Il telescopio spaziale James Webb ha trovato molecole organiche in galassie lontane
Il telescopio spaziale James Webb è riuscito a rilevare delle molecole organiche, idrocarburi policiclici aromatici, in una galassia che si trova a oltre 12 miliardi di anni luce dalla Terra. Un nuovo indizio sull'evoluzione delle galassie.
di Mattia Speroni pubblicata il 07 Giugno 2023, alle 15:03 nel canale Scienza e tecnologiaNASAESA
Grazie alle potenzialità del telescopio spaziale James Webb è possibile scoprire molte informazioni sull'Universo, sia che si tratti del Sistema Solare (come nel caso della luna di Saturno, Encelado) sia che si tratti di galassie molto, molto lontane. La scelta di utilizzare una rilevazione estesa dell'infrarosso consente di arrivare dove nessun altro telescopio era mai giunto prima rilevando emissioni decisamente deboli, distanti nel tempo e nello spazio.

Tra le varie possibilità offerte dal JWST c'è quella di capire come si è evoluto l'Universo primordiale, di come si sono formate le prime galassie e ancora di capire come si può essere originata la vita sulla Terra (o in altre parti del Cosmo). Una nuova risposta arriva grazie a uno studio pubblicato negli scorsi giorni dove in una galassia lontana sono state rilevate molecole organiche complesse. Ovviamente trovare "molecole organiche" non è sinonimo di vita ma è sicuramente un punto prezioso dal quale partire. Queste le novità.
Il telescopio spaziale James Webb e le molecole organiche in una galassia lontana
Nello studio dal titolo Spatial variations in aromatic hydrocarbon emission in a dust-rich galaxy è stata analizzata ad agosto dello scorso anno la galassia SPT0418-47 che si trova a circa 12,3 miliardi di anni luce dalla Terra. L'emissione che arriva fino a noi è quella di quando il Big Bang era avvenuto "solamente" da meno di 1,5 miliardi di anni (un tempo relativamente ridotto se si pensa in termini cosmologici).

Per riuscire a cogliere l'emissione di SPT0418-47 (che al tempo aveva già la massa della Via Lattea) è stato sfruttato il lensing gravitazionale grazie a una galassia che si trova interposta tra noi e l'oggetto bersaglio (rendendo quest'ultima circa 30 volte più luminosa di quanto sarebbe altrimenti).

In particolare gli scienziati si sono dedicati alla ricerca degli idrocarburi policiclici aromatici che solitamente si formano vicino a stelle giovani e massicce con forte emissione ultravioletta. Con il passare del tempo le molecole si ingrandiscono e formando come delle nubi che permettono di regolare il riscaldamento/raffreddamento del gas all'interno delle galassie.
Non è la prima volta che viene osservata la galassia SPT0418-47 veniva osservata, ma è la prima volta che vengono rilevati idrocarburi policiclici aromatici (particolarmente visibili nell'infrarosso). Un nuovo successo per il telescopio spaziale James Webb. In particolare è stato impiegato lo spettroscopio a media risoluzione di MIRI (MRS) con una lunghezza d'onda di 3,3 μm in grado di rilevare gli idrocarburi policiclici aromatici con questo redshift.

Ci sono comunque ancora molti misteri da svelare. Lo stesso Justin S. Spilker (a capo dello studio) ha dichiarato che "ovunque vediamo le molecole ci sono stelle in formazione, ma ci sono anche parti in quell'anello in cui si stanno formando stelle dove non vediamo le molecole. Questa è la parte che non capiamo ancora veramente". La formazione di molecole complesse come gli idrocarburi policiclici aromatici è in fase di studio e nuovi tasselli sono sicuramente fondamentali per raggiungere una conclusione.
Gli scienziati ora puntano ad altre galassie lontane per continuare l'analisi spettrale all'interno del programma Targeting Extremely Magnified Panchromatic Lensed Arcs and Their Extended Star formation (TEMPLATES). Purtroppo un problema con lo spettrometro nel medio infrarosso (parte di MIRI) sta rallentando questo genere di raccolta dati con due di quattro canali che perdono circa il 50% dei dati, ma la risoluzione potrebbe avvenire nelle prossime settimane.










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3 Commenti
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Perché non dovrebbe essere così !
Le leggi fisiche sono e devono essere uguali in qualsiasi parte dell'universo.
Anche la chimica non può essere che identica ovunque nell'universo e
conseguentemente, la presenza di vita non è una "stranezza" presente solamente
nella terra.
Le leggi fisiche sono e devono essere uguali in qualsiasi parte dell'universo.
Anche la chimica non può essere che identica ovunque nell'universo e
conseguentemente, la presenza di vita non è una "stranezza" presente solamente
nella terra.
Sinceramente non ci vedo niente di straordinario.
La grande quantità di idrogeno avrà avuto l'effetto di creare grandi quantità di super giganti, con vita breve e creazione di buchi neri in cui sono nate
le protogalassie.
Quindi all'epoca, il C12 era sicuramente molto diffuso.
Il JW non ha fatto altro che dare "conferme" ma ripeto imho nulla di straordinario, così come penso che anche la vita sia molto diffusa nell'universo.
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