Dynetics e Blue Origin si oppongono all'assegnazione del lander lunare di Artemis a SpaceX

Dynetics e Blue Origin (parte del National Team) hanno presentato due proteste distinte al Government Accountability Office per quanto riguarda l'assegnazione del contratto per il lander lunare delle missioni Artemis a SpaceX.
di Mattia Speroni pubblicata il 29 Aprile 2021, alle 10:41 nel canale Scienza e tecnologiaBlue OriginNASASpaceX
I contratti governativi negli Stati Uniti (e non solo) sono molto ambiti dalle società private. Questo causa "guerre" per cercare di strapparne il più possibile alle migliori condizioni possibili. Anche lo Spazio e l'industria aerospaziale sono tornate prepotentemente alla ribalta con la sempre maggior presenza di industrie private.
Non è un caso quindi che l'assegnazione a SpaceX del lander lunare delle missioni Artemis abbia dato il via alle rimostranze da parte delle altre due squadre escluse (Dynetics e il National Team, dove c'è Blue Origin). La società di Elon Musk si è aggiudicata il contratto per 2,89 miliardi di dollari, soldi che facevano ovviamente gola anche alla concorrenza.
SpaceX e NASA criticate da Dynetics e Blue Origin
La NASA inizialmente aveva deciso di continuare a fornire sostegno finanziario a due candidati per il lander lunare (anche per garantire una sicurezza ulteriore nel caso uno dei due progetti avesse problemi) ma il budget dell'agenzia statunitense è troppo ridotto per seguire questa strada. Questo ha portato all'unica assegnazione a SpaceX lasciando quindi completamente senza sostegno economico per il Human Landing System sia Dynetics che il National Team.
In questi giorni, prima Blue Origin e poi Dynetics hanno presentato una protesta per l'assegnazione dell'appalto governativo potenzialmente bloccandolo (almeno fino a quando non sarà sbloccata la questione). Certo, lo sviluppo di Starship continuerà anche con questo intoppo, ma si tratta di una questione che deve essere risolta.
In un comunicato di poche ore fa, Dynetics ha dichiarato di aver presentato una protesta formale il 26 Aprile 2021 al Government Accountability Office (GAO). La società ha scritto "Dynetics crede fermamente che il nostro design HLS offra un grande potenziale per contribuire al raggiungimento degli obiettivi del programma HLS della NASA e riteniamo che il piano iniziale della NASA per una competizione continua rimanga l'approccio migliore per garantire il successo del programma".
Sempre Dynetics ha anche aggiunto di aver riscontrato problemi e di avere delle preoccupazioni per diversi aspetti per la selezione effettuata dalla NASA. Sempre lo stesso giorno, anche Blue Origin (National Team) ha presentato la sua protesta allo stesso ufficio governativo statunitense per lo stesso motivo.
Quale futuro per il lander lunare delle missioni Artemis?
Non sono state rivelate nel dettaglio le motivazioni della protesta da parte delle due società. Sappiamo che SpaceX è riuscita ad avere l'appalto grazie a un prezzo concorrenziale oltre a specifiche tecniche migliori per la sua versione di HLS. L'idea di Elon Musk è quella di adattare una Starship alle caratteristiche del suolo lunare e della tipologia di missione.
Per quanto riguard il prototipo di Dynetics, questo è stato giudicato, dal punto di vista tecnico, il peggiore dei tre. La società aveva anche il prezzo più alto richiesto tra i partecipanti (pur non rivelando la cifra precisa), portandola così all'ultimo posto. Blue Origin invece ha pubblicamente dichiarato che la sua offerta era di 5,99 miliardi di dollari, superiore a quella di SpaceX ma inferiore a quella di Dynetics.
Nel file di Blue Origin si legge come la società abbia dichiarato come il prezzo fatto, pur superiore a quello della controparte, è comunque più basso di quanto richiesto inizialmente dalla NASA. La giustificazione legata al budget limitato dell'agenzia è stata poi respinta.
La società di Jeff Bezos ha dichiarato che "il costo totale per selezionare sia il National Team che SpaceX per contratti a prezzo fisso e basati su traguardi è inferiore a 9 miliardi di dollari, circa la metà di quanto richiesto dalla NASA nel budget del piano Artemis di Settembre 2020 e solo il 10% del costo totale di Artemis".
C'è spazio per altre società, dopo le prime due missioni
C'è da considerare che il contratto che ha visto vincere SpaceX è valido per le prime due missioni (una di prova senza equipaggio). Le successive invece non sono ancora state appaltate e la NASA si riserva di scegliere chi offrirà il prezzo migliore, al netto delle caratteristiche tecniche. Questo potrebbe aprire uno spiraglio per chi è stato tagliato fuori inizialmente. Chiaramente significa anche dover aspettare alcuni anni e non ricevere i finanziamenti in tempi brevi.
L'ultima nota di colore riguarda Elon Musk e l'utilizzo dei social. Musk non è mai stato particolarmente "politicamente corretto" e anche in questa occasione non sono mancate alcune stoccate a Jeff Bezos e Blue Origin. In un tweet ha ricordato come la società non abbia ancora raggiunto l'orbita terrestre e quasi sicuramente non è finita qui la diatriba tra i due. Cosa accadrà ora? Difficile dirlo, ma nessuno dei tre ha intenzione di cedere.
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4 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoAltra informazione mancante: l'offerta del consorzio di bezos aveva un costo più che doppio di quella di SpaceX, e si parla di miliardi di USD.
Era una scelta difficile?
Dimentichi la CNSA, l'agenzia spaziale cinese
Poi per carità se per Bezos è ok questa logica il giorno che c'è da stipulare un contratto miliardario per un servizio che dia la possibilità a terzi di vendere online io faccio vedere che ho sviluppato un proof of concept che permette di fare questo, dico che in un paio d'anni avrà tutte le (complessissime) caratteristiche richieste dal contratto e mi piglio una fetta del contratto che sarebbe altrimenti andato interamente ad Amazon :P
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