L'open-source costa troppo, e Pesaro torna al software a pagamento
L'amministrazione di Pesaro utilizza dal 2014 Office 365, dopo una breve parentesi di qualche anno avuta con OpenOffice. Il software proprietario ha permesso di risparmiare circa l'80% nei costi legati al software rispetto alla suite open-source
di Nino Grasso pubblicata il 19 Agosto 2015, alle 13:31 nel canale ProgrammiMicrosoft
Le soluzioni Microsoft hanno spesso rappresentato la scelta de-facto per la maggior parte di realtà aziendali, educative e governative. Nonostante si tratti di software proprietario, quella di Redmond è sempre stata un'alternativa percorribile e semplice da utilizzare rispetto alle restanti proposte del'industria. Questo non si traduce nell'essere anche l'alternativa più conveniente: come software proprietario, quello di Microsoft richiede infatti costi di licenza prolungati per l'uso.
E proprio per questo moltissime realtà negli scorsi anni sono passate ad un approccio sulla carta più conveniente, quello del software open-source. Ma ci sono stati dei casi in passato che hanno dimostrato che non sempre l'open-source rappresenta l'alternativa più valida al software a pagamento, nemmeno dal punto di vista dei costi di gestione. E un nuovo report di ZDNet evidenzia come nella nostra Pesaro l'amministrazione comunale sia passata ad Office 365 dopo una parentesi di pochi anni con OpenOffice, proprio per una questione di costi.
Nel 2011 il capoluogo di provincia delle Marche passava al software di produttività open-source, preparando centinaia di dipendenti all'uso del nuovo pacchetto di applicativi per la produttività. Ma lo scorso anno le autorità del Comune hanno deciso di fare il dietrofront, tornando alla suite di Microsoft e risparmiando a quanto pare circa l'80% delle spese di gestione. Il responsabile IT della città, Stefano Bruscoli, ha infatti dichiarato di recente "significativi ed imprevisti costi di distribuzione", nel tentativo di far funzionare a dovere la soluzione open-source.
Lo stesso aveva osservato in un rapporto di Netics Observatory condotto dalla città di Pesaro in collaborazione con Microsoft: "Abbiamo incontrato diversi ostacoli e malfunzionamenti intorno all'uso di funzioni specifiche. Inoltre, vista l'impossibilità di sostituire Access e parzialmente Excel (varie macro usate su decine di file), abbiamo pensato di mantenere una soluzione ibrida, utilizzando i due sistemi al tempo stesso. Questo mix è stato devastante".
Bruscoli aveva anche specificato che il personale addetto ai lavori con OpenOffice spendevano fino a 15 minuti al giorno nella gestione della compatibilità fra i due applicativi concorrenti, che si possono tradurre in migliaia di ore di lavoro sprecate ogni anno. A seguito di questi risultati, le autorità della cittadina marchigiana hanno deciso di iniziare il processo di abbandono del software open-source l'anno scorso, e passare nuovamente ad Office. Secondo il report di Netics, questa operazione ha permesso un risparmio dell'80% su tutta la spesa legata al software, che comprende non solo la distribuzione, ma anche il supporto, la formazione, e il costo del software stesso.
Con OpenOffice, il costo annuale per utente, per un periodo di cinque anni, è stato di poco più di 530€, cifra che si è assottigliata fino a 197,49€ l'anno con Office 365. Il report ha identificato anche la possibilità di ulteriori risparmi: utilizzando ad esempio Yammer e Skype for Business, le spese sulle chiamate e sui viaggi di lavoro potrebbero essere ulteriormente ridotte, portando il costo totale per utente ad una soglia di 111,98€ annui, circa l'80% inferiore rispetto all'approccio con il software open-source.
Chiaro è che un solo esempio non può rappresentare lo stato di fatto delle cose, e il software open-source rimane la soluzione ideale in moltissimi casi (ad esempio le piccole aziende). Nel caso di Pesaro, inoltre, parte della responsabilità potrebbe essere delle stesse autorità che probabilmente hanno gestito male il passaggio dal software di Microsoft ad OpenOffice, provocando numerose spese inutili reiterate nel tempo. Quello che invece dimostra il caso ripreso da ZDNet è che comunque ci sono casi in cui il passaggio all'open-source non è una garanzia sicura in termini di enormi risparmi, e per alcune realtà il prezzo più prevedibile di una soluzione proprietaria - come Office 365 in questo caso - può avere inattesi vantaggi nel lungo periodo.
162 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoAvrebbero prima dovuto riscrivere i loro applicativi slegandosi dal pacchetto office.
Un simile passaggio non puoi pensare di farlo in un anno o due. Questi hanno semplicemente avuto fretta.
"Con OpenOffice, il costo annuale per utente, per un periodo di cinque anni, è stato di poco più di 530€, cifra che si è assottigliata fino a 197,49€ l'anno con Office 365."
Come è possibile che per utente con open-source (quindi gratuito) ci sia un costo di 530€ all'anno per 5 anni..... Formazione degli utenti? e quante ore necessitano rispetto a MS office? perchè per 5 anni?
La trovo veramente strana questa cosa.... Comunque WPS ofice for windows è gratuito e fa 10 a 0 a open office.
Chissà se han pensato che adesso probabilmente i dati dell'amministrazione stanno su server esteri
vabbè ma è ovvio che in questo modo ne esce un casino pazzesco, non serviva nemmeno provare... purtroppo in queste realtà gli applicativi basati su Access e i file Excel incasinati sono all'ordine del giorno e impossibili da estirpare al momento, servirebbe una revisione totale dei documenti e degli applicativi utilizzati (utopia, anche perchè richiederebbe costi astronomici)
c'è poi il problema grossissimo della compatibilità al 100% con file ricevuti o da inviare a enti esterni (che al 99,99% utilizzano MS Office), purtroppo non è nemmeno pensabile (almeno in Italia) un distaccamento da MS Office almeno per i prossimi 20 anni
Fantastica poi la frase:"Il responsabile IT della città, Stefano Bruscoli, ha infatti dichiarato di recente "significativi ed imprevisti costi di distribuzione", nel tentativo di far funzionare a dovere la soluzione open-source.
L'amministratore dovrebbe prevedere "l'imprevedibile", altrimenti cosa lo hanno messo ad amministrare a fare?
Concludo con l'amara constatazione che invece di bonificare soluzioni proprietarie che oggi sono economicamente vantaggiose e domani ti legano con un cappio al collo alla versione X.Y del loro software (esattamente quanto successo a Pesaro), si è preferito investire proprio in tali tecnologie.
Database e Excel
L'amministrazione di Pesaro forse non era preparata o qualcuno ha approfittato per spendere soldi in modo allegro nel passaggio software o infine MS ha "stimolato" gli amministratori ad un dietro front. Nonostante tutte queste siano spiegazioni valide, è un fatto che la suite openoffice, ma anche libreoffice, va in continuo crash quando si tratta di file complessi di database, foglio elettronico o presentazione multimediale.Provate a fare una presentazione con file multimediali e vedete cosa succede ... impossibile lavorare senza il rischio di perdere lavoro ad ogni crash (che sono ripetuti eh!)
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