Il telescopio VISTA dell'ESO cattura un'immagine della nebulosa Sh2-54 nella costellazione del Serpente
La nebulosa Sh2-54, che si trova nella costellazione del Serpente a circa 6000 anni luce dalla Terra, è il nuovo soggetto della campagna osservativa dell'ESO VVVX (VISTA Variables in the Via Láctea eXtended survey).
di Mattia Speroni pubblicata il 04 Gennaio 2023, alle 14:01 nel canale Scienza e tecnologiaESO
Una delle ultime volte che avevamo scritto dell'ESO (European Southern Observatory) fu quando venne pubblicata la scoperta di un buco nero che stava distruggendo una stella a una distanza elevata dalla Terra. Ancora prima invece era stata la volta di una nuova immagine della supernova delle Vele con la sua particolare struttura. Oggi invece è stata annunciata una nuova immagine della nebulosa Sh2-54 che si trova nella costellazione del Serpente.

La nebulosa Sh2-54 vista nella luce visibile
Non si tratta di una novità assoluta considerando che questa nebulosa era già nota in passato ma nuove informazioni permettono di avere una migliore comprensione di come avviene la formazione stellare. Da questa poi deriva anche la formazione di sistemi solari e planetari così da ampliare la nostra conoscenza di questi fenomeni e quindi anche del Sistema Solare nel quale ci troviamo. Ecco quello che c'è da sapere.
Il telescopio VISTA e la nebulosa Sh2-54
Per catturare la nuova immagine della nebulosa Sh2-54 nella costellazione del Serpente è stato impiegato il telescopio VISTA, acronimo di Visible and Infrared Survey Telescope for Astronomy. Questo si trova nel sito ESO dell'Osservatorio del Paranal in Cile. La nebulosa si trova a 6000 anni luce dalla Terra e il suo nome deriva dall'astronomo Steward Sharpless noto per aver raccolto informazioni sulle nebulose negli anni '50.
L'osservazione negli infrarossi (click sull'immagine per ingrandire)
Come intuibile dal nome, VISTA può essere impiegato sia per osservazioni nel visibile che nell'infrarosso. I ricercatori hanno così colto l'occasione per catturare immagini a diverse lunghezze d'onda rilevando informazioni differenti, ma tutte utili per lo studio del sistema.
Come abbiamo imparato grazie al JWST, con la rilevazione all'interno dello spettro degli infrarossi è possibile superare la limitazione costituita dalla polvere che blocca la luce visibile. La differenza si può vedere in maniera chiara quando si confrontano le due immagini di nebulosa Sh2-54. Si può vedere per esempio che il "velo di polvere" interstellare scompare quasi completamente se si osserva nell'infrarosso mostrando molte più stelle di quelle osservabili nel visibile.

Il telescopio VISTA può poi sfruttare 16 diversi rilevatori che hanno una risoluzione complessiva pari a 67 milioni di pixel (VISTA InfraRed CAMera o VIRCAM) con la dimensione di ogni pixel che può coprire 0,34 arcosecondi. Lo specchio principale è da 4,1 metri. Le lunghezze d'onda coperte invece variano tra gli 0,9 μm e gli 1,2 μm. La quantità di dati a disposizione dei ricercatori ammonta a mediamente a 315 GB per ogni notte di osservazione. Come nel caso di JWST, anche qui il raffreddamento è importante per evitare che gli infrarossi generati da altri sistemi possano interferire con le osservazioni. Per questo il sistema è raffreddato a circa -200°C. La "prima luce" di questo strumento è stata nel giugno 2008.
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