Batterie: ora si possono anche stampare

Un gruppo di ricercatori del Fraunhofer Research Institution
di Andrea Bai pubblicata il 06 Luglio 2009, alle 08:59 nel canale MultimediaUn gruppo di ricercatori del Fraunhofer Research Institution for Electronic Nano Systems è riuscito ad impiegare un processo a stampa per la creazione di batterie estremamente sottili, con l'obiettivo di poter arrivare entro alla fine dell'anno alla fase di produzione commerciale.
Il gruppo di ricercatori, guidato dal professor Reinhard Baumann, ha già realizzato tali batterie in laboratorio. "Il nostro obiettivo è di arrivare alla produzione in volumi di queste batterie al prezzo irrisorio" ha detto il dottor Andreas Willert, group manager presso l'ENAS.
Le batterie pesano meno di un grammo ed hanno uno spessore inferiore al millimetro. Sono prive di mercuro e quindi non sono particolarmente dannose per l'ambiente. Vengono realizzate a stampa utilizzando un metodo molto simile a quello impiegato per le comuni t-shirt. Un lobo di gomma imprime la pasta attraverso uno schermatura posta sul substrato, con apposite sagomature a copertura delle aree che non devono essere stampate. I singoli strati hanno uno spessore di pochissimo superiore a quello di un capello.
La batteria è composta di differenti strati: in particolare sono presenti un anodo di zinco e un catodo di manganese, elementi di comune reperibilità a livello industriale. La tensione prodotta è di 1,5V e impiegando diverse batterie in serie è possibile raggiungere tensioni fino a 6 volt.
Tuttavia l'anodo e il catodo si consumano gradualmente nel corso di questo processo. Come conseguenza la batteria è realmente utilizzabile per applicazioni che hanno un ciclo di vita molto limitato o requisiti energetici ridottissimi, come carte elettroniche o gadget e accessori.
27 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoPer quanto i requisiti siano ridottissimi (mi vengono in mente solo gli orologi da polso) non riesco a immaginare altri dispositivi che esigono spessori ridottissimi e si accontentano di autonomia limitata. Gadget? Tipo le collanine che si illuminano a intermittenza? Già quelle - con batteria a pastiglia - durano poco; figuriamoci con queste...
Ma, a parte questo, 'ste batterie sono ricaricabili?
http://www.corriere.it/scienze_e_te...44f02aabc.shtml
Il possessore della carta attiva il display una volta ogni tanto, quindi se anche il ciclo di vita di queste batterie fosse di poche ore sarebbero comunque adatte allo scopo.
Personalmente, salvo parti umane, non avevo mai sentito utilizzare la parola lobo in nessun'altro contesto.
Magari a casa tua dite "mi passi un lobo di pane" o "vuoi un altro lobo di arrosto"... può darsi.. ci mancherebbe.. ma siccome dalle mie parti no, rimango sdubbiato nel leggere la parola lobo in un contesto che non sia anatomia..
Mi chiedo quindi perchè usare lobo invece di lembo o pezzo...
E cmq tutta quella roba non l'ho scritta io
"Tuttavia l'anodo e il catodo si consumano gradualmente nel corso di questo processo" Quale processo? Quello di utilizzo della batteria, o quello di produzione?
E' normale che gli elementi attivi si esauriscano durante la fase di utilizzo della batteria, ed è il motivo per cui le batterie si scaricano. Non sembra normale, invece, che si esauriscano durante il processo di produzione.
Saluti
Antonio
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