Il lander della missione indiana Chandrayaan-3 è atterrato sulla Luna

Negli scorsi giorni si è fatto un gran parlare del fallimento della missione russa Luna-25, la prima verso il satellite naturale dell'era post-sovietica, a causa di un problema al propulsore. Oggi però è stato il momento dell'India e in particolare della missione Chandrayaan-3. Si è trattato di un momento storico in quanto la nazione asiatica è stata la quarta ad arrivare sulla Luna dopo Stati Uniti, URSS/Russia e Cina. Un risultato che pone l'India tra le nazioni con il programma spaziale più avanzato e con un tasso di complessità crescente.

In precedenza l'ISRO (l'agenzia spaziale indiana) aveva rilasciato alcune immagini della superficie lunare mentre la sonda era ancora in orbita. La missione era stata lanciata il 14 luglio alle 11:05 (ora italiana) con un razzo spaziale LVM-3 (Launch Vehicle Mark-3) dal Satish Dhawan Space Centre. Il profilo missione era differente rispetto a quello dell'agenzia russa e per questo, pur essendo partita prima, l'allunaggio era previsto in data successiva. La precedente missione, la seconda, aveva avuto un problema nella fase finale dell'atterraggio quando i motori per frenare la discesa hanno funzionato in maniera errata rallentando eccessivamente il lander.

Questa potenza eccessiva ha fatto in modo che il sistema accumulasse una serie di errori che hanno portato poi a un'errata interpretazione da parte del sistema legato all'acquisizione delle immagini (con una fotocamera) che servivano a individuare la zona dell'atterraggio. L'instabilità generale del lander in questa fase non è stata corretta dal software in quanto eccedeva i limiti previsti. Quando la superficie della Luna era ormai vicina, il lander ha aumentato la sua velocità in quanto la zona di atterraggio (un'area di 500 x 500 metri) prevista era lontano. Da questa amara lezione è nata la missione Chandrayaan-3.

La missione indiana Chandrayaan-3 è sul suolo lunare

Il 21 agosto l'ISRO ha mostrato nuove immagini della superficie lunare e in particolare del lato opposto a quello rivolto verso la Terra. La fotocamera impiegata è quella dedicata al rilevamento degli ostacoli che ha aiutato il lander ad atterrare sulla Luna ed è chiamata Lander Hazard Detection and Avoidance Camera (LHDAC). Nella stessa giornata l'orbiter della missione Chandrayaan-2, quella il cui lander si schiantò sulla superficie, ha stabilito la comunicazione con il lander Chandrayaan-3 permettendo una migliore comunicazione con la Terra.

Intorno alle 9:00 di oggi (ora italiana) il centro di controllo indiano ha dato il comando per l'Automatic Landing Sequence (ALS). I propulsori hanno quindi iniziato a funzionare per rallentare il lander così da fare in modo di avvicinarsi alla superficie lunare. A seguire le operazioni c'erano anche le antenne del Deep Space Network della NASA (sezione di Canberra in Australia) con DSS36 e DSS46 e quella di New Norcia DSA1 dell'ESA. Un supporto fondamentale per fornire una comunicazione stabile e con possibili backup per Chandrayaan-3.

Alle 14:27 (ora italiana) il lander si trovava a una quota di 3,4 km dalla superficie lunare con una velocità orizzontale di 213 m/s e una velocità verticale di 30,07 m/s. Tutto è proseguito come programma fino a questo punto. Alle 14:31 il lander era in posizione sopra la zona prescelta per l'atterraggio a circa 150 metri dalla superficie e poco dopo solo due motori sono rimasti accesi per poter avere una velocità corretta per il soft-landing. L'atterraggio del lander della missione indiana Chandrayaan-3 è avvenuto correttamente intorno alle 14:34.