevare i campi magnetici del buco nero della Via Lattea chiamato Sagittarius A* (Sgr A*) scoprendo che sono simili a quelli di M87*.

di pubblicata il , alle 14:02 nel canale Scienza e tecnologia
ESO
 

I buchi neri sono oggetti celesti sfuggenti se non sono in attività in quanto non emettendo radiazioni rilevabili non possono essere "visti" (soprattutto quelli di tipo stellare). Grazie al progetto internazionale dell'Event Horizon Telescope (EHT) è stato possibile catturare le prime immagini di buchi neri supermassicci come quello al centro della galassia M87 (chiamato M87*) con la storica immagine del 2019 e, solo successivamente, Sagittarius A* (Sgr A*), che si trova al centro della Via Lattea, la nostra galassia.

buco nero

Comparazione tra le dimensioni di M87* e Sgr A*

Quest'ultimo è sì più vicino (a 27 mila anni luce dalla Terra) ma è anche oltre mille volte più piccolo e con una massa ridotta. Inoltre, in quella posizione, è nascosto da polvere e gas del centro galattico e quindi più difficile da osservare. In una nuova ricerca che ha portato alla pubblicazione di due studi su The Astrophysical Journal Letters ci si è interessati in particolare ai campi magnetici generati dal buco nero Sagittarius A* e dalle strutture circostanti (come il disco di accrescimento).

I campi magnetici del buco nero della Via Lattea

Non è la prima volta che i campi magnetici di un buco nero supermassiccio attirano le attenzioni degli scienziati. In passato proprio l'Event Horizon Telescope aveva rilevato quelli di M87* mentre l'ultima novità riguarda quelli di Sagittarius A* (sempre osservati grazie alla luce polarizzata). Lo scopo era quello di capire se differenti buchi neri potessero generare campi magnetici differenti. Invece i ricercatori hanno trovato come i campi magnetici fossero molto simili tra i due oggetti celesti.

buco nero

I campi magnetici che circondano un buco nero possono generare getti di materia che si diffondono poi nell'ambiente circostante (ricordiamo che si tratta di materia e gas esterni all'orizzonte degli eventi). Sia M87* che Sgr A* avrebbero delle analogie da questo punto di vista. Mariafelicia De Laurentis (dell'Università di Napoli Federico II) ha dichiarato "con un campione di due soli buchi neri – di massa molto diversa e ospitati da galassie molto diverse – è importante determinare cosa si assomiglia e cosa no. Poiché in entrambi i casi sembrano essere presenti intensi campi magnetici, ciò suggerisce che questa potrebbe essere una caratteristica universale e forse fondamentale di questo tipo di sistemi. Una delle somiglianze tra questi due buchi neri potrebbe essere un getto, ma mentre ne vediamo uno molto evidente in M87*, non ne abbiamo ancora trovato uno in Sgr A*".

Sara Issaoun (Harvard & Smithsonian e co-responsabile del progetto) ha dichiarato "quello che vediamo ora sono campi magnetici intensi, contorti e organizzati vicino al buco nero al centro della Via Lattea. Oltre al fatto che Sgr A* ha una struttura di polarizzazione sorprendentemente simile a quella osservata nel buco nero M87*, molto più grande e potente, abbiamo imparato che campi magnetici intensi e ordinati sono fondamentali per l'interazione tra i buchi neri e il gas e la materia circostanti".

buco nero

Sfruttando la luce con polarizzazione perpendicolare al campo magnetico generata dal plasma che circonda il buco nero è stato possibile avere nuovi dettagli su ciò che accade in quelle regioni caotiche. Il gas incandescente che produce la luce polarizzata permette di far intuire agli scienziati struttura e intensità dei campi magnetici della regione e quindi, indirettamente, della struttura di un buco nero (compresa la materia e il gas delle quali si nutre).

Nel caso di Sgr A* si sono aggiunte alcune difficoltà per l'acquisizione dei dati rispetto a M87* in quanto il primo è meno stabile e quindi i modelli che portano poi alla realizzazione dell'immagine in alcuni casi erano troppo confusi e turbolenti. Siamo però solo all'inizio dello studio di questo genere di oggetti celesti e molte sorprese potrebbero arrivare nei prossimi anni grazie a nuove tecnologie e nuovi strumenti. In particolare EHT osserverà nuovamente il buco nero al centro della Via Lattea ad aprile 2024 anche se i risultati di questa nuova acquisizione di dati, anche grazie a nuovi telescopi in tutto il Mondo, saranno resi pubblici tra diverso tempo.

2 Commenti
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UtenteHD27 Marzo 2024, 15:21 #1
Molto bella come foto, chissa come mai girano intorno cosi' prima di essere attirati, comunque bellissima-
nathan0127 Marzo 2024, 16:47 #2
Magari qualcuno più esperto mi correggerà, ma un buco nero rotante, come quello al centro della via Lattea, nella sua rotazione trascina tutto, polvere, gas, campi magnetici e addirittura lo spaziotempo intorno.

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