Il telescopio spaziale James Webb ha rilevato il suo primo esopianeta: LHS 475 b

Il telescopio spaziale James Webb ha rilevato il suo primo esopianeta: LHS 475 b

Il telescopio spaziale James Webb ha rilevato il suo primo esopianeta (in precedenza era solo una delle possibilità rilevate da TESS). Si chiama LHS 475 b e si trova a 41 anni luce di distanza dalla Terra nella costellazione dell'Ottante.

di pubblicata il , alle 20:24 nel canale Scienza e tecnologia
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Era da qualche tempo che non si parlava più del telescopio spaziale James Webb, in questi giorni però sono arrivate diverse notizie legate al nuovo strumento scientifico. Tra le più importanti c'è la rilevazione del primo esopianeta da parte del JWST, con il primo che ha preso il nome di LHS 475 b. In generale non è la prima volta che questo telescopio è legato a un esopianeta considerando le analisi dell'atmosfera WASP-39 b pubblicate a novembre dello scorso anno.

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Il nuovo telescopio era stato impiegato anche per l'imaging diretto di HIP 65426 b oppure per la rilevazione dell'anidride carbonica presente nell'atmosfera di WASP-39 b (prima di un'analisi più approfondita, linkata più sopra). In questo caso invece il JWST ha scoperto il suo primo esopianeta e si tratta di un corpo celeste particolare che potrebbe essere simile alla Terra più di molti altri. Queste sono le informazioni attualmente disponibili.

Il telescopio spaziale James Webb e l'esopianeta LHS 475 b

Secondo quanto riportato dalle agenzie coinvolte, i ricercatori hanno confermato l'esistenza dell'esopianeta LHS 475 b. Una delle caratteristiche interessanti di questo pianeta roccioso all'esterno del Sistema Solare è che ha dimensioni quasi sovrapponibili a quelle della Terra (i due corpi sono sovrapponibili al 99%). L'orbita intorno alla stella (una nana rossa) viene completata in due giorni e questa tipologia di astri è meno calda del Sole. L'esopianeta si trova a 41 anni luce di distanza dalla Terra, nella costellazione dell'Ottante.

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Una prima rilevazione, da confermare, era avvenuta grazie a TESS (Transiting Exoplanet Survey Satellite). Mancava però una prova definitiva. La conferma è stata possibile grazie al telescopio spaziale James Webb. In particolare è stato impiegato lo strumento NIRSpec (spettrografo nel vicino infrarosso) permettendo di confermarne l'esistenza dell'esopianeta attraverso solamente due transiti davanti alla stella compagna.

Questo è però solo l'inizio per il JWST. Quello che gli scienziati si aspettano in futuro è l'analisi dell'atmosfera di pianeti rocciosi di dimensioni paragonabili alla Terra. Questo varrà anche per LHS 475 b. A differenza dei giganti gassosi, più semplici da rilevare a parità di condizioni, i pianeti rocciosi offrono maggiori possibilità di ospitare vita sulla loro superficie e quindi rispondere in maniera inequivocabile alla domanda "c'è vita nell'Universo?". Altro punto importante è capire quanto la Terra sia "unica", come potrebbe essere stata o come potrà diventare (e lo stesso vale per altri pianeti similari).

Erin May (della Johns Hopkins University) ha dichiarato "il telescopio è così sensibile che può facilmente rilevare una serie di molecole, ma non possiamo ancora trarre conclusioni definitive sull'atmosfera del pianeta". Jacob Lustig-Yaeger (sempre della Johns Hopkins University) ha aggiunto "non può avere un'atmosfera densa dominata dal metano, simile a quella della luna di Saturno, Titano".

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Attualmente gli scienziati hanno dichiarato che i dati del telescopio spaziale James Webb non escludono la possibilità che questo esopianeta roccioso non abbia atmosfera. Di contro, potrebbe però avere un'atmosfera composta quasi esclusivamente di anidride carbonica (più difficile da rilevare). Durante l'estate 2023 nuove osservazioni di LHS 475 b dovrebbero permettere di avere più dati da analizzare.

Le condizioni sull'esopianeta sono molto particolari. Per esempio dovrebbe essere di "qualche centinaio di gradi" più caldo della Terra e questo significherebbe che sarebbe più simile a Venere. Su quest'ultimo la vita potrebbe essere ospitata negli strati alti dell'atmosfera e quindi non sarebbe un'ipotesi da escludere completamente. Come scritto e come spesso accade in questi casi, serviranno ulteriori dati, analisi e studi per capire cosa ci riserva questo frammento di Universo.

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