Con NASA Hubble scoperta la relazione tra buchi neri e la formazione stellare

Con NASA Hubble scoperta la relazione tra buchi neri e la formazione stellare

La galassia nana Henize 2-10 è al centro di un studio che dimostra come i buchi neri possano aiutare nella formazione stellare grazie ai materiali espulsi prima di oltrepassare l'orizzonte degli eventi. La scoperta è arrivata grazie a NASA Hubble.

di pubblicata il , alle 17:34 nel canale Scienza e tecnologia
NASA
 

L'attenzione dei media recentemente è stata catalizzata dal lancio del telescopio spaziale James Webb e dalle operazioni per permetterne il suo funzionamento. Ma anche NASA Hubble ha ancora modo di dimostrare la sua utilità nonostante i sempre più frequenti problemi operativi che lo stanno affliggendo in questi ultimi anni.

L'utilità di HST è però stata dimostrata grazie a un recente studio pubblicato su Nature e che ha preso in esame i dati rilevati dal telescopio spaziale aprendo un nuovo scenario che lega la presenza di buchi neri alle zone di formazione stellare. I buchi neri sono oggetti celesti sfuggenti che stiamo imparando a conoscere e a osservare (indirettamente) negli ultimi anni e solitamente vengono associati alla "distruzione". Ma con particolari meccanismi è possibile che questi possano anche portare indirettamente alla formazione di nuove stelle.

NASA Hubble e il legame tra buchi neri e formazione stellare

Lo studio pubblicato negli ultimi giorni prende in esame quanto accade all'interno della galassia nana Henize 2-10 che si trova a 30 milioni di anni luce dalla Terra nella costellazione della Bussola. Che ci fosse un buco nero (da circa 1 milione di masse solari) in questa galassia era già noto a partire dal 2011 ma con gli anni sono state anche affinate le conoscenze riguardanti i meccanismi interni.

buco nero

NASA Hubble (e in particolare lo strumento Space Telescope Imaging Spectrograph) ha permesso di capire che il buco nero distante 228 anni luce dalla zona di formazione stellare riusciva a influenzarne le dinamiche. Dalle attuali conoscenze, quando un oggetto supera l'orizzonte degli eventi non riesce più a sfuggire alla grande gravità del buco nero. Quando invece la materia si trova all'esterno i campi magnetici possono creare getti di materia che vengono dispersi nello Spazio.

Nel caso di Henize 2-10 il buco nero emette un getto di gas che riesce ad arrivare fino a una zona di formazione stellare. Quella regione vedeva già la presenza di una densa "bolla di gas" ma il materiale espulso dal buco nero a oltre 1,6 milioni di km/h contribuisce ad aumentare la sua quantità locale diffondendosi nelle vicinanze. Un altro getto emesso dallo stesso buco nero ma in direzione opposta interagisce con un'altra zona ricca di gas e polveri.

buco nero henize 2-10

I ricercatori hanno scritto nello studio che "combinando questi risultati con il nostro studio cinematico viene indicato che il deflusso bipolare generato dal buco nero centrale sta sconvolgendo il mezzo interstellare al centro delle regioni di Henize 2-10, creando condizioni favorevoli per un feedback AGN (nucleo galattico attivo) positivo". Henize 2-10, rispetto ad altre galassie nane attive, non ha una morfologia centrale regolare ma è attiva nella formazione stellare. Alcune delle stelle hanno un'età stimata di circa 4,3 milioni di anni e sono quindi considerate "giovani" mentre il cluster stellare dovrebbe avere un'età di circa 5,2 milioni di anni.

Lo scopo di studiare galassie nane come Henize 2-10 è quello di poter vedere cosa accadeva in un Universo molto più giovane di adesso. Le galassie nane potrebbero avere una minore propensione a fondersi con altre galassie rispetto a quelle di dimensioni maggiori (come la Via Lattea). Questo preserverebbe la loro struttura e i loro componenti per più tempo consentendo di accrescere la conoscenza dello Spazio e della sua evoluzione.

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