I messaggi ''nascosti'' della navicella Orion della missione Artemis I
La navicella Orion della missione Artemis I è rientrata correttamente l'11 dicembre 2022 dopo il lancio avvenuto il 16 novembre a bordo del razzo NASA SLS. L'agenzia aveva "nascosto" alcuni messaggi al suo interno. Ecco quali.
di Mattia Speroni pubblicata il 14 Dicembre 2022, alle 23:02 nel canale Scienza e tecnologiaNASAESA
Come previsto l'11 dicembre 2022 la navicella Orion della missione Artemis I è ammarata correttamente al largo delle coste della California nell'Oceano Pacifico. Questo è stato un momento storico per l'esplorazione spaziale in vista delle future missioni con equipaggio che porteranno nel 2024 (data da confermare) gli esseri umani di nuovo intorno alla Luna mentre un anno dopo ci sarà la possibilità di arrivare nuovamente sulla sua superficie.

Ora che la capsula è tornata sulla Terra dopo una missione di circa 25 giorni sarà possibile analizzare l'hardware e tutti i dati salvati in locale all'interno dello storage della navicella. Questo permetterà agli ingegneri di conoscere nel dettaglio tutte le informazioni utili e soprattutto a certificare Orion per voli con equipaggio. Ci vorrà comunque del tempo prima che vengano fornite informazioni precise in quanto la capsula dovrà tornare al Kennedy Space Center (che si trova in Florida). La NASA ha anche rivelato di aver voluto "nascondere" alcuni easter egg e riferimenti all'interno della navicella. Ecco quali sono.
I messaggi e i riferimenti presenti nella capsula Orion
Come scritto sopra, dopo l'ammaraggio avvenuto l'11 dicembre ed essere trasportata all'interno della nave della marina statunitense USS Portland (con quest'ultima che è arrivata alla Naval Base San Diego), la capsula Orion tornerà al Kennedy Space Center via terra per le dovute analisi. Alcune componenti saranno inoltre installate all'interno della nuova capsula per la missione Artemis II (la prima con equipaggio umano), dopo le dovute verifiche.
All'interno della capsula della missione Artemis I erano presenti alcuni messaggi e riferimenti, come spiegato dalla NASA stessa. Non si tratta di un complotto o di qualche strana teoria ma di un modo per omaggiare vicende del passato, persone o avvenimenti. Qualcosa di simile è accaduto per esempio con la missione Mars 2020 e il paracadute utilizzato per l'atterraggio del rover Perseverance oppure della presenza dei nomi di chi si era "iscritto" alla campagna promossa dalla NASA.

Nel caso della navicella Orion troviamo per esempio l'effige di un cardinale rosso (uccello) posizionata sopra il finestrino a destra del sedile del pilota. Si tratta di un omaggio Mark Geyer (scomparso nel 2021) che è stato direttore del Johnson Space Center e tifoso dei St. Louis Cardinals, una squadra di baseball di Saint Louis. Geyer è stato anche il primo direttore del programma Orion e ha seguito il primo test orbitale del 2014.

Al di sopra dell'esperimento Callisto è invece presente una scritta in codice Morse che recita "Charlie" in memoria di Charlie Lundquist (scomparso nel 2020). Lundquist è stato vicedirettore del programma Orion lavorando a quest'ultimo a partire dal 2008. Una figura definita "determinante" da parte dell'agenzia spaziale.

Sono poi presenti i prefissi dei paesi dell'ESA (oltre agli Stati Uniti) che hanno partecipato alla realizzazione del modulo di servizio europeo che è stato fondamentale per la missione. Troviamo Stati Uniti, Germania, Italia (il 39), Svizzera, Francia, Belgio, Svezia, Danimarca, Norvegia, Spagna e Paesi Bassi.

Un'altra scritta misteriosa recita "CBAGF". Si tratta delle note della notissima canzone "Fly Me to the Moon" nella versione di Frank Sinatra del 1964 (che in passato è stata associata alle missioni del programma Apollo). Non manca poi il numero 18 scritto in codice binario. Si tratta di una sorta di "passaggio di consegne" tra il programma Apollo e quello Artemis considerando che il primo è finito con la missione Apollo 17.
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