Dal MIT e da BASF una possibile alternativa alla plastica: un biomateriale a base di seta

Il noto istituto e l'azienda chimica hanno realizzato una ricerca congiunta, per cercare un'alternativa a particolari tipi di plastica per conservazione
di Massimiliano Zocchi pubblicata il 23 Luglio 2022, alle 13:31 nel canale Scienza e tecnologiaBASF
La plastica è utilizzata per la conservazione di cibi e bevande, ma anche per altri scopi meno conosciuti. Ad esempio si usa la plastica per impedire a determinati prodotti di degradare, spesso come micro barriera. È il caso di alcune pillole, o anche di pesticidi e erbicidi a microincapsulamento.
Queste plastiche, però, sono poi molto persistenti nell'ambiente, e quindi il MIT e BASF si sono messi alla ricerca di un'alternativa più sostenibile. La ricerca è stata condotta dal professore del MIT Muchun Liu, insieme ad altri cinque studiosi di BASF, divisi tra Stati Uniti e Germania.
Il team ha individuato una possibile alternativa nella seta, o meglio in alcune proteine di questo prezioso materiale. Il nuovo materiale può essere appunto creato partendo da proteine della seta, senza però utilizzare metodi laboriosi. Non sono necessari i bozzoli dei bachi come quelli usati per la produzione dei tessuti, ma basta anche seta di minora qualità, disciolta in acqua.
In questo modo la produzione può essere fatta più o meno ovunque nel mondo, e non solo nelle zone specializzate nella seta, e si può anche attingere da seta riciclata, allungando quindi la vita del prodotto che altrimenti diventerebbe rifiuto. Un primo tentativo è stato fatto con un erbicida microincapsulato e solubile in acqua, usato in un campo di mais, e la resa è stata addirittura superiore a prodotti già in commercio.
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