Acqua radioattiva: il Giappone ha iniziato a rilasciare l'acqua di Fukushima nel Pacifico

Acqua radioattiva: il Giappone ha iniziato a rilasciare l'acqua di Fukushima nel Pacifico

Come da programma, la nazione nipponica ha iniziato a rilasciare nell'Oceano Pacifico le acque reflue della centrale nucleare di Fukushima. Nonostante i severissimi controlli, e nonostante l’acqua sia stata bonificata più volte, non sono mancate reazioni contrarie alla decisione giapponese, in particolare da parte della Cina

di pubblicata il , alle 13:18 nel canale Scienza e tecnologia
 

Martedì 22 agosto il governo giapponese ha dichiarato l'inizio del rilascio, nell'Oceano Pacifico, delle 1,3 milioni di tonnellate di acqua radioattiva (nell'arco di trent'anni) contenuta nei serbatoi di stoccaggio di Fukushima: quest'acqua, come abbiamo spiegato nell'articolo di marzo, non è quella uscita 12 anni fa dalla centrale nucleare, ma è passata attraverso il trattamento di purificazione ALPS (Advanced Liquid Processing System) tante volte quanto è stato necessario per ridurre al minimo il materiale pericoloso in essa contenuto.

Il governo giapponese ha specificato che rimuoverà "la maggior parte" degli elementi radioattivi disciolti nell'acqua, ad accezione del trizio (un isotopo dell'idrogeno) perché difficile da filtrare.

Le operazione di sversamento sono iniziate ufficialmente il 24 agosto e si stanno svolgendo in un clima di massimo controllo e sotto gli occhi di tutto il mondo, in particolare della Cina, che fin dal primo momento si è dichiarata contraria al piano giapponese, criticandolo aspramente.

A dare man forte al governo di Xi Jinping sono state molte delle nazioni bagnate dall'Oceano Pacifico, preoccupate per le possibili ripercussioni che lo sversamento di materiale radioattivo potrebbe causare nel breve, medio e lungo termine.

Forti opposizioni a questa decisione arrivano anche dall'interno dei confini giapponesi, con i pescatori che, per quanto fiduciosi della bontà della decisione del proprio governo, temono un danno economico senza precedenti alle proprie attività commerciali.

Ad avvalorare le loro paure, le reazioni dei paesi confinanti: la Cina, come abbiamo accennato, è molto critica nei confronti di questa decisione, definita dal portavoce del ministero degli Esteri, Wang Wenbin, "estremamente egoistica".

Il funzionario ha anche aggiunto che Pechino "adotterà tutte le misure necessarie per proteggere l'ambiente marino, la sicurezza alimentare e la salute pubblica".

L'amministratore delegato di Hong Kong, John Lee, ha descritto il rilascio dell'acqua di radioattiva come "irresponsabile", affermando che la città "attiverà immediatamente" controlli sulle importazioni di prodotti ittici giapponesi dalle regioni di Tokyo e Fukushima.

A stretto giro da questo prime dichiarazioni, l'ufficio doganale cinese ha annunciato il divieto di importazione di prodotti ittici da Fukushima e da alcune prefetture sarebbe stato immediatamente esteso a tutto il Giappone per "proteggere la salute dei consumatori cinesi".

Questa decisione avrà ripercussioni enormi sull'economia nipponica, perché la Cina continentale e Hong Kong importano congiuntamente più di 1,1 miliardi di dollari di prodotti ittici dal Giappone ogni anno, ovvero quasi la metà delle esportazioni della nazione insulare.

Anche la Corea del Sud ha fatto sentire a sua volta la propria voce, ma tiepidamente a favore del governo nipponico, sostenendo, in una dichiarazione rilasciata il 22 agosto, di non vedere alcun pericolo - su base scientifica - riguardo la decisione giapponese, ma specificando che questo non significa che sia favorevole ad essa.

A sostegno del Giappone si è schierata, senza tentennamenti, la comunità scientifica internazionale, consapevole che il rilascio di acque radioattive in corsi d'acqua sia una pratica consolidata e attuata da anni in diverse parti del mondo. A fare la differenza, in questo caso, è che Fukushima è sulla bocca di tutti e l'eco della decisione nipponica si è diffuso in ogni angolo del mondo, fra addetti a lavori e non.

