Google presenta Project Suncatcher: l'intelligenza artificiale punta allo Spazio

Google presenta Project Suncatcher: l'intelligenza artificiale punta allo Spazio

Google ha presentato Project Suncatcher, un ambizioso programma di ricerca che mira a costruire un'infrastruttura di calcolo per l'intelligenza artificiale direttamente nello Spazio. L'obiettivo è sfruttare la potenza solare quasi continua in orbita e creare costellazioni di satelliti equipaggiati con TPU e collegamenti ottici ad alta velocità per eseguire carichi di lavoro di machine learning su larga scala.

di pubblicata il , alle 08:06 nel canale Scienza e tecnologia
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Google ha svelato Project Suncatcher, un nuovo "moonshot" dedicato alla realizzazione di un'infrastruttura di calcolo per l'intelligenza artificiale (AI) direttamente nello Spazio. L'idea alla base del progetto è radicale: costruire costellazioni di satelliti solari equipaggiati con TPU (Tensor Processing Unit) e collegati tramite link ottici in Spazio libero, con l'obiettivo di creare un datacenter orbitale scalabile e a basso impatto sulle risorse terrestri.

Secondo l'azienda, il Sole rappresenta la più potente fonte di energia disponibile nel sistema solare, e in orbita un pannello solare può essere fino a otto volte più produttivo rispetto a uno installato sulla Terra. Un'orbita eliosincrona garantirebbe un'esposizione quasi costante alla luce solare, riducendo drasticamente la necessità di batterie o di altre fonti di energia di riserva.

Il concetto su cui si basa Project Suncatcher è quello di un'infrastruttura distribuita: le attività di machine learning verrebbero ripartite tra numerosi satelliti dotati di acceleratori AI, collegati tra loro da connessioni ottiche multi-terabit a bassa latenza. Per ottenere prestazioni paragonabili a quelle dei data center terrestri, i satelliti dovrebbero però volare in formazioni molto compatte, distanti tra loro anche solo poche centinaia di metri.

Google ha già realizzato un dimostratore da laboratorio capace di trasmettere 1,6 Tbps complessivi con una singola coppia di transricevitori ottici, confermando la fattibilità del sistema di comunicazione previsto. La sfida principale riguarda il mantenimento di queste costellazioni compatte in orbita bassa, dove la gravità terrestre e l'attrito atmosferico possono influenzare la stabilità del gruppo. Modelli fisici e simulazioni numeriche sviluppati dal team, basati sulle equazioni di Hill-Clohessy-Wiltshire e ottimizzati con JAX, indicano tuttavia che sarebbero sufficienti modesti interventi di correzione per mantenere le orbite stabili.

Un altro elemento chiave riguarda la resistenza alle radiazioni dei chip TPU Trillium v6e, testati con un fascio protonico da 67 MeV. I risultati mostrano un'elevata tolleranza: solo la memoria HBM ha manifestato lievi irregolarità dopo dosi tre volte superiori a quelle previste per una missione di cinque anni, senza guasti permanenti fino a 15 krad(Si).

Sul piano economico, Google prevede che entro la metà degli anni 2030 i costi di lancio possano scendere sotto i 200 dollari al chilogrammo, rendendo il dispiegamento di datacenter spaziali comparabile, in termini di costo per kilowatt/anno, a quello di strutture terrestri.

Restano però numerose sfide ingegneristiche: dalla gestione termica dei satelliti alle comunicazioni con la Terra fino all'affidabilità operativa in orbita. Per iniziare a validare i modelli teorici e le soluzioni hardware, Google collaborerà con Planet per il lancio di due satelliti prototipo entro il 2027, che testeranno l'efficacia dei collegamenti ottici e l'operatività delle TPU nello spazio.

Se i risultati saranno positivi, Project Suncatcher potrebbe aprire la strada a una nuova generazione di infrastrutture di calcolo basate nello Spazio, capaci di espandere la potenza dell'intelligenza artificiale senza gravare sulle risorse terrestri. Un progetto che, come in passato con Waymo o con il calcolo quantistico, riflette la volontà di Google di spingersi oltre i confini dell'ingegneria convenzionale. Big G, in ogni caso, non è l'unica a guardare allo Spazio come possibile nuove frontiera del calcolo: recentemente abbiamo parlato dell'impegno di Starcloud e Crusoe.

1 Commenti
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supertigrotto05 Novembre 2025, 13:16 #1
Come la mettiamo con i micro meteoriti?
Con la spazzatura spaziale?

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