Il telescopio spaziale James Webb cattura l'immagine della galassia NGC 6822

Il telescopio spaziale James Webb cattura l'immagine della galassia NGC 6822

Continua il rilascio di immagini da parte del telescopio spaziale James Webb. Questa volta è toccato alla galassia irregolare NGC 6822 che si trova a circa 1,5 miliardi di anni luce dalla Terra e che presenta caratteristiche particolari.

di pubblicata il , alle 16:23 nel canale Scienza e tecnologia
NASAESA
 

Dopo le immagini di test di ESA Euclid, si torna a parlare del telescopio spaziale James Webb che ha catturato recentemente un'immagine della galassia irregolare conosciuta come NGC 6822. Negli scorsi giorni invece si era scritto delle giovani stelle Herbig-Haro 46/47 o della campagna JADES che ha rivelato composti a base di carbonio nell'Universo primordiale. Ancora prima invece era stata la volta della Nube di Rho Ophiuchi che era stata utilizzata come immagine per ricordare il primo anno di ricerca di Webb.

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Immagine con i dati di NIRCam e MIRI, click per ingrandire

La galassia irregolare NGC 6822 si trova a circa 1,5 milioni di anni luce dalla Terra nella costellazione del Sagittario. Gli scienziati hanno deciso di impiegare sia lo strumento per il vicino infrarosso NIRCam sia quello per il medio infrarosso MIRI per permettere di avere il maggior numero di dati a disposizione creando anche un'immagine molto particolare di questo oggetto celeste (quando vengono combinate tutte le lunghezze d'onda).

La galassia NGC 6822 vista dal telescopio spaziale James Webb

Come scritto sopra, le immagini (unite poi in un'unica immagine) catturate dal telescopio spaziale hanno come soggetto la galassia irregolare NGC 6822 ed è uno dei vicini galattici della nostra Via Lattea. Interessante notare come questo oggetto celeste abbia una bassa metallicità e questo significa che sono presenti pochi elementi differenti rispetto a idrogeno ed elio (che sono elementi semplici).

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Immagine con i soli dati di NIRCam

Come spiegato dagli scienziati, elementi più complessi di idrogeno ed elio sono creati dall'attività stellare nel corso del tempo. Nell'Universo primordiale per esempio la metallicità era bassa perché le stelle non avevano ancora avuto tempo di crescere, evolvere e morire creando elementi pesanti/complessi.

Per questo è così interessante osservare con il telescopio spaziale James Webb una galassia come NGC 6822 che, pur essendo nell'Universo attuale, ha una bassa metallicità. Oggetti di questo tipo possono far comprendere i processi che avvenivano nell'Universo primordiale e capire come stelle e la polvere abbiano un ruolo in questo genere di spazio.

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Immagine con i soli dati di MIRI

Del resto NGC 6822 non è certo una scoperta recente. Sin da 1884 è stato osservato e studiato per scoprirne i segreti anche se inizialmente venne classificata come "nebulosa estremamente debole" (definizione poi rivista in tempi più recenti). Fu Hubble che, nel 1925, lo descrisse in maniera più approfondita. Gli studi sono poi proseguiti nel corso degli anni e con l'avanzare della tecnologia è stato possibile acquisire sempre maggiori informazioni.

Nell'immagine che unisce le lunghezze d'onda di NIRCam e MIRI si può vedere una grande concentrazione di stelle con nubi di gas e polveri che sono evidenziate in un altro colore. Queste nubi hanno conformazione diversa in base alla regione osservata. In alcuni casi sono irregolari e sottili mentre in altre più dense e luminose oscurando le stelle che si trovano sullo sfondo. Sempre sullo sfondo si trovano anche galassie molto più lontane. In primo piano si possono osservare due stelle, nell'angolo in basso a destra, che hanno i tipici picchi di diffrazione dovuti alla forma esagonale dei segmenti dello specchio primario del telescopio spaziale James Webb e del supporto dello specchio secondario.

La zona ripresa ha una superficie di 5,41 x 1,80 arcominuti. Per quanto riguarda le lunghezze d'onda di NIRCam sono stati impiegati i filtri 1,15 μm, 2,0 μm, 3,56 μm, 4,44 μm (per gli idrocarburi policiclici aromatici) ai quali sono stati assegnati i colori blu, azzurro e verde. Per MIRI invece sono stati impiegati i filtri 10 μm, 15 μm e 21 μm ai quali sono stati assegnati i colori giallo, arancione e rosso. L'ESA ha reso disponibile un file in alta risoluzione da circa 206 MB per chi volesse vedere ogni dettaglio.

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