"Le centrali nucleari di tutto il mondo hanno regolarmente scaricato acqua contenente trizio per oltre 60 anni senza danni alle persone o all'ambiente, la maggior parte a livelli più elevati rispetto ai 22 TBq all'anno previsti per Fukushima", ha dichiarato Tony Irwin, professore associato onorario presso l'Università Nazionale Australiana, scardinando i timori sollevati dalla stessa Australia.

Il Governo nipponico ha cercato – e probabilmente trovato – un accordo con l'industria ittica nazionale, iniziando a rilasciare nel Pacifico porzioni molto piccole di acqua radioattiva e intensificando i controlli tramite test aggiuntivi.

L'opera di rilascio è stata affidata alla Tokyo Electric Power Company (Tepco), che ha deciso di "centellinare" 7.800 metri cubi di acqua in 17 giorni, monitorando la situazione da vicino.

Secondo Tepco, quell'acqua conterrà circa 190 becquerel di trizio per litro, un valore molto al di sotto del limite stabilito dall'Organizzazione Mondiale della Sanità per l'acqua potabile, che si attesta a 10.000 becquerel per litro.

Inizialmente le autorità giapponesi avevano scelto un limite di concentrazione conservativo di 1.500 Bq per litro, per poi abbassarlo ulteriormente.

Auto eterna

Un funzionario giapponese ha infine dichiarato che i primi risultati dei test sull'acqua di mare dopo lo scarico potrebbero essere disponibili all'inizio di settembre.

Oltre all'acqua verranno svolti esami anche sulla fauna ittica: i valori trovati verranno resi disponibili sul sito web del ministero dell'Agricoltura.

A supervisionare su ogni aspetto dell'operazione, fin da quando è stata discussa dal Governo giapponese, ci sarà anche la IAEA [International Atomic Energy Agency].

Auto eterna

31 Commenti
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Zappz05 Settembre 2023, 13:23 #1
1,3 tonnellate sono poco più di un metro cubo di acqua, mi sembra poco.
Paganetor05 Settembre 2023, 13:33 #2
Ha ragione la Corea del Sud (e gli altri che si schierano a favore), fatto in questo modo non arreca pericolo o danni all'ambiente.

LORENZ005 Settembre 2023, 13:34 #3
Originariamente inviato da: Zappz
1,3 tonnellate sono poco più di un metro cubo di acqua, mi sembra poco.


Infatti è il solito errore frutto della stesura di articoli più coi piedi che con le mani.
Sono 1,3 milioni di metri cubi quelli da smaltire.
Doraneko05 Settembre 2023, 13:35 #4
Originariamente inviato da: Zappz
1,3 tonnellate sono poco più di un metro cubo di acqua, mi sembra poco.


Link ad immagine (click per visualizzarla)

Neanche uno e mezzo di questi
Doraneko05 Settembre 2023, 13:40 #5
Hanno poco i cinesi da pestare i piedini, al posto dei giapponesi loro avrebbero negato l'incidente nucleare e avrebbero sversato tutto nottetempo senza dire nulla a nessuno, COVID-19 docet.
deggial05 Settembre 2023, 13:46 #6
Originariamente inviato da: Zappz
1,3 tonnellate sono poco più di un metro cubo di acqua, mi sembra poco.


anche perchè 1,3 tonnellate di acqua non si smaltisce in mare dopo averla filtrata, ma si consegnano alla EdilQualcosa S.S.M. (che sta per Società di Stampo Mafioso) che poi la usa per farci il calcestruzzo e costruire qualche palazzo nel milanese.
Giulia.Favetti05 Settembre 2023, 13:47 #7
Originariamente inviato da: Zappz
1,3 tonnellate sono poco più di un metro cubo di acqua, mi sembra poco.


Ho lasciato "milioni di" dentro la tastiera
Giulia.Favetti05 Settembre 2023, 13:48 #8
Originariamente inviato da: LORENZ0
Infatti è il solito errore frutto della stesura di articoli più coi piedi che con le mani.
Sono 1,3 milioni di metri cubi quelli da smaltire.


Leggiti l'articolo di marzo, poi torna qui che ne riparliamo
pachainti05 Settembre 2023, 14:34 #9
Originariamente inviato da: Paganetor
Ha ragione la Corea del Sud (e gli altri che si schierano a favore), fatto in questo modo non arreca pericolo o danni all'ambiente.


Vero, dovremmo farlo periodicamente per migliorare la qualità dell'acqua.
Phopho05 Settembre 2023, 14:55 #10
Rilascio necessario ma abominevole, seppur con le dovute bonifiche rimane acqua inquinata.
La cina che contesta è il bue che dice cornuto all'asino.

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