Artemis: il primo astronauta non-statunitense a posare il piede sulla Luna potrebbe essere giapponese

Nelle scorse ore Giappone e Stati Uniti hanno stretto un accordo riguardante le missioni Artemis (e non solo). Secondo quanto dichiarato il primo astronauta non-statunitense a posare il piede sulla Luna potrebbe essere giapponese.
di Mattia Speroni pubblicata il 11 Aprile 2024, alle 20:56 nel canale Scienza e tecnologiaNASAJAXAToyotaArtemisMitsubishi
All'inizio di aprile sono state annunciate le tre società che dovranno sviluppare un Lunar Terrain Vehicle o LTV (un rover lunare con ambienti non pressurizzati) che sarà impiegato durante le missioni Artemis per l'esplorazione della Luna nel corso dei prossimi anni. Nelle scorse ore il Giappone e gli Stati Uniti hanno siglato un nuovo accordo che riguarda le future operazioni sul suolo lunare che comprenderà anche l'invio di un rover di grandi dimensioni con ambienti pressurizzati e sviluppato congiuntamente con Toyota e Mitsubishi Heavy Industries (MHI).
Ancora più interessante è che, in cambio, la NASA fornirà l'opportunità a due astronauti della JAXA di scendere sul suolo lunare. Se la Cina non arriverà prima (l'intenzione di CNSA e CMSA è di toccare il suolo della Luna entro il 2030), il primo astronauta non statunitense ad arrivare sulla superficie lunare sarà giapponese. Durante la conferenza stampa congiunta tra il presidente statunitense Biden e il primo ministro nipponico Kishida è stato dichiarato che "un obiettivo comune è che un cittadino giapponese possa essere il primo astronauta non americano a sbarcare sulla Luna in una futura missione Artemis, supponendo che vengano raggiunti importanti parametri di riferimento".
Artemis: un astronauta giapponese sulla Luna prima degli europei
Attualmente la missione Artemis II (che non scenderà fino alla superficie ed è prevista nel 2025) comprende tre astronauti statunitensi e uno canadese. Quest'ultimo è stato scelto in cambio dello sviluppo del braccio robotico Canadarm3 del Lunar Gateway. La missione Artemis III dovrebbe comprendere solamente quattro astronauti statunitensi, i cui nomi saranno annunciati probabilmente il prossimo anno.
Si passerà poi ad Artemis IV e Artemis V dove saranno presenti anche astronauti europei con ESA che ha annunciato che il protocollo d'intesa con la NASA prevede la possibilità di avere tre posti assegnati ma è stato anche aggiunto che gli astronauti lavoreranno al Lunar Gateway.
Si può quindi ipotizzare che durante Artemis IV ci saranno due astronauti statunitensi, un astronauta nipponico e un astronauta europeo. Un astronauta statunitense e uno giapponese potranno scendere sul suolo lunare con l'utilizzo del lander lunare di SpaceX con quello europeo e un altro statunitense che rimarranno a bordo del Lunar Gateway. Con Artemis V invece potrebbe essere il turno di una configurazione con due astronauti statunitensi e due europei. L'altro astronauta giapponese potrebbe volare con Artemis VI completando così gli attuali accordi. I piani sono ancora da verificare e quindi ci si può basare solo sulle attuali dichiarazioni da parte dei dirigenti.
Sempre stando alle informazioni rilasciate durante la conferenza stampa, il rover lunare pressurizzato sviluppato in Giappone potrà funzionare sia con equipaggio che senza (come gli LTV). La NASA invece penserà a lanciare il rover grazie a un vettore pesante. Grazie a questo veicolo sarà possibile per gli astronauti spostarsi agilmente sul suolo lunare e togliersi le tute spaziali quando saranno all'interno dell'abitacolo (con supporto vitale integrato). Le specifiche attuali indicano la possibilità di ospitare due astronauti per 30 giorni. La consegna sulla superficie lunare è prevista con Artemis VII e con una durata di circa 10 anni. Sempre la JAXA fornirà i sistemi di controllo ambientale e di supporto vitale per il Lunar Gateway oltre a navicelle cargo di rifornimento.
Gli accordi siglati in questi giorni non riguardano solo la Luna. La JAXA e altri partner nipponici potranno partecipare allo sviluppo del drone Dragonfly per Titano o al telescopio spaziale Nancy Grace Roman. Un'ulteriore collaborazione riguarderà invece l'osservatorio solare SOLAR-C che raccoglierà dati sull'atmosfera solare con l'acquisizione negli ultravioletti.
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