Il secondo paziente Neuralink gioca a Counter-Strike e lavora con software CAD usando la mente

Il secondo paziente Neuralink gioca a Counter-Strike e lavora con software CAD usando la mente

Alex, il secondo paziente dello studio clinico PRIME di Neuralink, sta usando l'interfaccia BCI denominata Link per giocare all'FPS Counter-Strike o lavorare con software CAD. Tutte cose che, finora, risultavano ostiche e che ora sono semplificate dall'impianto.

di pubblicata il , alle 09:14 nel canale Scienza e tecnologia
Neuralink
 

Dopo Noland Arbaugh, il mese scorso una seconda persona ha ricevuto l'impianto Neuralink, noto come Link. In seguito alle lezioni apprese con il primo paziente, tra successi e problemi, la società di Elon Musk è uscita allo scoperto, in un post in cui ha spiegato come stanno andando le cose con Alex, il nuovo paziente sempre affetto da tetraplegia.

L'operazione è andata bene e il paziente è stato dimesso il giorno successivo, con un recupero regolare. Grazie a Link, Alex "ha migliorato la sua capacità di giocare ai videogiochi e ha iniziato a imparare a usare il CAD per disegnare oggetti 3D", spiega Neuralink.

L'obiettivo generale dello studio clinico, denominato PRIME, è dimostrare che Link è sicuro e utile nella vita quotidiana. Gli scienziati di Neuralink affermano che Alex ha impiegato meno di 5 minuti per iniziare a controllare un cursore con la mente. "Nel giro di poche ore, è stato in grado di superare la velocità e la precisione massime raggiunte con qualsiasi altra tecnologia di assistenza sul nostro task Webgrid".

Come Noland, anche Alex ha battuto il precedente record mondiale di controllo del cursore tramite interfaccia cervello-computer (BCI) con un dispositivo non Neuralink il primo giorno di utilizzo di Link.

Dopo la conclusione della prima sessione di ricerca, Alex ha continuato a sperimentare le capacità di Link in modo indipendente, utilizzandolo per giocare all'FPS Counter-Strike. In precedenza per giocare Alex usava solo un dispositivo di assistenza chiamato Quadstick, un joystick azionabile con la bocca, dotato di sensori di pressione per il sorso e la bocca e di un sensore di posizione delle labbra per fare clic.

"Tuttavia", spiega Neuralink, "una limitazione fondamentale del controller è che dispone di un solo joystick, che limita Alex a muoversi o a mirare in ogni momento. Per passare dal movimento alla mira è necessario lasciare il joystick e poi sorseggiare o sbuffare in una cannuccia separata per alternare la funzionalità. Ora Alex è in grado di usare Link in combinazione con il suo Quadstick per muoversi e mirare simultaneamente, accedendo un'esperienza di gioco più intuitiva".

Alex, che prima della lesione al midollo spinale lavorava come tecnico automobilistico, voleva imparare a progettare oggetti 3D utilizzando un software CAD, ma il livello di controllo offerto dalle tecnologie assistive usate in precedenza lo rendeva difficile.

Il secondo giorno di utilizzo di Link, Alex ha utilizzato per la prima volta il software CAD Fusion 360 ed è riuscito a progettare un supporto personalizzato per il caricatore Neuralink, che è stato poi stampato in 3D e integrato nella sua configurazione.

"Stiamo lavorando con Alex per aumentare la sua produttività con Link, mappando i movimenti previsti a diversi tipi di clic del mouse (ad esempio, a sinistra, a destra, al centro), ampliando così il numero di controlli a sua disposizione e permettendogli di passare rapidamente da una modalità all'altra nel software CAD (ad esempio, zoom, scroll, pan, click-and-drag)", afferma Neuralink.

Neuralink ha anche parlato del problema degli elettrodi che si sono retratti nel primo paziente, riducendo temporaneamente le prestazioni del dispositivo. "Per ridurre la probabilità di ritrazione nel nostro secondo partecipante, abbiamo implementato una serie di misure di mitigazione, tra cui la riduzione del movimento del cervello durante l'intervento e la riduzione dello spazio tra l'impianto e la superficie del cervello". Al momento, Neuralink non ha osservato alcuna ritrazione degli elettrodi nel secondo paziente.

Grazie allo studio su questi pazienti, Neuralink sta lavorando per decodificare i clic multipli e gli intenti di movimento multipli e simultanei, oltre a sviluppare algoritmi per riconoscere l'intento della scrittura a mano e consentire un inserimento più rapido del testo.

"Queste capacità non solo contribuirebbero a ripristinare l'autonomia digitale per coloro che non sono in grado di usare gli arti, ma anche a ripristinare la capacità di comunicare per coloro che non sono in grado di parlare, come le persone affette da patologie neurologiche come la sclerosi laterale amiotrofica (SLA)".

"Inoltre, intendiamo consentire a Link di interagire con il mondo fisico, permettendo agli utenti di alimentarsi e di muoversi in modo più indipendente controllando un braccio robotico o la loro sedia a rotelle".

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