Eni scommette sul futuro: 1 miliardo per l'energia infinita della fusione
Eni ha firmato un accordo da oltre 1 miliardo di dollari con Commonwealth Fusion Systems per acquistare energia dal primo impianto commerciale a fusione, ARC, da 400 MW in Virginia. L'intesa rafforza una collaborazione avviata nel 2018 e segna un passo decisivo verso la commercializzazione dell'energia da fusione nei prossimi anni.
di Manolo De Agostini pubblicata il 22 Settembre 2025, alle 14:21 nel canale Scienza e tecnologiaENI
Eni e Commonwealth Fusion Systems (CFS) hanno annunciato la firma di un power purchase agreement (PPA) del valore di oltre 1 miliardo di dollari per l'acquisto di energia prodotta dal primo impianto a fusione della società statunitense. Il progetto, denominato ARC, sorgerà nella contea di Chesterfield, vicino a Richmond, Virginia, e avrà una capacità di circa 400 MW. L'entrata in funzione è prevista nei primi anni 2030.
Per Eni, già azionista strategico di CFS dal 2018 e protagonista di un progressivo rafforzamento della partnership, l'intesa rappresenta il passaggio dalla collaborazione tecnologica a una vera e propria relazione commerciale. "Questa partnership segna il momento in cui la fusione diventa una concreta opportunità industriale", ha dichiarato l'amministratore delegato di Eni, Claudio Descalzi, sottolineando l'impegno dell'azienda nella promozione di una fonte energetica potenzialmente sicura, sostenibile e praticamente inesauribile.

L'accordo con Eni è il secondo contratto di fornitura siglato da CFS in pochi mesi. A giugno Google aveva già annunciato l'acquisto di metà della produzione dell'impianto ARC. Il CEO di CFS, Bob Mumgaard, ha evidenziato come l'ingresso di clienti così diversi - dai giganti del cloud alle compagnie energetiche tradizionali - confermi l'attrattiva di un'energia a basse emissioni e quasi illimitata.
La fusione nucleare, che replica la reazione che alimenta il Sole, promette di fornire energia da combustibili abbondanti come idrogeno e isotopi di litio, ottenibili dall'acqua di mare, senza produrre emissioni nocive né scorie tossiche. Tuttavia, la sfida di generare più energia di quella necessaria per avviare e mantenere la reazione è stata al centro della ricerca per decenni, in quanto richiede temperature estremamente elevate e tecnologie avanzate per il contenimento del plasma.
Parallelamente ad ARC e a questi accordi, per CFS prosegue lo sviluppo del reattore dimostrativo SPARC a Devens, Massachusetts, attualmente completato al 65% e atteso in funzione entro il 2026. SPARC servirà da banco di prova per la scalabilità tecnologica che porterà all'impianto ARC, sfruttando una configurazione basata su tokamak con magneti superconduttori ad alta temperatura per confinare il plasma.
CFS è considerata una delle aziende leader nel settore della fusione e ha raccolto quasi 3 miliardi di dollari di investimenti complessivi, inclusi i recenti 863 milioni di dollari del round Series B2, che ha visto la partecipazione di Eni, Google, NVIDIA e Breakthrough Energy Ventures.










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8 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoIn buona soatanza.. figata la fusione ma i dati mi hanno parecchio placato l'entusiasmo.
Da dire però che se ENI mette sul piatto un miliardo non credo lo abbia fatto a cazzo di cane..
In buona soatanza.. figata la fusione ma i dati mi hanno parecchio placato l'entusiasmo.
Da dire però che se ENI mette sul piatto un miliardo non credo lo abbia fatto a cazzo di cane..
Ovvio è un investimento sul luuungo periodo, ed è giusto farlo !!
Se mai si inizia mai ci si arriva.
Non si può sempre e solo pensare al domani, in certe cose occorre preparare anche "la prossima settimana", come fa la Cina con buon successo.
Se mai si inizia mai ci si arriva.
Non si può sempre e solo pensare al domani, in certe cose occorre preparare anche "la prossima settimana", come fa la Cina con buon successo.
Hai ragione.
E' che per come stanno le cose io avrei puntato forte sul nucleare di quarta generazione che come prformance è spettacolare ed è pronto subito.. poi nel mentre (ma con tempistiche purtroppo non cortissime) si lavora sulla fusione.
E' che per come stanno le cose io avrei puntato forte sul nucleare di quarta generazione che come prformance è spettacolare ed è pronto subito.. poi nel mentre (ma con tempistiche purtroppo non cortissime) si lavora sulla fusione.
Eh, come no? "Subito" tra una ventina d'anni (se va bene). Poi è spettacolare anche sui costi al kWh, nel senso che costa più delle rinnovabili. Un affarone proprio. Chissà come mai il nucleare è in declino da tre decenni...
Declinissimo. Infatti quest'anno ha fatto il record di produzione
https://www.world-nuclear-news.org/...city-generation
E l'IAEA ha [B][U][COLOR="Red"]aumentato[/COLOR][/U][/B] le stime di crescita del nucleare per il 2050.
https://www.world-nuclear-news.org/...wth-projections
Si va da un minimo del +50% a un +160%.
Avercene declini di questo tipo
In buona soatanza.. figata la fusione ma i dati mi hanno parecchio placato l'entusiasmo.
Da dire però che se ENI mette sul piatto un miliardo non credo lo abbia fatto a cazzo di cane..
Ho deciso... apro un startup che si occuperà di teletrasporto, farò dei bellissimi powerpoint e poi chiederò a Enel un miliardo d'investimento basandomi sul fatto che prevedo che nel 2050 raggiungerò un miliardo di passeggeri e vuoi mettere il risparmio di co2?
https://www.telegraph.co.uk/politic...nuclear-fusion/
https://www.eni.com/en-IT/media/pre...e-facility.html
questo è il risultato della Brexit, ottenere l'indipendenza energetica e grazie al cielo siamo partner e non rivali.
adesso sono quasi pentito di aver venduto le azioni ENI per snam e leonardo, mi sa che appena raggiungo il mio target mollo il cavallo morto e salto sul cane a sei zampe.
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