Il telescopio spaziale James Webb e le nuove immagini delle galassie a spirale
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Il telescopio spaziale James Webb è stato impiegato negli scorsi mesi per osservare diverse galassie a spirale relativamente vicine alla Terra. Nelle ultime immagini rilasciate le protagoniste sono NGC 1365, NGC 1433 e NGC 7496.
di Mattia Speroni pubblicata il 19 Febbraio 2023, alle 16:43 nel canale Scienza e tecnologiaNASAESA
L'ammasso di Pandora è stata una delle immagini più interessanti catturate dal telescopio spaziale James Webb. Non solo le galassie nella zona più vicina alla Terra (relativamente vicina, in realtà) ma anche tutte quelle che si trovano sullo sfondo che sono ben più distanti e ben più vecchie. Negli scorsi giorni però sono arrivate anche nuove immagini di galassie a spirale che il JWST ha catturato nel corso degli scorsi mesi.
Gli scienziati sperano di sfruttare al meglio la grande risoluzione del nuovo strumento scientifico per rilevare dati e così cercare di capire come funzionano quelle zone dell'Universo, dalla struttura stessa delle galassie ma anche la formazione stellare e di sistemi planetari. Queste immagini sono però particolarmente suggestive anche per persone che non seguono il mondo dell'astronomia considerando il loro "valore artistico", basato comunque su dati reali e strutture effettivamente esistenti.
Galassie a spirale e il telescopio spaziale James Webb
Nell'ultima serie di immagini rilasciate, catturate però nel corso degli scorsi mesi, il JWST si è concentrato in particolare su NGC 1365, NGC 1433 (conosciuta anche come PGC 13586) e NGC 7496. La prima è una galassia a spirale barrata, la seconda è una galassia a spirale barrata con una struttura a doppio anello mentre la terza è una galassia a spirale. Rispetto all'immagine dell'ammasso di Pandora (circa 3,5 miliardi di anni luce), questi oggetti celesti sono decisamente più vicini alla Terra considerando che distano rispettivamente 56 milioni di anni luce, 46 milioni di anni luce e 24 milioni di anni luce. NGC 1365 si trova nella costellazione della Fornace, NGC 1433 si trova nella costellazione dell'Orologio mentre NGC 7496 si trova nella costellazione della Gru.
NGC 1365 (click sull'immagine per ingrandire)
Secondo quanto riportato questa serie di osservazioni del telescopio spaziale James Webb (queste immagini sono solo una parte) servono ad analizzare la formazione stellare in zone dell'Universo relativamente vicine e di come questa possa influenzare la struttura stessa delle galassie. Complessivamente nel pannello di oggetti celesti ci sono 19 diverse galassie a spirale con gli astronomi che in questi mesi hanno potuto osservare M74 (della quale abbiamo scritto in passato), NGC 7496, IC 5332, NGC 1365 e NGC 1433.
NGC 1433 o PGC 13586 (click sull'immagine per ingrandire)
Per rilevare i dati è stato impiegato lo strumento MIRI (Mid-Infrared Instrument, medio-infrarosso) che ha permesso di rilevare zone dove si concentrano grandi quantità di polvere oppure bolle di gas nella zona dei bracci delle galassie. Grazie agli infrarossi è possibile superare la coltre di polvere e quindi vedere strutture che potevano essere nascoste ad altri strumenti scientifici.
NGC 7496 (click sull'immagine per ingrandire)
Con le lunghezze d'onda di 7,7 µm e 11,3 µm è poi possibile evidenziare la presenza di idrocarburi policiclici aromatici che sono fondamentali per la formazione di stelle e pianeti. Continuando con la raccolta di dati sarà possibile anche capire come queste galassie si sono evolute (unendo i dati da altri studi) e poter pensare a come diventeranno tra miliardi di anni. Per comprendere le dimensioni del campo visivo del telescopio spaziale James Webb basti pensare che quelle strutture sono ampie circa 48 mila anni luce.
Ricordiamo che queste immagini non appaiono come se li guardasse un essere umano in quanto si tratta di emissioni infrarosse. Per questo gli scienziati le hanno ricostruite a partire dai dati raccolti da JWST. Durante l'osservazione sono stati impiegati i filtri F770W, F1000W, F1130 e F2100W che corrispondono alle lunghezze d'onda di 7,7 µm, 10 µm, 11,3 µm e 21 µm ai quali sono stati assegnati rispettivamente i colori blu, verde, verde e rosso.
3 Commenti
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Spero Che Amazon vi paghi bene.
Certo che paga bene, e gli permette di violare spudoratamente il codice deontologico del giornalismo! Che bella testata
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